testo -->

mercoledì 24 aprile 2013

Pieta' del Cigoli donata al Comune di Grosseto

E' stata donata alla citta' di Grosseto la ''Pieta''' di Ludovico Cardi detto il Cigoli (1559-1613) da parte del collezionista Gianfranco Luzzetti. Si tratta di una pala d'altare, un'olio su tela delle dimensioni di 193 x 145,5 cm, che il Cigoli, figura di primissimo piano nell'evoluzione della pittura toscana tra il tardo-manierismo e l'avvento della corrente barocca, dipinse nel tardo Cinquecento. La donazione e' stata ufficializzata oggi con un atto nello studio notarile di Antonio Abbate a Grosseto.
Con questa acquisizione cresce la collezione d'arte del Comune di Grosseto, che nel 2008 aveva gia' acquisito, sempre grazie ad una donazione di Gianfranco Luzzetti, anche un'altro importante dipinto, la Sacra Framiglia di Santi di Tito.
''Questa nuova donazione di Luzzetti - ha commentato il sindaco Emilio Bonifazi - rappresenta un ulteriore, importante passo che consente di incrementare il patrimonio artistico della citta' di Grosseto. Per questo vorrei ringraziare Gianfranco per l'interesse che ha sempre dimostrato verso la citta' e per il suo impegno, che ci ha consentito in questi anni di allestire mostre di altimisso livello, a partire dalla piu' recente, incentrata proprio sulla Pieta' del Cigoli, ultimo tassello di una collaborazione avviata nel 2007 con la mostra Teatralita' nel Barocco Fiorentino e proseguita con La Bella Maniera in Toscana nel 2008 e con Signori di Maremma nel 2009. Un ringraziamento particolare va anche al notaio grossetano Antonio Abbate che ha seguito l'iter della donazione gratuitamente: un ottimo esempio di liberalita' e di attenzione nei confronti della citta' di Grosseto''.


venerdì 19 aprile 2013

5 X 1000, una firma per la cultura

 
Dall’anno finanziario 2012, una disposizione normativa, consente ai contribuenti di destinare una quota pari al 5 X 1000 dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici (art. 23, comma 46 del decreto legge n. 98 del 06/07/2011, convertito con modificazioni, dalla legge n. 111 del 15/07/2011 ).


Il patrimonio culturale italiano rappresenta un capitale unico al mondo;la sua valorizzazione e promozione possono costituire un volano strategico per la ripresa economica del Paese e per creare nuove occasioni di sviluppo e lavoro.
Nel modulo per la dichiarazione dei redditi del 2013, relativo ai redditi 2012, è stato inserito un apposito riquadro che consente di destinare la quota del 5 X 1000 ai beni culturali, mediante una semplice firma, senza la necessità di ulteriori specificazioni e senza nessun aggravio economico.

Aiuta l’arte, la cultura e il paesaggio, dona il 5 X 1000: proteggi il passato e arricchisci il futuro.

5 X 1000: ONLINE MODALITA’ PER ACCEDERE AL RIPARTO
 
Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 maggio 2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 129 del 5 giugno 2012, sono stabilite le modalità di richiesta d’inserimento nelle liste (apposito elenco tenuto dal Ministero) dei soggetti ammessi al riparto della quota del 5 X 1000 dell’Irpef.

I soggetti abilitati a richiedere l’inserimento nell’elenco devono essere:

1. Enti senza scopo di lucro, legalmente riconosciuti;

2. che realizzino, conformemente alle proprie finalità principali definite per legge o per statuto, attività di tutela, di promozione o di valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici;

3. che dimostrino di operare in tale campo da almeno 5 anni e che abbiano realizzato, nel suddetto periodo, attività di tutela, di promozione e valorizzazione dei beni culturali o paesaggistici appartenenti a soggetti pubblici, ovvero aperti alla pubblica fruizione, di valore complessivamente almeno pari a 150.000,00 euro.

