Una curiosità a tutto campo che affonda le sue radici nella notte dei tempi.
La curiosità e di conseguenza il viaggio per soddisfare la voglia di conoscere appartengono all'uomo di tutti i tempi.
Tutto inizia con il Grand Tour...
Il Grand Tour era un lungo viaggio nell’Europa continentale effettuato dai ricchi giovani dell’aristocrazia europea a partire dal XVII secolo e destinato a perfezionare la loro educazione con partenza e arrivo in una medesima città. Questo viaggio poteva durare da pochi mesi fino a svariati anni. Le destinazioni principali erano la Francia, l’Olanda, la Germania, ma aveva come obiettivo privilegiato l'Italia e soprattutto Roma, e di norma includeva le tappe di Venezia, Firenze, Bologna, talvolta Pisa, e poi Napoli, i Campi Flegrei, Paestum e la Sicilia.
Il Tour
Durante il Tour, i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l'arte e le antichità dei paesi europei. Passavano il loro tempo facendo giri turistici, studiando e facendo acquisti.
L'Italia con la sua eredità della Roma antica, con i suoi monumenti, divenne uno dei posti più popolari da visitare. Oltre alla conoscenza del mondo antico gli inglesi vennero così a contatto con le opere di Palladio e con il Neoclassicismo.
Durante il viaggio i giovani potevano acquistare, secondo le loro possibilità e i mezzi, numerose opere d'arte e d'antiquariato e visitare le rovine di Roma, ma anche di Pompei ed Ercolano che erano state riscoperte recentemente. Allo stesso tempo, anche gli studenti di arte da tutte le parti di Europa venivano in Italia a imparare dagli antichi modelli.
Una tappa importante del viaggio era, durante un soggiorno prolungato a Roma, la realizzazione d'un ritratto da parte di uno dei pittori più in vista al momento oppure il solo acquisto di vedute del paesaggio italiano. Tra i pittori che avevano questa clientela, Pompeo Batoni, Canaletto, e Piranesi. I numerosi pittori stranieri che vivevano a Roma, tra cui gli allievi dell’Accademia di Francia a Roma, beneficiavano economicamente di questa pratica, sia con la vendita delle loro opere che offrendo i loro servizi come guide.
La Francia rappresentava il vertice dello stile e della sofisticazione, così i giovani andavano là per liberarsi del loro comportamento grossolano e mettere su dello smalto che li metteva in evidenza come aristocrazia della Gran Bretagna. Sotto l’occhio attento del suo tutore e curato dal suo valletto, il giovane si metteva in moto. Il primo passo nel giro era attraversare la Manica per Calais, in Francia. Per molti giovani, già questa era una prova poiché il mal di mare era spesso il risultato della turbolenta traversata. A Parigi, tutte le tracce esteriori del precedente Britannico venivano cancellate con un guardaroba completamente francese. Vestito come un francese, ora era pronto a essere introdotto nella società francese. Dopo la sua introduzione in Francia, il turista andava a Digione, Lione e infine Marsiglia.
Durante il XIX secolo, la maggior parte dei giovani istruiti fecero il Grand Tour. Più tardi, divenne alla moda anche per le donne giovani. Un viaggio in Italia con la zia nubile in qualità di chaperon faceva parte della formazione della signora d’alto ceto.
L’espressione Grand Tour, sembra aver fatto la sua comparsa sulla guida An Italian Voyage di Richard Lassels, edita nel 1698. Il successo del libro di Thomas Coryat Coryat's Crudities è spesso considerato come l'inizio della mania per Grand Tour.
Al Grand Tour, specie verso l’Italia, non erano estranei i giovani degli altri paesi europei, come la Germania e la Francia. Anche Johann Wolfgang von Goethe effettuò il suo Grand Tour in Italia dal 1786 al 1788.
La pratica del Grand Tour divenne meno frequente durante le guerre della Rivoluzione francese e l’Impero ma riprese con la Restaurazione senza tuttavia conoscere la popolarità del secolo precedente.
