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lunedì 17 dicembre 2012

La Certosa di San Martino a Napoli

 
La Certosa di San Martino venne fondata nel 1325 da Carlo d’Angiò, duca di Calabria, sulla sommità del colle che domina l’intero golfo napoletano.
Lo spettacolare complesso, edificato secondo i canoni architettonici dell'Ordine, venne realizzato da Tino di Camaino e Attanasio Primario. Della loro opera restano i grandiosi sotterranei gotici.
La Certosa, infatti, tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Settecento, venne sottoposta ad un radicale rinnovamento.
Furono tre gli architetti che con il loro intervento conferirono alla Certosa la veste attuale: Giovanni Antonio Dosio (1581), destinato a trasformare il severo aspetto gotico nel raffinato stile rinascimentale, Cosimo Fanzago (1623) autore della preziosa veste barocca e Nicola Tagliacozzi Canale (1723) che operò una perfetta sintesi tra architettura, pittura e scultura tipica del gusto rococò.
Nel corso del tempo i migliori artisti lavorarono per i monaci certosini, tra i pittori: Lanfranco, Ribera, Battistello Caracciolo, Luca Giordano, tra gli scultori Giuseppe Sanmartino e Domenico Antonio Vaccaro.
Dalla seconda metà dell’Ottocento la nuova funzione museale determinò profonde modifiche della struttura monastica fino a Novecento inoltrato.
L’attuale ordinamento, frutto di un esemplare restauro architettonico, restituisce la corretta percezione del luogo religioso e la misura dello spazio antico in un percorso museale che alterna testimonianze della storia di Napoli e della Certosa in osmosi con l’incantevole panorama urbano visibile da loggiati, belvederi e giardini.
 
Per chi può, in queste feste, una meta irrinunciabile.
 

sabato 15 dicembre 2012

Brunelleschi, scoperta 'sorella minore' della cupola del Duomo

 
E' stata scoperta, con tutta probabilita', la 'sorella minore' della Cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore, che Filippo Brunelleschi (1377-1446) progetto' genialmente senza armature di sostegno. Si tratta di una cupoletta emisferica, con un diametro di circa 3 metri, che e' stata rinvenuta poche settimane fa durante gli scavi eseguiti nel cantiere per l'allestimento del nuovo Museo dell'Opera del Duomo di Firenze (apertura al pubblico prevista nell'ottobre del 2015), nell'area dell'ex Teatro degli Intrepidi, in seguito trasformato in un garage.
L'annuncio dell'importante scoperta 'brunelleschiana', forse il leggendario modellino mai ritrovato, nell'area che fu del cantiere della Cupola del Duomo (1420-1436), e' stato dato oggi a Firenze, durante una conferenza stampa, dall'architetto Francesco Gurrieri, professore ordinario di restauro dei monumenti dell'Universita' di Firenze, gia' preside della Facolta' di Architettura (1995-2000). 
Gli scavi hanno messo in evidenza l'esistenza di strutture, databili tra il XIV e il XV secolo, riconducibili ad attivita' artigianali (presenza di materiali ferrosi, scarti di lavorazione del marmo) collegate al grande cantiere del Duomo. E tra la sorpresa generale, suscitando grande interesse storico-scientifico, e' spuntata fuori la presenza di una cupoletta (mutila in sommita', forse tagliata nel Settecento, in occasione della realizzazione del teatro), costruita con la tecnica a 'spina-pesce': proprio quella tecnica da sempre ricondotta al grande Filippo Brunelleschi; tecnica che gli consenti' di realizzare l'enorme Cupola facendo a meno dell'armatura lignea che, partendo da terra sarebbe stata una vera e propria foresta di tronchi d'albero per sostenere le centine di appoggio della muratura delle volte.


martedì 11 dicembre 2012

FINE ART WEEK ROMA


 
Dal 9 al 15 dicembre 2012 si svolge la prima edizione di Fine Art Week Roma, l’evento che riunisce dieci prestigiose gallerie di antiquariato della Capitale.
La manifestazione si caratterizza come una vera e propria “festa dell’arte antica”. Da domenica 9 fino a sabato 15 dicembre,i migliori Antiquari di Roma espongono nelle proprie Gallerie mostre di dipinti, disegni, sculture, tappeti ed oggetti d’arte.
Le gallerie, che aprono le loro porte anche di domenica per un evento mai realizzato prima d’ora a Roma, vedono le “arti” unirsi e fondersi per una celebrazione dell’arte antica.
Dislocate nei luoghi più suggestivi e centrali della città eterna, tra Via Margutta, Via del Babuino, Piazza di Spagna, Via Veneto e Via della Lupa, le gallerie d’arte romane rappresentano una ricchezza inestimabile.
Storia, tradizione, professionalità, eccellenza, unite ad opere di grande valore che quotidianamente vengono esposte, fanno sì che gli antiquari della Capitale vengano riconosciuti in tutto il mondo per il proprio prestigio.

INFORMAZIONI:
INFO@FINEARTWEEKROMA.IT


sabato 8 dicembre 2012

GIAMBATTISTA TIEPOLO. Luce, forma, colore, emozione





GIAMBATTISTA TIEPOLO. Luce, forma, colore, emozione
 
Dal 15 dicembre al 7 aprile, la fastosa dimora dell’ultimo Doge di Venezia, la scenografica Villa Manin di Passariano, si fa scrigno di dipinti sacri e profani di Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770), provenienti da prestigiosi musei europei e americani e da luoghi di culto, atti ad illustrarne il percorso artistico dalle prime esperienze fino alle imprese della tarda maturità che lo confermano pittore di prima grandezza.
Tele, talvolta di eccezionale dimensione, affiancate dai bozzetti preparatori utili per la valutazione delle doti inventive e della capacità ? tecnica, dipinti restaurati per l’occasione, eleganti disegni, in una mostra di entusiasmante bellezza e alta scientificità. Spettacolare e nel contempo largamente didattica. Un evento, quello affidato alle cure di Giuseppe Bergamini, Alberto Craievich e Filippo Pedrocco, programmato da quattro anni e accuratamente preparato, molto atteso anche a livello internazionale e di imponente impegno organizzativo per numero e qualità delle opere esposte.
La mostra segue di una generazione (esattamente 41 anni) quella che la Villa udinese propose nel 1971 in occasione dei duecento anni dalla morte del pittore e destinata a segnare il punto di svolta nella sua fortuna critica.
Ora l’Azienda Speciale villa Manin e la Regione Friuli Venezia Giulia realizzano in quella stessa sede un’esposizione monografica in grado di attraversare l’intera complessa parabola artistica del pittore: una mostra di grande impegno che anche alla luce dei numerosi studi susseguitisi da allora consente oggi una valutazione più ampia e approfondita del Tiepolo.
Se ne documenta l’evoluzione stilistica, con l’individuazione di alcuni momenti chiave del rapporto del Tiepolo con i suoi mecenati. Accanto all’esame dei singoli dipinti vengono quindi ricordati i maggiori committenti e gli intellettuali – come Scipione Maffei, Francesco Algarotti, i cugini Zanetti – che hanno seguito l’artista fin dagli esordi, influendo sulla sua formazione culturale.
Impegnativi restauri promossi proprio in occasione della mostra permettono inoltre di accostarsi ad opere difficilmente visibili per la loro ubicazione o che hanno rischiato di essere compromesse da recenti, traumatici, avvenimenti.
Tiepolo è senza dubbio il pittore veneziano più celebre del Settecento, l’instancabile realizzatore di imprese monumentali su tela o a fresco, vero e proprio detentore del monopolio tanto nella decorazione dei palazzi lagunari quanto delle ville di terraferma. Principi e sovrani di tutta Europa si contendono i suoi servigi.
La mostra ripercorre la sua lunga e fertile attività attraverso una sequenza di opere particolarmente significative, di soggetto sia sacro che profano, che testimoniano al meglio una casistica estremamente ampia di commissioni: soffitti allegorici, pale d’altare, decorazioni in villa, modelletti, disegni.

