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giovedì 30 aprile 2015

Certosa Monumentale di Calci


Suggeriamo un itinerario per questi giorni di ponte: La Certosa Monumentale di Calci.
Fondata nel XV secolo grazie al lascito di un mercante armeno, la Certosa di Pisa è un complesso monumentale in stile barocco composto da un grande cortile interno dedicato alla vita comune e punto di incontro con il mondo esterno e da una serie di edifici che lo circondano in cui sono ricavate le celle, gli orti e gli ambienti più riservati, adatti alla regola di vita certosina.
Tra questi si segnalano l'appartamento del priore, la biblioteca, l'archivio storico e la farmacia. Abitata dai frati certosini fino agli anni Settanta, la Certosa è oggi aperta alle visite.
Un'ala del complesso ospita il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell'Università di Pisa, che comprende collezioni paleontologiche, mineralogiche e zoologiche, oltre ad ospitare una galleria di cetacei tra le più grandi d'Europa e nuove sale dedicate ai dinosauri.

Info:
Da martedì a sabato: dalle 8.30 alle 18.30
Domenica e festivi: dalle 8.30 alle 12.30
Chiusa il lunedì, il 1/1 e il 1/5
Ingresso
Intero € 5,00
Ridotto € 2,50 (per i giovani tra 18 e 25 anni)
Gratuito per i cittadini UE, fino a 18 anni, oltre 65 e per le scuole

mercoledì 29 aprile 2015

Fortezza di San Leo: medioevo, rinascimento e barocco in scena Eventi a Rimini


Dopo il successo riscosso lo scorso anno, domenica si terrà a San Leo il primo appuntamento di quest’anno con “Il Forte in scena, scene forti nel Forte!”, l’iniziativa, promossa dall’Amministrazione Comunale di San Leo, che consente ai  visitatori della Fortezza di scoprire sotto una singolare ed affascinante veste il principale monumento cittadino grazie ad un coinvolgente ed originale percorso guidato a cura della Cooperativa Koinè di Savignano sul Rubicone.

Domenica sono previste visite animate condotte da due bravissimi attori, Paolo Summaria e Marco Brambini, con inizio alle 11, alle 14.30 e alle 16.30. Le visite animate, rivolte sia ai bambini che agli adulti, contemplano un ricercatore di “storifantastica” che attende i visitatori della Fortezza. A onor del vero non li attende, ma s’incontrano e dall’incontro fortuito nasce una collaborazione. C’è da indagare tra i misteri e le mura della Fortezza. Chi era il Conte Cagliostro? Dante è stato davvero tra queste mura? Quando e perché Piero della Francesca attraversò questi luoghi a cavallo e li scelse come sfondi dei suoi più celebri dipinti? Cosa c'entrano Felice Orsini e Francesco di Giorgio Martini?

Enigmi e incontri attenderanno i visitatori durante il tragitto che porta alla cella di Cagliostro. Un attore interpreterà il ruolo del ricercatore/scienziato e farà da guida al gruppo portando con sé il gusto della scoperta, la curiosità e la complicità nell’avventura, mentre l’altro interpreterà, anche attraverso l’utilizzo di abiti di scena, quattro diversi personaggi entrati in relazione con la Fortezza: si trasforma, diverte, spaventa, illude, inganna, informa e alla fine consegna le soluzioni per i misteri. I successivi appuntamenti con la “fantasia storica” sono previsti per domenica 5 Luglio e domenica 2 Agosto negli stessi orari.


martedì 28 aprile 2015

L’arte di Francesco. Capolavori d’arte e terre d’Asia dal XIII al XV secolo


<strong>Maestro di  Figline</strong><br />
  (attivo in  Umbria e in Toscana, 1315-1335 circa)<br />
  San Francesco<br />
  1335 circa<br />
  Tavola<br />
  Worcester (Mass.), Worcester Art Museum