Il Grand Tour fu occasione per la pubblicazione di numerosi libri guida: uno dei primi fu An Account of Some of the Statues, Bas-Reliefs, Drawings, and Pictures in Italy (1722), scritto dai pittori inglesi Jonathan Richardson il Vecchio (1665-1745) e suo figlio Jonathan Richardson il Giovane (1694-1771).
Da qui nasce, se pur con le debite e legittime evoluzioni, il concetto di turismo.
Ma cos'è il turismo?
Il turismo è la pratica, l'azione svolta da coloro che viaggiano e visitano luoghi a scopo di svago, conoscenza e istruzione.
Secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale del Turismo (World Tourism Organization, un dipartimento delle Nazioni Unite), un turista è chiunque viaggi in paesi diversi da quello in cui ha la sua residenza abituale, al di fuori del proprio ambiente quotidiano, per un periodo di almeno una notte ma non superiore ad un anno e il cui scopo abituale sia diverso dall’esercizio di ogni attività remunerata all’interno del paese visitato. In questo termine sono inclusi coloro che viaggiano per: svago, riposo e vacanza; per visitare amici e parenti; per motivi di affari e professionali, per motivi di salute, religiosi/pellegrinaggio e altro.
Note storiche
Se si tiene presente la definizione appena fornita, è difficile assimilare il turismo moderno - comodo e di massa - ai grandi viaggi che venivano intrapresi fino al XVIII secolo: i pellegrinaggi medioevali o le esplorazioni iniziate nel XV secolo. Anche per questo, il grand tour non si spingeva generalmente più a sud di Napoli, fino a quando - ma siamo già nel XIX secolo - Stendhal scrisse che
« per cogliere tutta l'essenza del Bel Paese è d'obbligo visitare la Sicilia con le sue meravigliose rovine greche » |
da allora molti lo seguirono, come per esempio Goethe, il cui "Italienische Reise" ("Viaggio in Italia"), pubblicato nel 1817, fu utilizzato dai viaggiatori di molti decenni successivi come una vera e propria guida turistica.
Ma si trattava ancora di viaggiatori d'élite. Ciò che oggi chiamiamo turismo - cioè il viaggio organizzato e di massa - ha invece una data di origine certa ed un inventore ben determinato: il 5 luglio 1841, Thomas Cook, sfruttando le nuove possibilità offerte dal treno, organizzò un viaggio di 11 miglia da Leicester a Loughborough: ben 570 persone vi parteciparono, al costo di uno scellino a testa. Il successo fu tale da spingere lo stesso Cook ad organizzare pacchetti turistici sempre più articolati, dando inizio all'industria turistica modernamente intesa.
Da questa data, il viaggiare è diventato sempre più "turismo" (cioè un viaggio organizzato prevalentemente da altri), e negli ultimi decenni il turismo è enormemente cresciuto grazie all'evoluzione e alla moltiplicazione dei mezzi di trasporto, all'incremento dei redditi nel mondo occidentale e, ultimamente, anche ai nuovi mass media che hanno cambiato l'accesso alle informazioni (es. internet, pubblicità...): tutti elementi che hanno indotto nelle società industrializzate e ricche nuovi bisogni di mobilità. Oggi i motivi che spingono le persone a viaggiare sono molto diversi: vacanze, studio, pellegrinaggi, cure, formazione, affari, attività culturali.
I termini turista e turismo sono stati usati ufficialmente per la prima volta nel 1937 alla Società delle Nazioni. Turismo fu definito come genti che viaggiano per periodi di oltre 24 ore.