martedì 27 novembre 2012

Leonardo, la "Tavola" ritrovata


In un comunicato congiunto, emesso simultaneamente in data odierna a Tokyo e a Roma, il Tokyo Fuji Art Museum ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali annunciano la firma di un accordo a lungo termine e la donazione da parte del Museo in favore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di un importante dipinto del XVI Secolo, noto come “Tavola Doria”.
La Tavola Doria, un’opera olio su tavola (86x115 cm), raffigura la “Lotta per lo Stendardo”, un momento della “Battaglia di Anghiari”, episodio storico oggetto del dipinto commissionato nei primi del XVI Secolo a Leonardo da Vinci per il “Salone dei Cinquecento” di Palazzo Vecchio a Firenze.
Per il Ministero, il Sottosegretario Architetto Roberto Cecchi ha dichiarato:
“Siamo emozionati per il ritorno in Italia di questa importantissima opera. Siamo grati al Tokyo Fuji Art Museum per questa donazione e guardiamo con fiducia alla nostra collaborazione con il Museo per gli anni a venire. Siamo lieti che il Giappone, Paese di grande cultura, esporrà opere italiane e che in Italia il Museo consentirà di esporre opere giapponesi.”
Mr.Akira Gokita, Rettore del Tokyio Fuji Art Museum, ha dichiarato:
“Siamo molto contenti di essere stati in grado di poter donare la Tavola Doria all’Italia. Siamo contenti che adesso l’opera appartenga a suo Paese d’origine e che nel futuro sia esposta al pubblico. Siamo, inoltre, compiaciuti che, per gli anni a venire, saremo in grado di poter organizzare, in Giappone, importanti mostre di beni d’arte italiani e, più in generale, cooperare con il Ministero per scambi culturali”.
Il dipinto sarà esposto al pubblico italiano fino al 30 giugno 2014, data in cui, secondo l’accordo di cooperazione raggiunto tra il Ministero ed il Museo, il dipinto verrà trasferito in Giappone per quattro anni.
Sotto la direzione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sono in corso ulteriori ricerche scientifiche e valutazioni critiche, anche da parte di importanti esperti d’arte del settore, allo scopo di poter rispondere alle domande che l’opera pone.

Il Tokyo Fuji Art Museum è un museo privato situato nella città di Hachioji, la parte occidentale della periferia di Tokyo. Creato nel 1983, possiede una collezione di circa 30.000 opere d’arte, tra dipinti, stampe, sculture, oggetti decorativi in legno laccato, spade e fotografie. In linea con il proprio motto “un museo che crea ponti nel mondo”, il museo si sforza di intrattenere scambi internazionali per mostre in Giappone ed all’estero, al fine di presentare culture eminenti di tutto il mondo e per contribuire alla preservazione dei beni d’arte, la ricerca, l’educazione ed il loro godimento pubblico.

lunedì 26 novembre 2012

"Puer Natus"

 
A Siena, il 1 dicembre 2012 apre al pubblico "Puer Natus. L'infanzia di Gesù nei corali miniati del Duomo di Siena", mostra realizzata dall'Opera della Metropolitana e dedicata alle sontuose pergamene miniate tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo per la Cattedrale di Santa Maria Assunta.
In prossimità del Santo Natale sarà possibile ammirare, nella Cripta sotto il Duomo e nella Libreria Piccolomini, una sorta di prezioso "Presepe" costituito dalle magnifiche miniature dedicate all'Annunciazione, alla Natività, all'Adorazione dei Magi e alla Presentazione al Tempio di Gesù.
I corali presentati in mostra nella Libreria Piccolomini saranno aperti, per la prima volta, ad una carta (pagina) diversa rispetto a quella dell'esposizione permanente.
In Cripta, l'infanzia di Gesù sarà illustrata, in questa occasione straordinaria, attraverso alcuni preziosi corali della fine del XIII secolo provenienti dal Museo e dall'Archivio dell'Opera del Duomo. Essi rappresentano un tassello fondamentale per la ricostruzione della storia della miniatura tra la fine del Duecento e gli inizi del Cinquecento e fanno parte di un corpus di circa trentacinque codici realizzato per la Cattedrale di Siena in due diverse serie: una risalente alla fine del Duecento, l'altra alla seconda metà del Quattrocento.
Tra gli autori più rappresentativi da rilevare è la presenza del Terzo Maestro dei Corali del Duomo, attivo alla fine del XIII secolo e autore della splendida Natività riferibile a quella affrescata pochi anni prima nella Cripta; e quella di Girolamo da Cremona e Liberale da Verona che, nell'ultimo quarto del XV secolo, crearono splendide lettere miniate come quella raffigurante l'Adorazione dei Magi.
Il percorso espositivo è completato da una sezione multimediale che permetterà al visitatore di "sfogliare" su touch-screen le preziose carte, ammirando nei dettagli la bellezza delle miniature.
La visita nei locali della Cripta sotto il Duomo sarà accompagnata dall'ascolto di brani di canto gregoriano legati alla liturgia del Tempo di Natale.
Nell'ambito della mostra verranno realizzati percorsi guidati per adulti e bambini.

Puer natus. L'infanzia di Gesù nei corali miniati del Duomo di Siena
Siena, Cripta sotto il Duomo – Libreria Piccolomini
1° Dicembre 2012 – 27 Gennaio 2013
Prezzi: € 8,00 Opa Si Pass all inclusive ticket (Puer Natus, Cripta sotto il Duomo, Libreria Piccolomini, Cattedrale, Battistero, Museo dell'Opera)
Gratuito: bambini fino a 11 anni; residenti e nati a Siena

Informazioni, prenotazioni e visite guidate:
Opera – Civita Group: 0039 (0)577/286300
email:
opasiena@operalaboratori.com

domenica 18 novembre 2012

"Lezioni" sulla Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti

 
La Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti è uno dei massimi capolavori della storia dell’arte mondiale. Alla luce del restauro, terminato da due mesi e durato 27 anni, quest’opera straordinaria necessita di una rilettura e quindi di una riscoperta: questo è l’obiettivo del ciclo di 10 conferenze che si terranno a Firenze, a partire dal 20 novembre 2012 fino al 4 giugno 2013, presso il Centro Arte e Cultura dell’Opera di Santa Maria del Fiore, ogni martedì alle ore 17.00.
Le conferenze, ad ingresso gratuito, sono a cura di Timothy Verdon direttore del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, dove la Porta del Paradiso è conservata.

La Porta del Paradiso e la fede dei fiorentini è il titolo della prima conferenza, che si terrà il 20 novembre, a cura di Timothy Verdon;
l’11 dicembre, sarà la volta di Anna Maria Giusti con Restaurare il “Paradiso” un percorso di esperienze e conoscenza.
Il 15 gennaio 2013, Giovanni Serafini parlerà de Gli Stipiti della Porta del Paradiso: la varietas naturale e i significati teologici;
il 12 febbraio, Doria Liscia con Ghiberti, Michelozzo e Bernardo Cellini. Le impronte del fiorino sulla Porta del Paradiso;
il 26 febbraio, Margaret Haines I committenti di Ghiberti in Piazza Duomo: uomini e istituzioni con l’artista;
il 19 marzo Francesco Gurrieri L’architettura nelle formelle della Porta del Paradiso;
il 16 aprile, Cristina Acidini, Formelle in viaggio: esperienze espositive nel tempo del restauro;
il 7 maggio, Bruno Santi con la conferenza Tra tardogotico e primo Rinascimento: Ghiberti e la pittura del suo tempo;
il 21 maggio, Antonio Natali con Ghiberti “compagno” di Michelozzo ed infine,
il 4 giugno, Lorenzo Fabbri con Lorenzo Ghiberti nella Firenze del suo tempo.