Organizzata dalla Galleria dell’Accademia, in collaborazione con l’Ordine dei Frati Minori, e ideata scientificamente con la Commissio Sinica (Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, Pontificia Università Antonianum di Roma), la mostra si propone di documentare ai massimi livelli qualitativi la produzione artistica di diretta matrice francescana (pittura, scultura, arti suntuarie) dal Duecento al Quattrocento e, nel contempo, di porre in evidenza la straordinaria attività evangelizzatrice dei francescani in Asia, dalla Terra Santa alla Cina, rievocandola anche con oggetti di eccezionale importanza storica e incomparabile suggestione. Tra questi, il corno ritenuto tradizionalmente quello donato al Santo dal Sultano d’Egitto al-Malik al-Kamil nel 1219 a Damietta (Egitto) in occasione del loro incontro e conservato in Assisi nella Cappella delle reliquie della basilica di San Francesco.
Occorre sottolineare che i capolavori d’arte sono presentati in mostra non soltanto dal punto di vista della loro iconografia francescana, ma in primo luogo per il fatto di essere il frutto della committenza dei frati francescani, per il tramite delle loro più prestigiose fondazioni chiesastiche e conventuali, nonché per opera di privati cittadini particolarmente devoti del Serafico e dei suoi più diretti seguaci, quali ad esempio, Santa Chiara, San Bonaventura, Sant’Antonio da Padova, San Bernardino.
Per la pittura riveste un’importanza fondamentale l’opera di Giunta di Capitino, il primo pittore ufficiale dell’Ordine francescano, la cui influenza si estese nella prima metà del Duecento in vaste aree dell’Italia centrale e fino in Emilia. Il grandissimo artista, il primo pittore ‘nazionale’ della storia dell’arte italiana, ricoprì il ruolo d’interprete della spiritualità francescana che poi sarà assolto da altre due altissime personalità, Cimabue e Giotto. Di particolare interesse si rivela la sezione che ospita alcune fra le più antiche immagini devozionali del santo di Assisi, che tramandano gli episodi più famosi della sua agiografia. Oltre alle celebri tavole cuspidate di Pisa (Museo Nazionale di San Matteo) – oggi riferita dai più a Giunta – e di Firenze (sull’altare della Cappella Bardi in Santa Croce) – attribuita a Coppo di Marcovaldo – sarà presente in mostra quella analoga del Museo Civico di Pistoia e il San Francesco con due storie della sua vita e due miracoli post mortem attribuito a Gilio di Pietro (Orte, Museo Diocesano), restaurata appositamente per l’esposizione.
Tra gli artisti presenti in mostra figurano anche il Maestro di San Francesco e il Maestro dei Crocifissi francescani, due protagonisti di primo piano della pittura su tavola e in affresco nel corso del XIII secolo. Il vasto pubblico della Galleria fiorentina godrà di una vasta campionatura delle diverse tecniche artistiche e delle tipologie morfologiche: dalle piccole tavole per la devozione privata ai dossali destinati agli altari delle maggiori chiese dell’Ordine, fino ai grandiosi complessi d’altare.
Un grande affresco staccato dalla chiesa di San Francesco a Udine di cultura tardogotica introdurrà il visitatore alla straordinaria vicenda umana del Beato Odorico da Pordenone (1286–1331), che intraprese intorno al 1314 un viaggio incredibile, sostenuto dal fervore missionario che lo porterà prima in Asia Minore, per incontrare poi i Mongoli della dinastia Yuan (1279-1368) negli anni 1323-28, e in India. Rientrato in patria dopo un viaggio rocambolesco Odorico riferì al Papa lo stato delle missioni in Oriente in una dettagliata Relatio. La vicenda di Odorico da Pordenone fu solo una delle ultime dell’epopea francescana in Asia orientale, generata dall’impulso stesso dell’azione