Economia
Col termine turismo si può intendere anche, a seconda del contesto, il settore industriale e commerciale che si occupa di fornire (vendere) servizi tangibili come trasporti (in aereo, treno, nave, pullman e così via), servizi di ospitalità (presso alberghi, pensioni, villaggi turistici), strutture ricettive e altri servizi correlati (guide turistiche; ingresso in musei, fiere, parchi naturali e altre attrazioni turistiche; servizi di assicurazione per il viaggiatore; servizi di ristorazione e intrattenimento; e via dicendo). A questo settore appartengono i fornitori ultimi di servizi e gli intermediatori come operatori turistici e agenzie turistiche. Si tratta di un settore economico estremamente ricco, che finanzia grandi manifestazioni (in Italia, si pensi alle fiere annuali della B.I.T. a Milano e del T.T.G a Rimini) e il cui volume d'affari ha vissuto una crescita quasi costante dal dopoguerra in poi (con momenti di riflusso legati a contingenze internazionali come gli attentati dell'11 settembre 2001).Il turismo è una importante fonte di entrate per molti paesi del mondo e porta denaro alle casse dello stato attraverso la tassazione dei servizi correlati al turismo (per esempio le tasse aeroportuali), oltre che indirettamente attraverso gli incassi dei fornitori di servizi. Recentemente, molte organizzazioni non governative hanno iniziato a occuparsi di turismo come mezzo per favorire lo sviluppo di nazioni povere; in genere, il turismo in questo contesto viene configurato come turismo responsabile (ovvero vincolato a requisiti di rispetto per l'ambiente e le culture locali). In questo contesto è nata la Carta sull'etica del turismo e dell'ambiente, che definisce il turismo come diritto dell'uomo e importante strumento di pace e di giustizia sociale.
« Per l'Italia il settore turistico è un comparto economico di prima grandezza con una incidenza nel Prodotto Interno Lordo (ufficiale) del 7% e due milioni di occupati. Ogni anno le strutture ricettive accolgono oltre 80 milioni di persone con circa 350 milioni di pernottamenti. (Fonte: Legambiente) » |
Secondo i dati 2006 della Farnesina, invece, il settore turistico in Italia corrisponde al 12% del PIL e impiega 3 milioni di persone[1]
Negli ultimi anni il turismo ha potuto mostrare, soprattutto dopo la definitiva regolazione dei rapporti tra Stato e Regioni e dopo la recente riforma nazionale del comparto, la rilevanza fondamentale come attività economica di primaria importanza per molte Regioni italiane. Complesse dinamiche in atto nella società contemporanea mostrano come il mercato turistico non sia immune al processo di globalizzazione che, come ogni mercato, tende a caratterizzarsi sempre più con i propri modelli standardizzati, sia nell’offerta del “prodotto”, che nelle forme organizzative. Assumono quindi primaria importanza aspetti legati alle diversità dei luoghi, alle specifiche se non uniche risorse territoriali che rischiano di veder scomparire le proprie peculiarità. Per meglio favorire l’offerta locale di un determinato “prodotto”, negli ultimi anni gli attori interessati, sia pubblici che privati, hanno avviato processi di aggregazione territoriale (vedi Sistema Turistico Locale) che si propongono di utilizzare tali particolarità dell’offerta in risposta alle grandi reti della dimensione globale.
Turismo responsabile
La concezione del turismo responsabile si trova in qualche modo a opporsi al turismo tradizionale, che in genere pone l'enfasi sull'evasione e il relax del turista a scapito di una interazione culturalmente profonda e sostenibile con l'ambiente in senso ampio. Con riferimento a quest'ultimo atteggiamento, l'espressione "turista" viene in alcuni casi usata in senso dispregiativo, a intendere una persona che si reca in un determinato luogo senza sentire la necessità di porsi realmente in relazione con esso e coglierne lo spirito e la cultura.
Il fenomeno del turismo ha subito una notevole intensificazione negli ultimi decenni, fino a venire a rappresentare, insieme ai mass media come la televisione, una delle forme più importanti e diffuse di interazione interculturale. Fra i fattori determinanti nell'evoluzione e nella diffusione di questa pratica ci sono certamente i progressi tecnologici nei trasporti, ma anche certamente fattori economici (in particolare, il crescente divario economico fra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo ha costituito un importante propulsore del turismo internazionale) e, più recentemente, anche l'avvento di sistemi di comunicazione come Internet, che hanno in gran parte ridefinito la natura delle relazioni fra i turisti e i fornitori di servizi turistici.