Tra gli argomenti che saranno affrontati, quello delle immagini impresse sul retro dell’anta destra della Porta del Paradiso. Si tratta di 40 figure realizzate con punzoni metallici, raffiguranti particolari del Battista o elementi del giglio fiorentino. E’ stata la studiosa di oreficeria quattrocentesca, Doria Liscia, a dare una risposta: si tratta di prove per la moneta cittadina, il Fiorino, e in alcuni casi del “soldino” di minor valore. Il Fiorino veniva ridisegnato ogni sei mesi da un incisore scelto dai Signori della Zecca, il cui incarico era semestrale, e i simboli obbligatori per le due facce della moneta erano proprio il Battista e il giglio fiorentino. Gli stemmi incisi sulla Porta del Paradiso vanno dal primo semestre del 1448 (che iniziava il 25 marzo, secondo lo “stile fiorentino) al primo semestre del 1449 incluso. E’ un momento interessante: dopo aver avuto l’incarico per il primo semestre del 1448, Michelozzo, da lungo tempo incisore per la Zecca, non è riconfermato e al suo posto, per i due semestri successivi, è incaricato Cennini. Entrambi sono stati collaboratori del Ghiberti alla Porta del Paradiso, ma proprio il 2 aprile 1448, mentre Michelozzo non lavora più alla Porta, Il Cennini entra far parte della “squadra” del Ghiberti. Rimane un mistero come mai il Ghiberti abbia permesso di usare la Porta del Paradiso come una lavagna
 

martedì 13 novembre 2012

Reggia di Venaria: soldi dal Ministero o rischio chiusura a tempo

La Reggia di Venaria rischia di ridurre il suo servizio turistico.
Pur essendo una delle maggiori attrattive di Torino - nel "ponte" di Ognissanti le visite hanno raggiunto cifre alte - ci sarebbe un problema di fondi non erogati dal ministero, che rischierebbe, appunto, di compromettere la copertura dell'imponente residenza sabauda.

È stato il presidente del consorzio Venaria Reale, Fabrizio Del Noce il primo a lanciare l'allarme. Il Mibac (ministero dei Beni Culturali) avrebbe un debito con la Reggia di circa 7 milioni. La convenzione di 2 milioni l'anno infatti è stata univocamente interrotta e la Reggia non riceve più questi fondi. Polemico Del Noce: «Fa specie che sia grosso modo proprio la somma erogata al nuovo museo romano in questi ultimi anni» riferendosi al
Maxxi.

Gli altri due partner del museo sono la
Compagnia di San Paolo e la Regione Piemonte.
Di quest'ultima ha parlato l'assessore Michele Coppola: «È inaccettabile che il ministero non riconosca i meriti del Piemonte, alle parole non seguono i fatti».
Il museo ha visto quest'anno 800mila visitatori, il bilancio è stato chiuso in pareggio, il presidente non percepisce stipendio e il consiglio d'amministrazione non ha costi: tutti fattori che rendono ancora più inspiegabile l'abbandono da parte del Ministero. Per far fronte al quale c'è il rischio di dover ridimensionare l'offerta espositiva oppure di chiudere temporaneamente la struttura.

«I fondi del Mibac ci servirebbero per organizzare le mostre del futuro, un grande evento costa tra i 4 e gli 8 milioni.
Senza contare che potrebbe esserci bisogno di interventi di manutenzione straordinaria», spiega ancora Del Noce.
Una lettera firmata da tutti i consiglieri è stata redatta per essere consegnata al Mibac. L'assessore Coppola ha anche elencato alcune contropartite possibili, come le donazioni, opere da restaurare e poi mostrare oppure la possibilità di ospitare «un grande evento internazionale o anche usare la reggia come fulcro di una grande idea condivisa». L'intenzione è quella di far entrare Venaria all'interno dei grandi scambi di opere d'arte e alzare il livello delle esposizioni.
Tutti biglietti da visita che si spera possano risultare interessanti per il Mibac.
Continua la serie delle vergogne d'Italia...

giovedì 1 novembre 2012

III EDIZIONE DEL SALONE DELL'ARTE E DEL RESTAURO

 
 
La III Edizione del Salone vedrà la sinergia di oltre 300 realtà tra enti istituzionali, imprese, scuole di formazione e associazioni - attive nel restauro, nella tutela e nella valorizzazione del Patrimonio Culturale- impegnate durante il Salone in attività espositive e culturali.
Una grande vetrina dedicata a tutti gli operatori del settore che, condividendo esperienze e know-how, potranno interagire e valorizzare la propria immagine con l'obiettivo di collaborare al consolidamento di un sistema ancora vivo nel nostro Paese nella produzione di opere, nella formazione specialistica dei giovani e nei servizi per la conservazione, per il restauro e per la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.

mercoledì 24 ottobre 2012

COSTANTINO 313 d.C.


 
 
«Quando noi, Costantino Augusto e Licinio Augusto, felicemente ci incontrammo nei pressi di Milano e discutemmo di tutto ciò che attiene al bene pubblico, [pensammo] che si dovessero soprattutto regolare le cose concernenti il culto [...], concedendo anche ai cristiani, come a tutti, la libertà di seguire la religione preferita»: che si tratti di un editto, come lo si è sempre definito, o di una semplice lettera, come suggeriscono alcuni studiosi, e che già due anni prima l’Editto di Galerio avesse concesso libertà di culto ai cristiani, poco importa: l’Editto di Costantino, o Editto di Milano (detto anche «della tolleranza»), emanato nel 313 d.C., resta una pietra miliare nella storia del mondo; un turning point gravido di conseguenze che avrebbero impresso una svolta radicale a un’età drammatica, di frontiera e di violenta transizione, in cui l’assetto del mondo sino ad allora conosciuto, l’Impero romano, stava collassando.
Tanto che la mostra COSTANTINO 313 d.C., celebrando un fatto avvenuto 1.700 anni fa, finisce per apparire ben più attuale di tanti eventi sulla contemporaneità.
Curata da Gemma Sena Chiesa e Paolo Biscottini che l’ha ideata, e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Moda, Design, Palazzo Reale, Museo Diocesano di Milano ed Electa (suo anche il catalogo) con il supporto di Fondazione Bracco, Gruppo Credito Valtellinese e altri, la mostra, che si tiene dal 25 ottobre al 17 marzo in Palazzo Reale a Milano (poi dal 27 marzo al 15 settembre a Roma, al Colosseo e nella Curia Iulia), promette di essere uno degli appuntamenti culturali più significativi dell’anno.
Spiega a «Il Giornale dell’Arte» Paolo Biscottini: «Non è stato facile sondare la vera dimensione culturale e spirituale di Costantino, evitando ogni facile apologetica e attenendoci a una storia scarna in cui emerge soprattutto il senso del Khrismon in un’epoca complessa, densa di contraddizioni, così com’è anche la stessa figura dell’Imperatore. L’attenzione sui fatti, sui reperti, su Milano nel IV secolo, sulla straordinaria figura di Elena, ci ha portato a ragionare sulla fine dell’impero e l’alba di un’epoca nuova. Molte domande restano inevase. I dubbi ci hanno spesso tormentato. Ma abbiamo anche avvertito la forza del ragionamento di Ambrogio che, senza nulla concedere a Costantino, gli riconosce d’aver lasciato dopo di sé un’indubitabile eredità di fede».
Oltre 200 tra pezzi archeologici, opere d’arte e oggetti di lusso, giunti da grandi musei del mondo intero e divisi in cinque sezioni, raccontano ora quella storia complessa.
Introduce al percorso la nuova forma urbana assunta nel IV secolo da Mediolanum, che da pingue città di provincia diventa una delle capitali dell’impero: il Palatium, sede imperiale e amministrativa (nell’attuale via Gorani), le Terme grandiose (tra corso Vittorio Emanuele e via Larga), il quartiere di abitazioni e botteghe di piazza Meda e la necropoli di Sant’Eustorgio sono illustrati da pezzi archeologici, molti dei quali emersi negli scavi recenti e dunque mai visti prima. Si indaga poi la rivoluzione politica e religiosa avviata da Costantino per affrontare i tempi nuovi, con pezzi riferibili alla Tetrarchia e a Costantino stesso, che sappiamo fu autore anche di grandi efferatezze. Inevitabile la domanda: il suo «editto della tolleranza» fu un gesto di fede o di strategia?
Sposò la causa cristiana (Eusebio di Cesarea afferma che in punto di morte volle essere battezzato) o si servì di una religione di sempre maggior peso nella società del tempo per assecondare una trasformazione che vedeva ormai irreversibile? Impossibile per noi saperlo. Ciò che è certo, è che introdusse il Khrismon, simbolo di Cristo, e lo volle sui suoi vessilli nella battaglia vittoriosa contro il rivale Massenzio («in hoc signo vinces» gli suggerì un sogno, narra la tradizione): un segno cristiano che convisse però con persistenze pagane, come è provato dal rilievo con «Jupiter Dolichenus e altre divinità», dalla statua di «Iside Fortuna» o dal piccolo marmo di «Eracle» dei Musei Capitolini, documenti del sincretismo religioso del tempo ma anche della fertile commistione tra l’iconografia classica e quella cristiana. La mostra affronta poi i temi dell’esercito, della chiesa e della corte imperiale con ritratti, monete, oggetti sacri, splendidi oggetti di arti suntuarie (gioielli, argenti sacri e profani, gemme, cammei...), testimonianze del fasto che caratterizzava la vita di corte ma anche quella della Chiesa, divenuta ora pubblica e ufficiale. L’ultima sezione è dedicata a Elena, madre di Costantino, imperatrice e santa e, secondo la tradizione, colei che ritrovò la Croce di Cristo. Un tema questo che conobbe da subito una grandissima fortuna nell’arte: lo testimoniano in mostra la pergamena del IX secolo, da Vercelli, la miniatura del primo Rinascimento dell’Antifonario di Brescia, i dipinti di Cima da Conegliano da Washington e da Venezia, il bellissimo «Sogno di Elena» vaticano del Veronese e altre opere che documentano il culto per la santità dell’imperatrice, riconosciuta da secoli dalla Chiesa d’Oriente e d’Occidente.
di Ada Masoero, da Il Giornale dell'Arte numero 324, ottobre 2012