di Francesco e iniziata nel 1245 con Giovanni da Pian del Carpine, culminata con Giovanni da Montecorvino, consacrato nel 1313 primo vescovo di Khanbaliq (Pechino). Epistolae et relationes, principalmente provenienti dalla Biblioteca Apostolica Vaticana ed esposte nella mostra, riveleranno i segni ancora visibili di quelle missioni guidate da francescani di alto rango, in gran numero legati pontifici “ad Tartaros” per rimediare alla separazione delle chiese orientali, per offrire “al re e al popolo tartaro” i benefici spirituali della dottrina cristiana, per frenare le ulteriori aggressioni mongole ai danni delle cristianità e tentare di contenere con un’alleanza l’irruenza mussulmana in Terra Santa. Altrettanto significativo ed essenziale è il nucleo di attestazioni (documenti d’archivio e reperti archeologici), proveniente dal Museo della Custodia di Terra Santa (Gerusalemme) e dal Museo della Basilica dell’Annunciazione di Nazareth, che illustra il contesto artistico in cui si trovarono ad operare i Francescani. E proprio la ricchezza e varietà delle tradizioni religiose dell’Asia oltre la Terra Santa, e sino alla Cina – fra tutte le comunità cristiane siro-orientali o nestoriane e il buddhismo – sono documentate in mostra da un nucleo di Croci nestoriane in bronzo fuso, risalenti al periodo della dinastia Yuan (1272-1368), appartenenti alla prestigiosa raccolta dello University Museum and Art Gallery di Hong Kong, legate alla coeva presenza francescana in Cina.
Tornando ai capolavori d’arte ispirati dall’impulso di Francesco specialmente in ambito italiano, nel corso della prima metà del Trecento si colloca l’attività di uno dei più grandi pittori dell’epoca, il Maestro di Figline, che quasi certamente fu un membro dell’Ordine francescano, uno dei seguaci più alti e originali della cultura giottesca, largamente attivo non solo su tavola e in affresco, ma anche nella decorazione di vetrate dipinte.
Anche in piena epoca rinascimentale la committenza dell’Ordine francescano produrrà effetti di rilevanza straordinaria, avvalendosi dei massimi artisti del tempo, quali Carlo Crivelli, Antoniazzo Romano e Bartolomeo della Gatta. Non meno importante e ricco di capolavori si presenta il versante della scultura di origine francescana, che annovera personalità del calibro di Nicola Pisano, Nino Pisano, Domenico di Niccolò dei Cori e Andrea Della Robbia. Vertici di preziosità assoluta sono raggiunti poi nel campo delle cosiddette arti minori, con alcuni eccezionali vetri dipinti e graffiti e una selezione di manoscritti miniati di eccezionale importanza.
La mostra si ricollega strettamente alla vasta e celebre raccolta di pittura antica della Galleria dell’Accademia, di cui fa parte il ciclo composto da una lunetta e da ventidue formelle quadrilobate raffiguranti le storie parallele di Cristo e di San Francesco, l’alter Christus, opera di Taddeo Gaddi, provenienti dalla sacrestia della basilica francescana di Santa Croce a Firenze. L’esposizione presenterà inoltre una delle due formelle conservate nella Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, segnatamente quella con la Prova del fuoco davanti al sultano, che sarà riunita per la prima volta al complesso di provenienza.
La mostra, come il catalogo edito da Giunti, è a cura di Angelo Tartuferi, Direttore della Galleria dell’Accademia, e di Francesco D’Arelli, Direttore scientifico della Commissio Sinica ed è promossa da: il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana, la Ex – Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria dell’Accademia, Firenze Musei, insieme all’Ordine dei Frati Minori, la Custodia di Terra Santa, la Commissio Sinica della Pontificia Università Antonianum.