Turismo incoming
Per turismo incoming s'intende il turismo che svolge l'attività di ricevimento del turismo in arrivo in una determinata località. Pertanto il turismo incoming spesso non è orientato direttamente al pubblico ma ai tour operator stranieri che hanno bisogno di servizi turistici quali trasporti, ristoranti alberghi e guide nelle zone da visitare turisticamente. Molti dei grandi tour operator italiani che si dedicano all'organizzazione per turismo diretto all'estero fanno anche attività di accoglienza e informazione. La maggior parte delle agenzie di viaggio incoming sono di ridotte dimensioni ed altamente specializzate in una tipologia di clientela: studenti, clienti della terza età, individuale o per gruppi secondo nazionalità o lingua.smo incoming s'intende il turismo che svolge l'attività di ricevimento del turismo in arrivo in una determinata località.Pertanto il turismo incoming spesso non è orientato direttamente al pubblico ma ai tour operator stranieri che hanno bisogno di servizi turistici quali trasporti, ristoranti alberghi e guide nelle zone da visitare turisticamente.
Molti dei grandi tour operator italiani che si dedicano all'organizzazione per turismo diretto all'estero fanno anche attività di accoglienza e informazione.
La maggior parte delle agenzie di viaggio incoming sono di ridotte dimensioni ed altamente specializzate in una tipologia di clientela: studenti, clienti della terza età, individuale o per gruppi secondo nazionalità o lingua.
Last minute e low-cost
La televisione e Internet svolgono attualmente un ruolo fondamentale nella comunicazione del turismo.Grazie a sofisticate tecnologie, rispetto al passato oggi è molto più veloce ed agevole l'organizzazione di un viaggio. Esistono in rete portali predisposti per l'organizzazione di viaggi e la ricerca di servizi turistici. Negli ultimi anni ha avuto una forte crescita la vendita dei cosiddetti viaggi last minute, pacchetti di viaggio acquistati pochi giorni prima della partenza. Inoltre, lo sviluppo delle compagnie aeree low cost, nate all'inizio degli anni novanta, ha dato forte impulso ai viaggi di breve durata in ogni periodo dell'anno. L'introduzione dei voli low cost ha determinato una crescita complessiva del traffico aereo che si è basato soprattutto sullo sfruttamento degli aeroporti minori, ma ha anche generato forti critiche per il pesante impatto ambientale di questa nuova tipologia di turismo.
Turismo creativo
Possiamo considerare il turismo creativo come una forma di turismo culturale presente sin dalle origini del turismo stesso. Le sue radici europee risalgono ai tempi del Grand Tour, quando i figli delle famiglie più aristocratiche viaggiavano allo scopo (per lo più interattivo) di vivere esperienze educative. Più recentemente, al turismo creativo è stato attribuito un suo proprio nome, grazie a Crispin Raymond e Greg Richards; quest’ultimo, in qualità di membro dell’associazione per l’educazione al turismo e al tempo libero (ATLAS), ha diretto una serie di progetti per la Commissione delle Comunità Europee, comprendendo il turismo culturale e sostenibile. Entrambi hanno definito “turismo creativo”, come il turismo collegato alla partecipazione attiva dei viaggiatori nella cultura della comunità di accoglienza, attraverso laboratori interattivi ed esperienze di apprendimento informale. Nel 2006, la Fundació Societät i Cultura (FUSIC), un’organizzazione privata senza scopo di lucro, ha creato il programma pioneristico Barcellona Turismo Creativo per promuovere questa nuova forma di turismo nella capitale catalana. A seguire, nel 2010, la creazione della Rete Internazionale per la Promozione del Turismo Creativo (Creative Tourism Network) e l’organizzazione della I Conferenza Internazionale sul Turismo Creativo, che si è tenuta il 9 e 10 dicembre 2010 presso il caratteristico edificio della Pedrera (Casa Milá) a Barcellona.Turismo sostenibile
Non si può negare d'altra parte che il turismo di massa, quand'anche economicamente produttivo per le economie locali, possa diventare in alcuni casi problematico - una vera e propria forma di inquinamento umano - per i luoghi a cui si rivolge, tanto che i sindaci di alcune città cominciano a proporre forme di regolazione del numero giornaliero di visitatori ("numero chiuso").Il fenomeno è particolarmente rilevante in Italia, dove la ricettività delle strutture urbanistiche antiche delle "Città d'arte" come Venezia o Firenze, o di altri centri minori come Assisi per fare un esempio (6 milioni di visitatori l'anno), è messa sempre più a dura prova dall'afflusso di migliaia di visitatori giornalieri.