venerdì 12 ottobre 2012

BiblioPride, la Giornata nazionale delle biblioteche

 
Domani, sabato 13 ottobre, si festeggia la Giornata nazionale delle biblioteche, chiamata anche BiblioPride, promossa e organizzata dall’Associazione italiana biblioteche (AIB). La location principale è Napoli, con ospiti d’eccezione come Andrea Camilleri, Michela Murgia, Loredana Lipperini, Marcello Fois. Ma molte sono le iniziative dedicate in giro per la Penisola (per conoscerle basta andare sul sito dell’Associazione).
Si tratta del primo evento nel suo genere in Italia e l’idea, rubando le parole del presidente dell’AIB Stefano Parise, è quella di “[…] parlare alla nazione, per cercare di evidenziare il ruolo positivo che le biblioteche possono svolgere nel migliorare alcuni parametri della vita di tutti noi.”. Ma, come si intuisce dal nome, si tratta anche di una manifestazione di orgoglio che i bibliotecari provano nei confronti del loro prezioso mestiere.
Giusto lo scorso ottobre, infatti, proprio l’AIB lanciava l’iniziativa chiamata La notte delle biblioteche , pensata come denuncia riguardo ai tagli di bilancio che minacciavano pericolosamente proprio il comparto della conservazione libraria. E il BiblioPride, come un anno fa, sempre citando Parise, serve a “riaffermare l’importanza delle biblioteche come servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese, come presidi di democrazia fondati sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee”.
E gli addetti del settore hanno quindi alzato la voce rivendicando di fronte al Paese il peso del loro ruolo nella cultura italiana.
Intanto ecco un po’ di dati, che ci ha fornito proprio l’AIB: l’Italia conta oltre 12.700 biblioteche, delle quali 6.700 fanno capo ai Comuni, circa 2.000 alle Università, 1.250 agli enti ecclesiastici e 46 al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. I lavoratori del settore sono tra i 15 e i 17 mila, di cui 1000 al Ministero. Una buona parte degli occupati (circa il 40%) opera con contratti atipici, e anni di staticità nelle iniziative politiche e amministrative (anche nelle stesse biblioteche) non hanno aiutato il settore a crescere.
C’è poi chi vede le biblioteche come una risposta efficace contro la crisi. Lo pensa Andrea Camilleri, che in un videomessaggio dedicato proprio a BiblioPride, si esprime così:

“[…] oggi i libri costano e il costo della vita aumenta ogni giorno che passa. Siamo in piena recessione. Quindi, chi vuole leggere, chi ha necessità di consultare dei volumi, non può che rivolgersi alle biblioteche. […]le biblioteche dovrebbero essere sovvenzionate maggiormente, per poter far fronte alla richiesta.”
Gli organizzatori tengono comunque a sottolineare che, diversamente da La notte delle biblioteche, Biblio Pride non è solo denuncia, ma una festa che vuol celebrare “l’Italia delle biblioteche che funzionano, dei bibliotecari professionisti e orgogliosi di esserlo”.

venerdì 5 ottobre 2012

WEEK END 2: Roma recupera la "Notte dei Musei" 2012

 
A seguito la cancellazione voluta dal Ministero dei Beni Culturali, La Notte dei Musei, originariamente prevista per il 19 maggio 2012, verrà recuperata a Roma (ed esclusivamente a Roma!) sabato 6 ottobre 2012.

Informazioni aggiornate sul sito: http://www.museiincomuneroma.it/
 
L’evento sarà dedicato alla memoria di Melissa Bassi, la studentessa che ha perso la vita nell’attentato di Brindisi nel maggio scorso.
I musei civici e statali, le biblioteche comunali, i musei storici dell’esercito italiano, gli spazi privati, le accademie e le istituzioni culturali straniere di Roma saranno aperti straordinariamente e gratuitamente dalle 20 alle 2.
La ripresa della Notte dei Musei a Roma coinvolgerà circa 60 spazi culturali ed espositivi della città, con più di 150 eventi e iniziative gratuite, tra musica, cinema, teatro, danza, letture.
Ecco alcuni dei musei partecipanti:

Musei Capitolini;
Centrale Montemartini,
Chiostro del Bramante,
Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale
Macro,
Maxxi,
Mercati di Traiano,
Museo dell’Ara Pacis,
Museo dell’Emigrazione – Complesso del Vittoriano,
Galleria Nazionale d’Arte Antica Palazzo Barberini,
Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps,
Palazzo delle Esposizioni,
Planetario e Museo Astronomico,
Scuderie del Quirinale,
Casa del Cinema,
Casa del Jazz,
Casa delle Letterature.

WEEK END: Pittori a Lucca al tempo di Paolo Guinigi. Battista di Gerio in San Quirico all'Olivo

 
 
Il Museo nazionale di Villa Guinigi di Lucca ospita sino al 6 gennaio 2013 la mostra “Pittori a Lucca al tempo di Paolo Guinigi. Battista di Gerio in San Quirico all'Olivo”.
L’evento, di interesse internazionale, è organizzato dalla Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara in collaborazione con il Musée du Petit Palais di Avignone e il CICRP (Centro Interregionale per la Conservazione e il Restauro del Patrimonio) di Marsiglia.
Fulcro della mostra è la ricomposizione del trittico realizzato nel 1417 da Battista di Gerio per la Chiesa di San Quirico all’Olivo, oggi di proprietà privata e chiusa al culto, le cui parti furono disperse tra Lucca, Avignone e Philadelphia.
L’esposizione, integrata da supporti multimediali, sarà allestita all’interno del percorso museale nella sezione dedicata al Gotico e al Rinascimento, offrendo al visitatore non solo l’occasione di vedere la mostra, ma anche di scoprire il Museo di Villa Guinigi, la grandiosa residenza estiva voluta da Paolo Guinigi, signore di Lucca dal 1400 al 1430, nella zona suburbana dei borghi di Levante della città (fuori della cerchia muraria medievale).
In occasione dell’iniziativa, è previsto il libero ingresso alla mostra e al Museo nazionale di Villa Guinigi

sabato 29 settembre 2012

WEEK END: GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2012 - “L’ITALIA TESORO D’EUROPA”

 
 
Come di consueto, l’Italia aderisce, insieme ad altri 49 Stati Europei, alle Giornate Europee del Patrimonio 2012 che avranno luogo nel nostro Paese il 29 e il 30 settembre, con lo slogan, ormai consolidato: “L’Italia tesoro d’Europa”.

L’azione congiunta del Consiglio d’Europa e della Commissione europea ha come scopo primario quello di avvicinare i cittadini europei ad una migliore e reciproca comprensione malgrado le differenze di cultura e di lingua, attraverso l’organizzazione di manifestazioni culturali che mettano in luce il saper fare, le tradizioni locali, l’architettura e gli oggetti d’arte, ma anche la presentazione di beni culturali inediti e l’apertura straordinaria di edifici storici.

Gli obiettivi delle Giornate Europee sono quelli di sensibilizzare i cittadini europei alla ricchezza e alla diversità culturale dell’Europa, creare un clima ideale per fare accettare il ricco mosaico delle culture europee e favorire una più grande tolleranza in Europa che vada al di là delle frontiere nazionali, sensibilizzare il grande pubblico e il mondo politico alla necessità di proteggere il patrimonio culturale.