Informazioni Evento: 

Data Inizio: 31 marzo 2015 
Data Fine: 11 ottobre 2015 
Prenotazione:Facoltativa 
Luogo: Firenze, 
Orario: feriali e festivi 8.15-18.50. Chiuso Lunedì 
Telefono: 055 294883 

Altro che "secoli bui"!

Arte

Una società "immobile" quella del Medioevo? No: una società "in viaggio". Si muovevano, nel Mediterraneo "mare nostrum", lungo le stazioni della Via Francigena, seguendo i più svariati percorsi, tra mille ostacoli, pericoli, imboscate; si muovevano per terra o per mare, ostinati e allarmati, inquieti e pieni di speranza, pellegrini e crociati, mercanti, commercianti e banchieri, preti e principi, cavalieri erranti e cercatori di ogni possibile Graal, navigatori ansiosi di "seguir virtute e conoscenza" come l'Ulisse dantesco, artisti girovaghi, goliardi affamati di scambi culturali e di avventure goderecce e, di corte in corte, schiere di poeti a celebrar l'Amore.
Bene, la Mostra «Il Medioevo in viaggio» (Firenze, Museo del Bargello, fino al 21 giugno, Catalogo Giunti, pp. 240, euro 32), viene a raccontare la Storia (quella con la maiuscola) e le mille storie di questo Medioevo che, contrariamente ai "beat" girovaganti "on the road", dove "vuole" andare: e spesso lo sa perché "deve" farlo.
Così, nelle cinque sezioni tematiche in cui la rassegna è strutturata, possiamo davvero "vivere" il viaggio nella pluralità dei suoi significati.
Si parte dalla "rappresentazione del mondo". È vero che è tondo, che si divide in tre parti - Europa, Asia e Africa - e che è circondato da un Oceano circolare?
La rassegna fiorentina offre, come primo documento di quel che a quei tempi si sapeva o si immaginava, un prezioso globo in bronzo, argento e rame, che illustrava le costellazioni e serviva da strumento didattico e di calcolo astronomico; ci sono, poi, mappe, pergamene con cronache di viaggi per mare, portolani, astrolabi utilizzati per conoscere l'ora attraverso la misurazione dell'altezza del sole o di una stella sopra l'orizzonte.
Ma, al centro di tutto il medioevale "cercare", c'è la tensione verso la salvezza dell'anima, nell'imitazione di Cristo, "archetipo stesso del viaggiatore", come scrive Herbert L. Kessler. E, potremmo aggiungere, un "viaggiatore" carico di "messaggi".
Cristo è il primo pellegrino: attraversa la Palestina, predicando il Vangelo, entra in Gerusalemme e, dopo la Risurrezione, fa visita ai suoi discepoli ad Emmaus e a Betania. Nel suo nome, il Medioevo peregrinante muove verso la Terra Santa e, quando le conquiste musulmane rendono pericolosi i viaggi in quelle zone, cerca "luoghi sostitutivi" come Roma, Santiago di Compostella, Boulogne-sur-Mer. Nella seconda sezione si può vedere il corredo da viaggio di chi intraprende il cammino di pentimento e di redenzione: da rari esemplari di calzature, alle insegne che distinguevano i pellegrini, cioè le placchette che venivano cucite sul cappello o sulle vesti, diverse a seconda delle mète raggiunte, alle borse fatte apposta per i souvenir/reliquie. Infatti non si poteva tornare dai luoghi santi senza portarsi dietro un pio ricordo. In ogni caso, si partiva e si tornava ben organizzati. Ad esempio, gli uomini di chiesa che, durante i loro spostamenti, dovevano continuare a dire messa, celebravano le funzioni liturgiche grazie ad altari portatili di tutte le dimensioni e contenenti quello che era necessario.
Crociati, cavalieri e militari sono i protagonisti della sezione dedicata alla guerra. A quei tempi, l'Occidente scendeva in armi senza paura e con tanto di viatico ecclesiale: dunque si possono ammirare spade, scotte, pomi di daga, nonché tutto quel che serve alla cavalleria, arma risolutiva sui campi di battaglia, dai morsi alle staffe, dagli sproni ai ferri di cavallo. D'altra parte le guerresche imprese hanno bisogno di essere eternate: a farlo, miniature evocative e antichi codici che narrano gesta reali o immaginarie.
Ovvio che non si viaggiasse solo per purificare l'anima o per difendere la Cristianità. Lo si faceva anche, molto profanamente, in nome degli affari. E mercanti, banchieri e messaggeri hanno i loro "visibil segni" nella quarta sezione: scarselle, custodie per documenti, lettere di cambio, tessere mercantili, scatole da messaggero, che, a forma di cuore e di scudo e spesso contrassegnate con lo stemma del mittente, custodivano segrete epistole ed erano fornite di passanti per agganciarle alla cintura.
In viaggio, poi, com'è illustrato nella quinta sezione, bisognava esibire il proprio "status": ragion per cui, re, principi, signori, belle fanciulle dirette alla loro dimora nuziale ecc. ci tenevano a ostentare la loro "visibilità" attraverso sontuose selle intarsiate, cofanetti per trucchi o monili, cassoni per il vestiario o per i libri, candelieri portatili, reliquari, altarini personali a forma di libro. Ma, di tanto in tanto, bisognava pur rilassare lo spirito: ed ecco, a conferma, tra i tanti oggetti in mostra, una scatola da gioco portatile, in legno e osso, che, sulle due facce, permetteva di giocare sia agli scacchi che a dadi. Insomma, il "vissuto" medioevale è carico di colori e di stimoli. Altro che "secoli bui"!