Le ricadute di questi afflussi incontrollati sono particolarmente negative per la parte di popolazione residente non direttamente beneficiaria dell'economia turistica (cioè spesso la maggior parte di quella popolazione): l'aumento dei prezzi degli immobili e dei servizi pubblici (in particolare dei bar e ristoranti), della rumorosità, del traffico e del connesso inquinamento veicolare (sia a causa dei veicoli privati che dei grandi pullman) possono produrre infatti un complessivo e crescente peggioramento della qualità della vita urbana dei centri interessati.
Un ulteriore risvolto negativo dell'economia turistica - in particolare dell'industria delle vacanze - è la cementificazione disordinata dei luoghi che tocca, come ad esempio le coste italiane, fenomeno peggiorato dall'abusivismo edilizio.
Al problema del turismo responsabile si associa sempre più diffusamente, almeno in Italia, un problema di turismo sostenibile.
Nonostante il bassissimo impatto ambientale che hanno i campeggi e villaggi turistici in Italia, a fronte di moltiplicatori Keynesiani molto rilevanti per lo sviluppo della località e della regione, ad oggi ancora si trovano fortissimi ostacoli da parte delle amministrazioni locali influenzate pesantemente dalle lobby di immobiliaristi e costruttori. Inoltre a differenza di altri paesi europei, Francia e Spagna in testa, che hanno una decisa e chiara politica economica del turismo, in Italia non viene assolutamente considerato come strategico, ai fini dello sviluppo sostenibile, il turismo all'aria aperta offerto da campeggi e villaggi turistici.
Ad oggi Legambiente turismo sta certificando il marchio di qualità per campeggi, villaggi turistici e alberghi che si distinguono per la loro sensibilità ambientale. Una politica economica nazionale che privilegi il settore trainante della bilancia commerciale nazionale, il turismo, nella sua forma con meno esternalità negative, meno cemento e meno abusi edilizi ancora tarda a riconoscere il ruolo strategico dell'open air.
E veniamo alla seconda parte del titolo del nostro blog:
Arte...L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana - svolta singolarmente o collettivamente - che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche, pur puntando a trasmettere "messaggi", non costituiscono un vero e proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente. Alcuni filosofi e studiosi di semantica sostengono però che esista un linguaggio oggettivo che prescinda dalle epoche e dagli stili e che dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, pur se gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono finora stati infruttuosi.
L'arte può essere considerata anche sotto l'aspetto di una professione di antica tradizione
svolta nell'osservanza di alcuni canoni codificati nel tempo. In questo senso, le professioni artigianali - quelle cioè che afferiscono all'artigianato - discendono spesso dal Medioevo, quando furono in qualche modo sviluppate come attività specializzate e gli esercenti arti e mestieri vennero riuniti nelle corporazioni. Ogni arte aveva una propria tradizione, i cui concetti fondamentali venivano racchiusi nella regola dell'arte, cui ogni artiere doveva conformarsi.
Evoluzione storica del concetto di arte
Analizzando la storia del concetto di arte vediamo che nel corso del tempo esso subisce una trasformazione graduale ma radicale.
Antichità: Sanscrito Are (ordinare) Latino: Ars, Greco: Τέχνη indica la capacità umana di fare un qualsiasi oggetto. La capacità consiste nella conoscenza delle regole. Che cosa intendessero per "arte" gli antichi può essere compreso se si pensa alle nove Muse, che proteggevano e personificavano le diverse arti. Nell'elenco, in cui curiosamente mancano le arti figurative come la pittura e la scultura, sono invece rappresentate soprattutto le arti dello spettacolo: la danza (Tersicore), la tragedia e la commedia (rispettivamente Melpomene e Talia), il mimo (Polimnia), nonché i vari tipi di poesia, che nell'antichità, anche se scritta, era destinata soprattutto ad essere declamata o cantata: epica (Calliope), amorosa (Erato) e lirica (Euterpe). Sono inoltre comprese tra le "arti" protette dalle muse due discipline che noi oggi comprendiamo invece tra le scienze: la Storia (Clio) e l'Astronomia (Urania).