A questa grande festa europea, il MiBAC partecipa con oltre 1500 appuntamenti, organizzati dai propri Istituti centrali e territoriali che, per l’occasione,
aprono gratuitamente al pubblico tutti i luoghi d’arte statali, che comprendono il patrimonio archeologico, artistico e storico, architettonico, archivistico e librario, cinematografico, teatrale e musicale. A questi si affiancano i luoghi d’arte appartenenti ad altre realtà (Istituzioni, Enti) che hanno aderito alla manifestazione.

Come ogni anno, hanno assicurato la loro partecipazione, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Regioni e Province autonome e le Istituzioni culturali a carattere pubblico e privato.

Alla ricerca di Monna Lisa, martedi' apertura della tomba multipla

 
Una tomba multipla rinvenuta nei giorni scorsi nell'ex convento di Sant'Orsola a Firenze verra' aperta martedi' 2 ottobre, alle ore 11,30, alla presenza della stampa internazionale. Si tratta dell'ennesima sorpresa degli scavi archeologici in corso nell'ambito del progetto di ricerca della tomba di Monna Lisa Gherardini, la nobildonna fiorentina che avrebbe ispirato il celeberrimo dipinto della Gioconda di Leonardo da Vinci esposto al Louvre di Parigi.
La tomba multipla si trova vicina all'altare francescano della fine Quattrocento che fu rinvenuto nel luglio scorso. Qualora dovesse essere confermata la presenza dei resti mortali di due persone, si tratterebbe del sesto e settimo scheletro emersi duranti gli scavi compiuti dalla Provincia di Firenze - su indicazione della Soprintendenza Archeologica della Toscana - per consentire l'avvio dei futuri lavori di ripristino dell'immobile.

martedì 18 settembre 2012

S.Crisogono a Roma, nel degrado la basilica ipogea del IV secolo

 
Affreschi del IV secolo dopo Cristo “immersi” nelle infiltrazioni d’acqua, lapidi alla rinfusa sul pavimento in terra battuta, sarcofagi, capitelli istoriati ancora pieni del fango dal quale sono stati estratti, e la sorpresa finale: un sarcofago aperto con decine di femori e altre ossa umane, esposte. Benvenuti nella basilica paleocristiana di San Crisogono a Roma, una dei primi “tituli” cristiani, la cui prima menzione risale al 499 ma costruita prima, nel IV secolo, sotto Papa Silvestro I (314-335) e continuamente rifatta, fino ad arrivare ai giorni nostri. La basilica trasteverina moderna nasconde nelle sue viscere quella paleocristiana, di estensione probabilmente maggiore rispetto a quella sovrastante; per visitarla basta chiedere al custode, che apre per 3 euro la porticina che dalla sacrestia porta ai sotterranei.
Lì si svela il tesoro, a partire dall’abside: che è ancora oggi decorato con affreschi incredibilmente vividi, anche se immersi in un’umidità probabilmente del 100%, con il Tevere a pochi passi da lì. Un sopralluogo dell’Adnkronos in compagnia di una restauratrice specializzata, Carlotta Nobile, mostra nei dettagli il degrado in cui è lasciata la basilica, una delle migliaia di chiese in carico al Fec, fondo edifici di culto, del ministero dell’Interno. Il titolo è retto dai padri Trinitari, ordine mendicante di diritto pontificio, e attualmente è vacante la carica di titolare.
A colpire soprattutto è il sarcofago, uno dei tanti, appoggiato a uno degli ultimi muri della basilica paleocristiana: ossa umane alla rinfusa, principalmente femori. Atmosfera ‘gothic’ assicurata in un attimo; ma in realtà, spiega la restauratrice, a dover colpire maggiormente è lo stato di abbandono degli affreschi, che dopo aver risucchiato acqua per secoli hanno una patina di calcare evidente lungo una buona parte dell’estensione, e altri danni collaterali.
Impressionante tuttavia la freschezza e la vivacità dei colori e delle immagini, che meriterebbero ben altra sorte e soprattutto cura. I pavimenti lasciano intravedere la tecnica costruttiva, con giochi di laterizi che originariamente dovevano sostenere superfici marmoree e mosaici, a tratti ancora visibili, e i cui scarsi resti sono accatastati lungo le pareti o sotto le volte, a che a “disposizione” di improvvisati cacciatori di souvenir.
Lapidi disseminate qui e lì, alcune risalenti al periodo della prima costruizione, contribuiscono all’aria di fascino trasandato dell’antichissima basilica, mantenuta in assetto dai lavori del primo Novecento e da quelli seguenti, con interventi anche grossolani di mantenimento con il cemento dei margini degli affreschi.

mercoledì 12 settembre 2012

Alla ricerca di Monna Lisa, ritrovato l'altare e uno scheletro...

 
Nell’ambito degli scavi nell’ex convento di Sant’Orsola, dove si cercano le spoglie della Gioconda, sono state scoperte tre nuove tombe e uno scheletro intero all’interno della tomba terragna aperta dalle antropologhe della Soprintendenza Irene Baldi e Silvia Gori. Secondo le prime ipotesi questi resti mortali potrebbero risalire al 1300.
In questa fase di scavi e di ricerca delle spoglie della ‘modella’ ritratta nella Gioconda di Leonardo, sono stati trovati anche i resti di un presbiterio con altare e ciborio, che si ritiene possa essere stato realizzato dalle suore francescane che vivevano nel convento verso la fine del 1400 o agli inizi del ’500.
Secondo quando riferito dall’archeologa della Soprintendenza della Toscana, Valeria D’ Aquino, “Sicuramente è questo l’altare in funzione ai tempi di Lisa Gherardini. Non è escluso che in prossimità dell’altare vi possa essere una quarta sepoltura.” “Queste novità ci obbligano a rileggere in modo diverso le notizie di archivio relative ai lavori fatti dalle monache francescane dopo il 1450”, afferma Silvano Vinceti, presidente del Comitato per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali che sta compiendo uno studio autonomo per individuare eventuali resti mortali della Monna Lisa.
”A questo punto possiamo avanzare nuove congetture circa la sepoltura di Lisa Gherardini, avvenuta nel 1542, ovvero quando era in funzione nella chiesa di Sant’Orsola proprio l’altare ritrovato nei giorni scorsi durante gli scavi compiuti dalla Soprintendenza”.

venerdì 7 settembre 2012

WEEK END

9 settembre dalla spada alla rosa

Dame e cavalieri, rosa e spada, danze e duelli. Rievocazione di atmosfere medievali, spettacolazioni itineranti tra le mura della Rocca, a cura dell’Associazione I Cavalieri di Santa Fina. Le spade si uniscono a creare raggiera di sole. Le donne, come lanterne, creano ruota di luce che esorcizza la paura della notte. Canti e danze rievocano i riti delle stagioni, la ciclicità della vita. È la freccia dell’arciere unione tra terra e cielo, misura del tempo, meridiana della vita.
Laboratori adulti e bambini, giochi, danze, animazioni.
   


atmosfere medievali alla rocca di staggiadame e cavalieri


PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
tel. 366 4792092

info@laroccadistaggia.it

giovedì 6 settembre 2012

Alla ricerca di Monna Lisa, trovate tre nuove tombe

 
Tre nuove tombe, una delle quali probabilmente contenente piu' cadaveri, sono state scoperte nell'ambito degli scavi nell'ex convento di Sant' Orsola a Firenze, dove il comitato per la valorizzazione dei beni culturali presieduto da Silvano Vinceti sta cercando le spoglie della 'modella' della Gioconda di Leonardo, Monna Lisa Gherardini. L'indagine, da poco riavviata dopo uno stop durato svariati mesi, si svolge nel contesto di una serie di lavori effettuati dalla Provincia, proprietaria dell'immobile, su richiesta della Soprintendenza della Toscana come prescrizione in vista del recupero del complesso, per il quale e' stato presentato un progetto di project financing. Sempre durante questa ultima fase di scavi, si spiega poi in una nota, sono stati ritrovati i resti di un presbiterio con altare e ciborio, che si ritiene possa essere stato realizzato dalle suore francescane che vivevano nel convento verso la fine del 1400 o agli inizi del '500. E, secondo quando riferito dall'archeologa della Soprintendenza della Toscana Valeria D' Aquino ''non e' escluso che in prossimita' dell'altare vi possa essere una quarta sepoltura''. ''Si tratta di scoperte importanti che vanno ad arricchire i ritrovamenti fatti nella prima fase degli scavi, dove gia' emersero due tombe terranee e alcuni resti mortali riconducibili ad altre due persone - commenta Vinceti nella nota - Un risultato di rilievo, considerato che siamo a meno della meta' del lavoro di scavo che, dopo la chiesa di sant' Orsola, proseguira' anche nel chiostro grande e in quello piccolo. Alla fine tutti i resti mortali che saranno emersi verranno inviati al Dipartimento per la conservazione dei Beni Culturali con sede in Ravenna dell'Università di Bologna, per avviare ulteriori esami''.