Mario Bernardi Guardi

domenica 26 aprile 2015

Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza

Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza

Cento opere che vedranno accanto al Maestro di Sansepolcro, i grandi protagonisti della teoria e della pratica del disegno prospettico e architettonico dei secoli XV-XVI: Lorenzo Ghiberti, Leon Battista Alberti, Ercole de' Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Francesco di Giorgio, Albrecht Dürer, Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi, Amico Aspertini, Michelangelo, e molti altri.

Mostra a cura di Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro, Luigi Grasselli

Vi sono personaggi, nella storia dell’arte, che sono portatori di novità tali da innescare una vera e propria rivoluzione. Uno di questi è sicuramente Piero della Francesca.
Attorno al Maestro di Sansepolcro aleggia da sempre un velo di mistero e di enigmaticità dovuto sia ai pochi documenti che lo riguardano, sia alla singolarità del suo linguaggio espressivo che coniuga, magicamente in equilibrio perfetto, la plasticità e la monumentalità di Giotto e Masaccio con una straordinaria capacità di astrazione e sospensione. Un’essenzialità e purezza di forme che trovano fondamento nei suoi interessi matematici e geometrici mirabilmente espressi nei trattati che ci ha lasciato: l’Abaco, il Libellus de quinque corporibus regularibus, il De Prospecitva pingendi e il da poco scoperto Archimede. Ed è proprio su questi preziosi testimoni dell’opera scritto-grafica di Piero, in specie sul De prospectiva pingendi, che la mostra di Palazzo Magnani prende corpo.
La mostra presenta la figura del grande Maestro di Sansepolcro nella sua doppia veste di disegnatore e grande matematico. Per l’occasione sarà riunito a Palazzo Magnani – fatto straordinario, per la prima volta da mezzo millennio – l’intero corpus grafico e teorico di Piero della Francesca: i sette esemplari, tra latini e volgari, del De Prospectiva Pingendi (conservati a Bordeaux, Londra, Milano, Parigi, Parma, Reggio Emilia) i due codici dell’Abaco (Firenze), il Libellus de quinque corporibus regularibus (Città del Vaticano) e l’Archimede (Firenze).

Leonardo da Vinci: 1452-1519

Dal 15 aprile al 19 luglio al Palazzo Reale, in concomitanza con lo svolgimento di Expo 2015, Milano dedica un'importantissima mostra a Leonardo da Vinci, il grande artista toscano che realizzò alcune delle sue opere più celebri proprio durante il soggiorno lombardo alla corte di Ludovico il Moro, protrattosi dal 1482 fino al 1499.  

Creando un ideale collegamento con il capolavoro del Cenacolo,  la mostra di Palazzo Reale presenta al pubblico opere fondamentali del soggiorno milanese come il Ritratto di Musico della Pinacoteca Ambrosiana, cui si affiancano il San Gerolamo dei Musei Vaticani, la Scapigliata della Galleria Nazionale di Parma e la Madonna Dreyfuss dela National Gallery di Washington.

La mostra è inoltre arricchita dalla esposizione di oltre 100 disegni autografi del maestro toscano, di alcuni modelli storici di macchine di sua invenzione prestati dal Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, e dalla possibilità di confronto con opere dei grandi maestri del Rinascimento italiano e internazionale, come Sandro Botticelli, Donato Bramante, Antonello da Messina, Filippo Lippi, Girlandaio, Paolo Uccello, Jan Van Eyck e Verrocchio.

La mostra di Leonardo a Palazzo Reale si presenta come la più grande e la più ricca mai organizzata in Italia. Grazie ad un percorso organizzato in dodici sezioni ricostruiremo l'eccezionalità della vita e del talento di questo immenso artista, capace di destreggiarsi nell'ambito dell'ingegneria, della scenografia, della scienza. 

Un genio da sempre in grado di affascinare e di ispirare artisti di tutti i tempi, come testimonia la sezione conclusiva della mostra, dove la rilettura ironica di Marchel Duchamp e le rivisitazioni Pop di Andy Warhol ci confermano la nascita di un vero e proprio mito di Leonardo.