Nel periodo ellenistico iniziarono le prime classificazioni e le arti vennero divise in comuni e liberali, a seconda che richiedessero uno sforzo fisico o uno sforzo intellettuale.
Nel Medioevo si cominciano a rivalutare le arti comuni, che verranno chiamate meccaniche, ma continueranno ad avere un ruolo subalterno rispetto alle arti liberali. Dalle arti "meccaniche" vennero escluse diverse di quelle che noi oggi chiamiamo "belle arti", come la pittura e la scultura; le arti liberali e meccaniche erano state ridotte al numero di sette, e tra quelle che richiedevano lo sforzo fisico, si annoveravano soltanto le arti che miglioravano la vita dell'uomo, che lo nutrivano, lo riparavano dalle intemperie, ovvero quelle arti il cui punto peculiare era l'utilità quanto la piacevolezza. Si conoscono, di queste arti meccaniche medievali, due elenchi di riferimento: quelli di Ugo di San Vittore e Rodolfo di Longo Campo.
La poesia non rientra ancora nell'ambito concettuale dell'arte finora indicato, in quanto il poeta era considerato un vate che componeva i versi ispirato dal Dio. Non esisteva la regola nelle composizioni poetiche, almeno per quanto riguarda il contenuto. A fornire il contributo essenziale affinché la poesia venisse considerata un'arte fu Bernardo Segni che nel 1549 tradusse in volgare la Poetica di Aristotele, opera in cui lo Stagirita già annoverava la poesia tra le altre arti.
La condizione sociale degli artisti, che migliorò notevolmente nel corso del Rinascimento, contribuì a separarli dagli scienziati e dagli artigiani.
Nel 1735 Baumgarten conia il termine estetica utilizzandolo per la prima volta nella propria tesi di laurea. Nel 1750 pubblicherà un saggio intitolato Æsthetica.
Charles Batteux nel 1746 definisce, nel suo libro Le belle arti ridotte ad un unico principio, il sistema delle belle arti, indicando cinque arti in senso proprio - la pittura, la scultura, la poesia, la musica, la danza - a cui associava due arti connesse - l'eloquenza e l'architettura - il cui carattere comune risiedeva nell'imitazione della realtà per il fine di creare oggetti belli.
Dalla fine del Settecento cominciarono le prime crisi del concetto di bello e di arte. Stavano nascendo nuove forme di espressione come la fotografia, l'architettura industriale, l'oggettistica per la casa, e bisognava farle rientrare nel concetto di arte.
Per tale motivo nel Novecento si è abbandonata l'idea di una definizione onnicomprensiva di arte e di opera d'arte. Il termine arte diventa un concetto aperto, in cui tutte le possibili definizioni dell'arte confluiscono.
Il Novecento si fa portavoce della crescita intimista portata avanti dai pensatori del secolo precedente, ma rinnova le necessità più interiori dell'artista e si fa portavoce dell'innovazione tecnica, di cui i nuovi materiali (il ferro e gli elementi prefabbricati) sono gli elementi fondamentali.
La nuova architettura deve essere il segno del rinnovamento culturale e sociale, per questo si procede ad una omogeneità dei caratteri della nuova costruzione architettonica, si stabilisce un carattere nuovo, uno “stile moderno”.
All'interno del “Modernismo” si riassumono ed interagiscono le correnti artistiche che nei precedenti due decenni interpretano ed affiancano lo sforzo progressivo della civiltà industriale.
Quando all'entusiasmo per il progresso industriale segue la consapevolezza della trasformazione che opera nelle strutture della vita e della società, attorno al 1910, all'interno del “Modernismo”, si formano le “avanguardie” artistiche con l'obiettivo di mutare le modalità e le finalità dell'arte.