martedì 4 settembre 2012

Leon Battista Alberti, esce prima edizione critica del "De pictura"

 
 
Il ''De pictura'', trattato che l'architetto e artista umamista Leon Battista Alberti scrisse per rifondare su base teorica il mestiere del dipingere, torna sugli scaffali delle librerie in una nuova edizione critica (pp. 480, euro 45,00) a cura della professoressa Lucia Bertolini dell'Universita' di Chieti e Pescara. L'opera esce nell'ambito dell'''Edizione Nazionale delle opere di Leon Battista Alberti'', l'ambizioso progetto portato avanti a partire dal 2000 dalle edizioni Polistampa.
Bertolini, tra i massimi esperti in materia albertiana, ha condotto un'indagine sul testo nella sua redazione volgare del 1435 (che precederebbe quella latina, contrariamente a quanto supposto dalla critica fino al 2000), esaminando in modo puntuale i tre testimoni manoscritti dell'opera, conservati a Firenze, Parigi e Verona, e confrontando analiticamente le proprie proposte di soluzione a quelle delle precedenti edizioni, in particolare quella autorevole curata da Cecil Grayson. Viene cosi' stabilito un testo filologicamente piu' attendibile, mentre la collazione completa dei tre manoscritti aiuta non solo a tracciare la storia elaborativa del trattato, ma anche a meglio riconoscere il metodo di lavoro albertiano.
L'edizione critica del ''De pictura'' fa seguito a quelle del ''Pontifex'' (2007, pp. 324, euro 35) e del ''Trivia senatoria'' (2008, pp. 288, euro 35) rispettivamente curate da Andrea Piccardi e Stefano Cartei. E' imminente quella del ''De iure'' a cura di Maila Banti, mentre c'e' ancora riserbo sull'uscita del celebre ''De re aedificatoria''.

giovedì 30 agosto 2012

L'albero della vita di Lucignano

 
L'ALBERO DELLA VITA, detto anche "Albero d'oro" o "Albero di Lucignano" o "Albero dell'amore"; esempio unico al mondo di reliquiario a foggia d’albero, realizzato tra il 1438 e il 1479, la sua realizzazione ha richiesto oltre centoventi anni di lavorazione.
Iniziato nel 1350 è stato terminato nel 1471 dal noto orafo senese Gabriello d’Antonio.
La sua composizione di rame dorato e argento, le sue decorazioni con smalti, cristalli di rocca e coralli e miniature lo rendono un oggetto artistico di raro pregio e di straordinaria bellezza. Una grande base sorregge un tempietto gotico sul quale si innesta l’albero vero e proprio formato da dodici rami (sei per parte) decorati con foglie di vite, piccole teche e medaglioni, su cui sono incastonati dei rametti di corallo. Sulla sommità dell’albero sono collocati un Cristo crocifisso e sopra di esso un pellicano che si becca il petto, a rappresentare l’animale che si ferisce per sfamare i propri piccoli, così come Cristo ha versato il proprio sangue - simboleggiato dal corallo - per poter generare una nuova vita.. Anticamente gli sposi si promettavano fedelta' al suo cospetto, dopo innuverevoli disavventure quali il furto e il ritrovamento in condizioni critiche a causa dell'essere stato sotterrato e' tornato al suo antico splendore
 
Per informazioni, orari di aperture e/o prenotazioni tel. al n. 0575/838001 (Museo) e/o al n. 0575/838035/6/3, (Ufficio Cultura)
e-mail:
museo@comune.lucignano.ar.it - www.comune.lucignano.ar.it

domenica 26 agosto 2012

Apertura straordinaria del pavimento della Cattedrale di Siena

 
 

 
Dal 18 agosto al 24 ottobre è possibile tornare ad ammirare le splendide tarsie del pavimento della Cattedrale, straordinariamente scoperte dalla loro usuale protezione.
Si tratta di un'opera unica al mondo, un percorso tracciato nel marmo sui passi della storia della salvezza, attraverso la sapienza pagana e la rivelazione dell'Antico Testamento che i più grandi artisti, senesi e non, dal XV al XIX secolo, hanno ideato per comprendere il senso teologico degli spazi liturgici.
Il pavimento è visitabile nei giorni feriali dalle 10.30 alle 19.30, nei giorni festivi dalle 9.30 alle 18.00.
Per ulteriori info: www.operaduomo.siena.it

mercoledì 22 agosto 2012

 
 
Divenute ormai un appuntamento tradizionale della programmazione estiva della Villa, anche quest’anno, a partire dal 6 luglio fino al 15 settembre, tutti i venerdì e sabato Villa d’Este apre i battenti anche la sera, dalle ore 20,30 alle 24,00 (ultimo ingresso alle ore 23,00).
Un’occasione unica per visitare o rivisitare la villa, nella particolare atmosfera creata dall’illuminazione che, con i suggestivi effetti della luce riflessa sull’acqua, aggiunge ulteriori elementi di fascino ad uno dei giardini più belli del Rinascimento italiano.
In aggiunta alla suggestione della visita notturna al palazzo ed alle celebri fontane del giardino, tutti i venerdì sera, andrà in scena “Notturno rinascimentale”: dieci serate, a partire dal 13 luglio fino al venerdì 14 settembre, dedicate alla cultura ed alla musica del Rinascimento, con possibilità di visitare la mostra “Magnificenze a Tavola. Le arti del banchetto rinascimentale”.
Tra damigelle e gentiluomini in preziosi abiti rinascimentali, presenti grazie alla collaborazione dell’Associazione del Palio di Castel Madama, i visitatori potranno godere dei concerti organizzati nell’ambito della Rassegna musicale "Il Rinascimento Suona Giovane", il primo Festival di Musica Antica dedicato agli studenti dei dipartimenti di musica antica dei Conservatori Statali di Musica, con la direzione artistica del M° Maurizio Lopa; una occasione per parlare del fondamentale e appassionato impegno dei giovani nella salvaguardia del nostro patrimonio musicale, per parlare delle istituzioni che ne curano la crescita e delle istituzioni che ne dovrebbero favorire la sopravvivenza.
L’iniziativa, promossa dalla Soprintendenza per i Beni e Architettonici e Paesaggistici per le province di Roma, Frosinone, Latina Rieti e Viterbo è organizzata dalla Direzione di Villa d’Este, arch. Marina Cogotti, e realizzata in collaborazione con la De Luca Editori d’Arte, con il coinvolgimento di tutto il personale della Villa.

APERTURE STRAORDINARIE:
tutti i venerdì e sabato dal 6 luglio al 15 settembre
dalle 20,30 alle 24,00; (ultimo ingresso ore 23,00)

COSTO DEL BIGLIETTO:
biglietto intero: 11 euro (Villa, mostra e spettacolo, ove previsto)
biglietto ridotto: 8 euro, (dai 14 ai 18 anni e sopra i 65), gratuito: 0-13 anni.

INFORMAZIONI:
http://www.villadestetivoli.info

Ufficio Pubbliche Relazioni di Villa d’Este: 0774/312070

venerdì 17 agosto 2012

WEEK END: San Quirico d'Orcia e Bagno Vignoni

San Quirico d’Orcia è un antico borgo murato posto nel medioevo sul percorso della Via Francigena. Sigerio, arcivescovo di Canterbury, lo cita nel suo "Itinerario" compiuto negli anni 990-994. Nel XII secolo divenne sede di un vicario imperiale. Nel 1256 passò a Siena che fortificò le sue difese murarie che vennero ulteriormente modificate nel corso del ’400.
L’abitato appare ancora articolato sui due nuclei del castello, che ha come fulcro l’antica pieve, e del borgo di Santa Maria, riuniti dai senesi all’interno della comune cinta muraria.