Informazioni Evento: 

Data Inizio: 15 aprile 2015 
Data Fine: 19 luglio 2015 
Prenotazione:Nessuna 
Luogo: Milano, Palazzo Reale 
Orario: lunedì: 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica: dalle 9.30 alle 19.30; giovedì e sabato: 9.30-22.30 
Telefono: 02 0202 

giovedì 16 aprile 2015

La Sindone a Palazzo Reale: una storia lunga cinque secoli

La Sindone a Palazzo Reale: una storia lunga cinque secoli

La mostra, organizzata in occasione dell'Ostensione 2015, è stata voluta ed organizzata dal Polo Reale, dalla direzione di Palazzo Reale, e dalla cooperativa Theatrum Sabaudiae Torino, quale occasione per mostrare i tesori della Cappella della Sindone.

Sulla scorta del materiale della mostra tenutasi nel 2010 in occasione della passata Ostensione, questa edizione è stata arricchita da oggetti e luoghi solitamente nascosti al pubblico. Per la prima volta sarà possibile infatti un affaccio al cantiere della Cappella della Sindone, distrutta quasi interamente dal tristemente noto incendio del 1997, accedendo al "vestibolo" che dalla Sacrestia della Cappella concede un punto di vista esclusivo verso il luogo sacro.

Per oltre cinquecento anni la reliquia della Sacra Sindone è stata di proprietà di Casa Savoia e lo rimarrà fino al 1983, quando l'ultimo re d'Italia, Umberto II, la donò al Papa prima di morire.

Duchi, principi e re della dinastia hanno commissionato nei secoli opere d’arte che celebrassero una delle reliquie più importanti della cristianità e una straordinaria architettura: la cappella annessa a Palazzo Reale, con l’ineguagliabile cupola progettata da Guarino Guarini.

Un ricco corredo di suppellettili sacre, ostensori, calici, reliquiari, in metalli preziosi e di paramenti in tessuti di seta, databili tra il Seicento e il primo Novecento, si è conservato sino ad oggi ed è visibile all'interno della mostra. Un percorso ricco di sorprese e meraviglie: dalla sacrestia vicina alla Cappella, con i suoi tesori scolpiti nel legno, alla galleria della Sindone di Filippo Juvarra, dove sono presentati gli arredi provenienti dall’altare barocco in cui sino al 1997 si conservava il sacro lino.

Una passeggiata fuori dal tempo per conoscere le più antiche testimonianze della committenza sabauda per onorare la reliquia, ma anche la Cappella Regia di Benedetto Alfieri dove si potrà ammirare un oggetto unico: il paliotto finemente ricamato su disegno del maestro Giulio Cesare Procaccini.

Come approfondimento alla mostra, sono previsti diversi incontri, conferenze e visite speciali. 

Informazioni Evento: 
Data Inizio: 17 aprile 2015 
Data Fine: 24 giugno 2015 
Costo del biglietto: 4,00 euro 
Prenotazione:Facoltativa 
Luogo: Torino, Polo Reale di Torino 
Orario: dal martedì alla domenica dalle ore 9.00 alle ore 19.00 (chiusura della biglietteria ore 18.00) 
Telefono: 011.5211788 

Dove: 
Polo Reale di Torino 
Città: Torino 
Indirizzo: Piazzetta Reale, 1 

venerdì 3 aprile 2015

Itinerari per Pasqua

Musei e gallerie, ecco gli itinerari di Pasqua

Pasqua e Pasquetta tra arte e cultura. 
I metereologi dicono che il tempo farà le bizze e l’annunciata apertura, in via straordinaria, di molti luoghi d'arte, può essere l’ idea vincente per trascorrere i due giorni di festa.

A Pavia, in Castello, si può visitare la mostra "Capolavori della Jonnesburg Art Gallery. 
Da Degas a Picasso" che presenta oltre sessanta opere, divise in sezioni cronologiche e tematiche, i dipinti, provenienti dalla collezione ideata dalla mecenate Lady Phillips all’inizio del secolo scorso. I dipinti portano le firme di alcuni dei principali protagonisti della scena artistica internazionale dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento. Apertura: Pasqua e Pasquetta (10-20). 
Per informazioni: 02/36638601 www.scuderiepavia.it.