San Quirico d’Orcia - La Collegiata vista dal fianco destro
La cinta muraria, con le sue quattordici torri, è per buona parta ancora ben conservata.
L’edificio senz’altro più rilevante del borgo è la collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, costruita in forme romaniche nei sec. XII-XIII sul luogo dell’antica pieve di Osenna della quale si hanno notizie fin dall’anno 714. L’attuale edificio venne modificato, nella parte absidale, nel secolo XVII per costruirvi il coro.
Da segnalare, per la loro importanza, i tre bei portali. Particolarmente pregevole quello maggiore che si apre nella facciata, di stile lombardo, preceduto da un elegante protiro con arco e sostenuto da due coppie di eleganti colonne che poggiano su leoni di pietra. Nell’architrave del portale, è raffigurata una "lotta di mostri". Nel centro della lunetta è scolpita una figura in trono da identificare con San Damaso o San Quirico. Della fine del sec. XIII sono gli altri due portali. Quello che si apre nel fianco destro della Collegiata, fra due bifore, presenta anch’esso un protiro le cui colonne sono sostituite da due cariatidi che poggiano su due leoni. Costruito probabilmente negli anni attorno al 1288, è stato attribuito a Giovanni Pisano (che in quel periodo stava lavorando al Duomo di Siena) o a un suo allievo di notevole livello. Un terzo portale gotico, del 1298 si trova nello stesso lato, sulla parete del transetto.
L’interno dell’edificio sacro è a croce latina, con tre absidi e un soffitto a travi dipinte. Nella terza arcata, lastra tombale quattrocentesca, del conte Enrico di Nassau. Nel braccio sinistro del transetto, vi è un notevole trittico attribuito a Sano di Pietro raffigurante la "Madonna col Bambino in trono e quattro santi" (sec. XV). Nell’abside è collocato un coro ligneo di intagliato e intarsiato di Antonio Barili (1482-1502) proveniente dal Duomo di Siena.
A sinistra della collegiata è l’Oratorio della Misericordia, semplice edificio precedutod da un portico coperto. All’altar maggiore conserva una grande tavola cinquecentesca di Bartolomeo Neroni detto "Il Riccio", raffigurante la "Madonna col Bambino e Santi".
Sul retro della Collegiata, sorge il severo profilo di palazzzo Chigi Zondadori, costruito da Carlo Fontana per il cardinale Flavio Chigi (sec. XVIII), arricchito da affreschi di artisti romani, molto danneggiati durante la guerra mondiale.
A destra è il rinascimentale palazzo Pretorio, affiancato da costruzioni medievali.
Dalla piazza si sviluppa via Poliziano che, affiancata da case medievali raggiunge la Porta dei Cappuccini, baluardo a forma poligonale inserito nella cerchia muraria cittadina.
San Quirico d’Orcia - Particolare degli Horti LeoniniSu piazza della Libertà si trova la chiesa della Madonna di Vitaleta, santuario ottocentesco edificato sui resti di un convento intitolato a San Francesco. All’altare maggiore conserva una "Madonna Annunciata" attribuita ad Andrea della Robbia (inizi sec. XVI). Fra le altre opere, due statue lignee policrome ("Angelo annunciante" e "Vergine Annunciata") di Francesco di Valdambrino (sec. XV). Inoltre, una seicentesca "Visitazione" di Ventura Salimbeni, un "Crocifisso" di area senese (sec. XV), una "Immacolata Concezione" e una "Predica di San Giovanni Battista" (1597) dell’Empoli.
Accanto a piazza Libertà, accanto alla semplice Porta Nuova, si trova l’ingresso per gli Horti Leonini, parco che occupa una vasta area compresa negli antichi baluardi cittadini. Essi prendono il nome dal loro antico proprietario, Diomede Leoni che li fece costruire attorno al 1581 su un terreno donato da Francesco I De’ Medici. Essi rappresentano ancora oggi un esempio perfettamente conservato di giardino all’italiana. Gli Horti Leonini si sviluppano in due zone: quella inferiore, più artificiale e recintata da muri e da lecci potati, e quella superiore più naturale. La parte più in basso conserva al centro una statua di Cosimo III de’ Medici di Bartolomeo Mazzuoli". Diverse sono le sculture presenti nel giardino, due teste di leone e una testa di "Giano bifronte" collocata al confine fra le due sezione del parco. Nella parte alte, sono visibili i resti della Torre del Cassero distrutta dai tedeschi nel corso dell’ultima guerra.
Continando per via Dante Alighieri si costeggia una casa del ’300 dove avrebbe abitato Santa Caterina da Siena. Quasi in fondo è la chiesa di Santa Maria Assunta, detta anche di Santa Maria ad Hortos perché situata in prossimità degli Horti Leonini. Il semplice e suggestivo edificio venne edificata molto probabilmente nei secoli XI-XII in pietre squadrate di travertino. Si presenta a navata unica, con abside, coronamento ad archetti e mensole decorate da motivi a testa di animali. Interessante è il portale, edificato con materiale proveniente dall’abbazia di Sant’Antimo.

San Quirico d’Orcia - Bagno Vignoni di notte

Bagno Vignoni è un antico e particolare borgo sorto nel medioevo attorno alla fonte delle acque solforose note già in età romana per le loro virtù curative. Il nome deriva dal castello di Vignoni le cui tracce si possono ancora vedere sull’altura che domina l’abitato. Feudo dei Tignosi, signori della vicina Tentennano, ai primi del sec. XIV, Bagno Vignoni divenne feudo della famiglia senese dei Salimbeni cui rimase fino al al 1417, quando Attendolo Sforza, marito di Antonia Salimbeni, lo cedette alla repubblica Senese.
L’abitato, molto ben conservato, si sviluppa, attorno alla grande vasca rettangolare che costituiva l’antica struttura delle terme. Su un lato vi si apre il loggiato di Santa Caterina con una cappella dedicata alla santa che qui venne più volte, spinta dalla sua famiglia nella speranza che l’ambiente spensierato dei bagni potesse distoglierla dai suoi propositi di farsi monaca. Fra gli altri personaggi illustri che utilizzarono le acque che sgorgano alla temperatura di 52 gradi, vi fu anche Lorenzo il Magnifico che qui venne nel 1490 nel tentativo di curare la gotta, il male che tormentò la sua famiglia.
Attorno alla vasca che costituisce una specie di piazza, si dispongono gli edifici, in gran parte medievali e di aspetto dimesso, che costituiscono l’antico borgo ma a cui lavorarono anche architetti importanti (come il Rossellino, per quanto riguarda l’abitazione utilizzata dai Piccolomini, la famiglia di papa Pio II).
Sulla grande vasca si specchia anche la romanica chiesa di San Biagio, a navata unica e con resti di affreschi dei sec. XIV e XV.
Accanto alla piazza sorge lo stabilimento termale. Un tempo, l’acqua proveniente dalle terme finiva nel fiume, alimentando una serie di mulini che hanno funzionato fino a pochi decenni or sono. Una recente opera di recupero ha permesso il ripristino di questa parte di Bagno Vignoni, inserendola nel progetto del Parco dei Mulini.