I Musei Civici del Castello apriranno le porte, invece, solo lunedì dell'Angelo; i visitatori potranno conoscere una pregevole collezione che offre una panoramica dell'arte dal periodo romano al Rinascimento, dal Trecento all'Ottocento; nelle sale sono conservati ancora affreschi di età viscontea e sforzesca.
Oltre alle collezioni museali sarà possibile visitare, nella Sala del Rivellino, la mostra "Japan now" che attraverso i lavori di ootto artisti giapponesi contemporanei analizza le principali tendenze neopop nipponiche, mischiandole alle principali culture contemporanee metropolitane. La mostra a Pasquetta si vista non stop dalle 10-18. Per informazioni 0382/399770 www.museicivicipavia.it.

In contemporanea a "Japan now", nello Spazio per le arti contemporanee del Broletto, è protagonista il Giappone di Tomaso Buzzi: la mostra "Tokyo 1954 - 
Le carte giapponesi di Tomaso Buzzi" presenta un'accurata selezione di chine e carboncini realizzati durante la permanenza in Giappone di uno dei più grandi architetti italiani del ventesimo secolo. Ingresso libero. 
Chiuso a Pasqua. 
Apertura a Pasquetta (16-19). 
Per informazioni: 0382/399611.

La Certosa di Pavia, capolavoro del Rinascimento lombardo, potrà essere visitata sia domenica che lunedì. L'ingresso a e la visita guidata sono gratuiti e senza prenotazione. L’orario di apertura, in entrambi i giorni, va dalle 9 -11.30 e dalle 14.30-17.30. Per informazioni rivolgersi a: 0382/925613.

Apertura anche per il Museo della Certosa, che si trova nel Palazzo Ducale e ospita non solo la gipsoteca, con oltre 200 calchi di varie dimensioni, ma anche importanti opere di Bernardino Luini, di Mantegazza e del Bergognone. L'ingresso gratuito sarà consentito sia a Pasqua che a Pasquetta; inoltre i visitatori potranno partecipare gratuitamente e senza prenotazione alle visite guidate condotte da storici dell'arte della Cooperativa Dedalo. Apertura in entrambi i giorni dalle 9.30 alle12.30 dalle 14.30 alle 17.30. 

A Vigevano il Castello Sforzesco con l'annessa Torre del Bramante saranno visitabili sia a Pasqua sia a Pasquetta. La Torre del Bramante, il punto più alto della città con la vista panoramica sulla piazza Ducale, è accessibile fino a 15 minuti prima della chiusura. Il Castello aprirà, non stop, dalle 9 alle 19; la Torre del Bramante dalle 10 alle12.30 e dalle 15 alle18. Per info:0381/691636, infopointcastello@comune.vigevano.pv.it

I Musei Civici con la Pinacoteca, il Museo della Calzatura e il Museo dell'Imprenditoria apriranno straordinariamente in entrambi i giorni festivi dalle 10 alle 18. 
Per info: 0381/ 691636, www.iatprolocovigevano.it. Inoltre, a Vigevano si potrà visitare il Museo del Tesoro del Duomo con le donazioni fatte da Francesco II Sforza. 
Nel Museo sono conservati anche importanti arazzi fiamminghi con raffigurazioni sacre e profane, ed il paramentale utilizzato da Napoleone Bonaparte per la sua incoronazione a Re d’Italia nel 1805. 
Il Museo ospita, in questi giorni, anche la personale di Laura Omodeo Salè sul tema "La passione di Cristo". Apertura a Pasqua e Pasquetta dalle 10 alle12.30 e dalle 14.30 alle 18.30). 
Per info: Nicoletta Sanna 338/1581977, museodeltesoro@libero.it.

Durante le festività pasquali resterà aperto anche il quattrocentesco Mulino di Mora Bassa alla Sforzesca di Vigevano: donato nel 1494 da Ludovico il Moro alla moglie Beatrice d’Este, è stato di recente restaurato e trasformato in sede museale; ospita un'importante mostra permanente costituita dai modelli in legno funzionanti di macchine leonardesche. Apertura: Pasqua e Pasquetta (10.30 - 12.30 e 14.30 -18). 
Per info: 393/9675801, www.lacittaideale.org.

Musei e gallerie aperte anche a Milano: Palazzo Reale aprirà le sue porte sia domenica sia lunedì per consentire la visita alla mostra "Arte Lombarda. Dai Visconti agli Sforza"; l’esposizione intende celebrare, attraverso la storia delle due potenti dinastie lo sviluppo della società e della cultura milanese e lombarda. Apertura a Pasqua e Pasquetta dalle 9.30-19.30. 

Domenica apriranno inoltre con ingresso gratuito non solo la Pinacoteca di Brera ma anche il Cenacolo Vinciano, i Musei del Castello Sforzesco, il Museo del Risorgimento, Palazzo Morando, la Galleria d’arte moderna, il Museo Archeologico, il Museo di Storia naturale, l’Acquario, Museo Messina dalle 9 alle 17.30.

Orari diversi per la casa museo Boschi Di Stefano in via Jan 15 - che espone una straordinaria testimonianza della storia dell’arte italiana del XX secolo attraverso pitture, sculture e disegni dal primo decennio del Novecento alla fine degli anni Sessanta - e sarà aperta dalle 10 alle 18 e per il Museo del Novecento, aperto dalle 9.30 alle 19.30 (a Pasquetta quest’ultimo aprirà dalle 14.30 alle 19.30).

Le giornate festive possono essere un'ottima occasione per visitare il complesso museale di Palazzo Ducale a Mantova, con la Camera degli Sposi di recente riapertura. 
Poichè la domenica di Pasqua coincide con la prima domenica del mese, il il museo si visiterà gratuitamente grazie all'iniziativa culturale "Domenica al Museo". 
Apertura a Pasqua e Pasquetta (8.15-19.15), con visite guidate alle 10, 11, 15, 16, 17 (l servizio si prenota al momento dell'ingresso direttamente presso la biglietteria). 

I Musei Civici di Brescia saranno sempre aperti per le vacanze pasquali: il Museo di Santa Giulia attraverso la mostra "Raffaello. Opera Prima" riunisce i frammenti che costituivano la Pala Baronci (1500-1501), considerata la prima opera di Raffaello, realizzata dall’artista a soli 17 anni. Apertura: Pasqua e Pasquetta (9.30-17.30). 
Per info:030/2977844-834, www.bresciamusei.com
In città saranno aperti anche l'Area Archeologica del Capitolium, il Museo del Risorgimento e Museo delle Armi. Apertura: Pasqua e Pasquetta dalle 10 alle 17. 
Per info: 030/2977844-834, www.bresciamusei.com.

giovedì 2 aprile 2015

Buona Pasqua


Monteriggioni è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano

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Il Comune di Monteriggioni ha ricevuto la Bandiera arancione 2015 del Touring Club Italiano, come piccolo borgo eccellente d'Italia. Un riconoscimento che premia il territorio di Monteriggioni per la qualità turistico-ambientale, offerta e accoglienza. La "bandiera" è stata ufficializzata nei giorni scorsi. «E' una bella soddisfazione - commenta il sindaco di Monteriggioni Raffaella Senesi - e un riconoscimento per tutto il territorio, che ci sprona ad andare avanti e migliorarci sui processi di turismo sostenibile, incremento dei flussi di turismo e dinamismo delle attività imprenditoriali. L'amministrazione comunale è fortemente impegnata su tutti questi temi, di concerto con il tessuto sociale ed economico. Un punto di partenza e non di arrivo».

La Bandiera Arancione è il marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano rivolto alle piccole località dell'entroterra che si distinguono per un'offerta di eccellenza e un'accoglienza di qualità. L'ottenimento del marchio avviene in base a diversi criteri, tra i quali: la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dell'ambiente, la cultura dell'ospitalità, l'accesso e la fruibilità delle risorse, la qualità della ricettività, della ristorazione e dei prodotti tipici. Il marchio è temporaneo e subordinato al mantenimento dei requisiti nel tempo; la verifica avviene ogni tre anni con una tempistica fissata dal Toring a livello nazionale, valida per tutti i Comuni a prescindere dall'anno di assegnazione del riconoscimento.

La Bandiera arancione è uno degli strumenti con il quale il Touring garantisce ai turisti qualità e accoglienza e alle località uno strumento di valorizzazione. Il Programma territoriale Bandiere arancioni, in coerenza con i principi sui cui si fonda il TCi, promuove la conoscenza di luoghi poco conosciuti ma di grande pregio e stimola il viaggiatore a visitare questi luoghi assaporandoli, ma al tempo stesso avendone cura proprio perché preziosi.

Il Comune di Monteriggioni sarà Bandiera Arancione almeno fino al 2017.