martedì 7 agosto 2012

Arriva a Prato la Bibbia di Marco Polo



Ha una storia antica, oltre 700 anni, e affascinante perché narra i primi rapporti tra l’Europa di Dante e la Cina di Kublai Khan. È la Bibbia di Marco Polo, antico manoscritto del 1235 scritto in latino che alla fine del XIII secolo partì per le terre dell’Impero Celeste e vi rimase più di 400 anni. La custodì una nobile famiglia cinese e poi nel 1685 è stata riportata in Europa, a Firenze, da un gesuita, padre Couplet che la donò a Cosimo III de’ Medici. Poi il testo è rimasto all’interno della biblioteca Laurenziana fino ai giorni nostri.
Oggi, dopo un sapiente restauro che ne ha ricostruito l’intero volume pagina per pagina, la Bibbia è stata studiata dalla Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII, prestigiosa istituzione fondata negli anni ’50 da Giuseppe Dossetti, ed è la protagonista di una mostra che avrà la sua prima nazionale a Prato.
Allestita negli spazi del Museo dell’Opera del Duomo, sotto le Volte della cattedrale, la mostra si intitola «La Parola, la Via, i Secoli. Il viaggio della Bibbia di Marco Polo» ed è promossa dalla Diocesi di Prato, dalla Regione Toscana, dalla Fondazione Scienze Religiose e dalla Biblioteca Laurenziana.
L’inaugurazione è in programma martedì 4 settembre, alle 18. Saranno presenti il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il segretario della Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII Alberto Melloni, che ha diretto l’intero progetto.
Oltre all’opera, già ammirata nei mesi scorsi dal presidente Giorgio Napolitano, la mostra è composta da pannelli che aiutano a inquadrare storicamente le vicende della Bibbia di Marco Polo e da un documentario che ne ripercorre la storia.
«I pannelli con la storia del manoscritto e del suo viaggio sono bilingue, in italiano e cinese – spiega Riccardo Saccenti, ricercatore della Fondazione e curatore della mostra - proprio perché l’intenzione è quella di far conoscere alle due culture, quella occidentale e orientale, quali sono stati i primissimi punti di contatto tra loro». La Bibbia di Marco Polo oggi la chiameremmo «tascabile», proprio perché «era uno strumento di evangelizzazione da portarsi dietro in un lungo viaggio di oltre 9000 chilometri», sottolinea Saccenti. Perché viene detta «di Marco Polo»? «La definisce così padre Couplet quando la riporta in Italia. In questo modo il gesuita attesta il manoscritto al periodo della dominazione mongola, nel periodo in cui arrivò la spedizione di Marco Polo e di altri europei», spiega il ricercatore.
Quel che è molto probabile è che la Bibbia sia appartenuta a un francescano molto dotto, «sappiamo per certo che i seguaci di San Francesco sono stati tra i primi a evangelizzare nel XIII secolo la Cina». «Le pagine sono segnate da "glosse" - afferma Saccenti - note a margine che dimostrano come il testo sia stato studiato o meditato per poi essere spiegato e predicato». Poi è stato conservato addirittura per 400 anni da una famiglia cinese, di mandarini, a Zeitun. «Questa lunga custodia dimostra come questa famiglia fosse legata al manoscritto, potrebbe trattarsi di convertiti oppure non escludiamo il caso di una "cineseria all’incontrario"». Cioè? «Come noi occidentali abbiamo in casa oggetti esotici anche in Cina potrebbero aver tenuta cara un’opera di foggia e provenienza occidentale», sostiene lo studioso.
«Ci piacerebbe davvero che studenti italiani e cinesi di Prato venissero a visitare la mostra - conclude Saccenti - attraverso di essa avranno l’opportunità di conoscere e approfondire i punti di contatto e le divergenze non solo tra il cristianesimo e l’oriente ma anche tra l’Europa e la Cina».
Programma, orari e contatti
La mostra «La Parola, la Via, i Secoli», intende celebrare i 700 anni dei primi contatti tra l’Europa e la Cina. Protagonista è la Bibbia di Marco Polo, manoscritto del 1235 che insieme ad un francescano partì dalla Francia come strumento di evangelizzazione dell’Impero Celeste. L’allestimento è in programma dal 4 al 16 settembre nelle «Volte» della Cattedrale. L’iniziativa è realizzata dalla Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII, dalla Diocesi di Prato, dalla Regione Toscana e dalla Biblioteca Medicea Laurenziana. Ha il patrocinio di Comune e Provincia di Prato, è inserita all’interno dell’anno del dialogo interculturale Ue-Cina 2012 e vede la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Trenitalia, Lottomatica e Manutencoop.
Questi gli orari: da mercoledì a lunedì (tranne il martedì), 10-13, 15-18. Sono previste visite guidate gratuite il 6, 8, 11 e 16 settembre alle 17.
L’ingresso è libero.
Per informazioni:  eventi@diocesiprato.it.

Restauro Colosseo, Della Valle: "L'abbiamo fatto con grande piacere"


“Il nostro è un gruppo italiano che vive di made in Italy, in primis arte e cultura.
Quando ci hanno segnalato che serviva un intervento forte per restaurare uno dei simboli dell’Italia nel mondo abbiamo riflettuto pochissimo e l’abbiamo fatto con grandissimo piacere, come gruppo e come famiglia.
Ci siamo seduti e abbiamo reso disponibile il budget necessario, chiedendo come unica condizione che non ci fosse alcuna contropartita commerciale, perché il nostro messaggio avrebbe perso di forza”.
Lo ha detto il presidente del gruppo Tod’s, Diego Della Valle, durante la conferenza stampa al Mibac per la presentazione dei tempi e le fasi del restauro del Colosseo, a cui partecipano anche il ministro per i Beni e le Attività culturali, Lorenzo Ornaghi, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il sovrintendente per i Beni archeologici di Roma, Mariarosaria Barbera
Abbiamo preteso dal ministero - ha aggiunto Della Valle - senza fatica, di fare una ‘operazione Paese’ senza avere un ritorno aziendale.
Crediamo che questo monumento appartenga agli italiani, anzi ai cittadini del mondo, ed è assurdo che qualcuno possa invadere e imbrattare un oggetto così importante al di sopra delle supposizioni commerciali”.
Il patron di Tod’s ha spiegato come ci sia stato un “accordo immediato, il ministero ha lavorato bene e in fretta nonostante tutte le polemiche, spero solo siano elemento di riflessione, perché a volte possono lasciare un segnale negativo verso il mecenatismo dall’estero. Sono convinto che altri imprenditori italiani faranno operazioni analoghe in altre città, spingo molto per questo perché sarebbe un segnale forte che le persone non saranno lasciate sole e della responsabilità sociale delle imprese, oltre a essere segnali all’estero per chi vuole venire a investire in Italia”.

Che dire?
Nulla se non rendere merito a questo grande imprenditore che, uscendo dagli schemi, ripropone di nuovo il mecenatismo.
Grazie davvero signor Della Valle e ci auguriamo che altri la seguano su questa strada così nobilmente tracciata!

lunedì 6 agosto 2012

FERRAGOSTO: APERTI I LUOGHI DELLA CULTURA


Anche quest'anno, nel giorno di Ferragosto, il Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali aprira' ai visitatori il suo ricco patrimonio di musei, gallerie, monumenti, palazzi, ville, castelli, templi, parchi, giardini, aree e siti archeologici, necropoli e scavi. In molti dei luoghi d'arte coinvolti sono previsti eventi, concerti, mostre tematiche e suggestivi percorsi guidati.
Per informazioni su orari di apertura e' attivo un call center nazionale che risponde al numero verde 800991199, gratuito per chiamate da telefonia fissa effettuate dal territorio italiano.
Il servizio e' accessibile tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:45.

mercoledì 25 luglio 2012

A Messina 'La resurrezione di Lazzaro' di Caravaggio




Presentata oggi a Messina la mostra de La Resurrezione di Lazzaro, uno dei piu' importanti dipinti eseguiti in Sicilia da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, che sara' esposto fino al 25 novembre, al Museo Interdisciplinare ''Maria Accascina'' di viale della Liberta', a conclusione di un restauro durato sette mesi all'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro del Ministero per i Beni e le attivita' Culturali.
La mostra, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, promossa dall'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identita' Siciliana, dal Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali - Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, con il patrocinio del Comune di Messina, sara' presentata dal dirigente generale del Dipartimento regionale dei beni culturali, Gesualdo Campo; dalla dirigente responsabile del servizio Museo Maria Accascina, Giovanna Bacci; dal direttore dell'Istituto Superiore per la conservazione ed il restauro, Gisella Capponi; dal presidente di Matamorfosi, Pietro Folena e dal sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca. La Resurrezione di Lazzaro - commissionato da Giovan Battista Lazzari nel 1608 e collocato nella cappella di famiglia nel 1609 - torna permanentemente a Messina, accanto all'altro capolavoro di Caravaggio: l'Adorazione dei Pastori.
La Resurrezione di Lazzaro, proveniente dalla chiesa dei Padri Crociferi di Messina, verra' ricollocata accanto a l'Adorazione dei Pastori, l'altro grande capolavoro di Caravaggio custodito a Messina. In mostra saranno presenti numerosi pannelli didattici che illustreranno le varie fasi del restauro eseguito in accordo con il Museo Regionale di Messina, e realizzato grazie all'Associazione Culturale Metamorfosi che ha curato, nelle scorse settimane, anche l'esposizione del dipinto a Roma a Palazzo Braschi.