Le domande dovranno essere compilate ed inviate per via telematica entro il 31 maggio 2013, accedendo al sito https://procedimenti.beniculturali.gov.it
.
Dell'apertura della procedura sarà dato avviso sullo stesso sito.

mercoledì 10 aprile 2013

Il San Giovanni Battista di Caravaggio a Siena

 
Dialoghi 2013, in occasione dell’esposizione "Il San Giovanni Battista di Caravaggio a Siena", propone pacchetti culturali che arricchiscono l’offerta turistica della città e ogni venerdì, a partire dal 19 aprile fino al 24 maggio, dalle 19:30 alle 21.30, organizza eventi speciali legati al capolavoro dal titolo: "Aperitivi d’arte. Caravaggio". La possibilità di godersi un aperitivo sotto il loggiato del Duomo Nuovo ed ammirare il capolavoro di Caravaggio ascoltando la spiegazione di una guida turistica specializzata all’interno della Cripta sotto il Duomo.

Per maggiori informazioni visitare il sito:
www.operaduomo.siena.it – 0577 286300 – opasiena@operalaboratori.com

martedì 9 aprile 2013

Dipinti da gustare


 
Dal 9 al 13 aprile, l’evento ‘Dal quadro al piatto’, propone un percorso guidato nella Galleria Corsini di Roma sulla scia di alimenti raffigurati in alcuni capolavori, arricchito da conferenze dibattito a tema, degustazioni e laboratori. Inaugurazione dell’evento l’8 aprile presso il Cnr con lo Chef Heinz Beck e Daniela Porro Soprintendente SPSAE e Polo Museale della Città di Roma.
Una visita guidata speciale alla Galleria Corsini di Roma, alla scoperta di opere d’arte sulla scia dell’olfatto e del gusto. È l’obiettivo dell’evento ‘Dal quadro al piatto’, destinato agli studenti e promosso dall’Ufficio stampa del Consiglio nazionale delle ricerche in partnership con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e del Polo Museale della città di Roma.
La manifestazione si svolgerà dal 9 al 13 aprile, presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini (Via della Lungara, 10): ogni mattina, dalle ore 9.30 alle 13.00, un alimento rappresentato nei quadri, illustrato da storici dell’arte, sarà il tema conduttore di una visita guidata e di un dibattito che culminerà con attività di laboratorio o degustazioni. Pasta, pesce, formaggio, verdura e frutta sono i cinque cibi selezionati, che offriranno a ricercatori, imprenditori e giornalisti lo spunto per parlare della tradizione culinaria italiana e dell’agroalimentare: due importanti patrimoni che sono alla base della nostra identità nazionale.
L’inaugurazione della manifestazione si terrà lunedì 8 aprile, alle ore 11.00 presso l’aula Marconi del Cnr (piazzale Aldo Moro, 7) con Daniela Porro, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e del Polo Museale della città di Roma; Heinz Beck, chef del ristorante ‘La Pergola’ di Roma, Francesco Loreto, direttore del Dipartimento di Scienze bio-agroalimentari e Maria Grazia Volpe, ricercatrice dell’Istituto di scienze dell’alimentazione, entrambi del Cnr; modera Marco Ferrazzoli, capo ufficio stampa Cnr.
La giornata di apertura, il 9 aprile, con ‘Le mani in pasta’, è dedicata al piatto italiano per eccellenza. ‘I maccheronari’, quadro seicentesco del napoletano Micco Spadaro, dà l’avvio all’incontro sulla storia della pasta nella dieta mediterranea e sulla sua produzione nell’era della globalizzazione. Intervengono Gianvincenzo Barba, Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr, Oretta Zanini De Vita, storica, gli imprenditori Francesco Divella dell’omonimo pastificio e Francesco Praticò de ‘La Tradizione’ di Roma. Modera il giornalista Emanuele Perugini. A conclusione gli studenti potranno portar via un pacco di pasta e un pezzo di pecorino per preparare a casa una ricetta antica come la ‘cacio e pepe’.
‘Il mare a tavola’ è il titolo della giornata del 10 aprile che si apre con i dipinti: ‘Natura morta con pesci e crostacei’ di Marco De Caro (XVII secolo) e ‘Baia con pescatori’ di Jacob de Heusch (1656-1701). Gli argomenti sono: biodiversità, tecniche di pesca, recupero delle tradizioni. Intervengono, per il Cnr, Fabio Fiorentino, Istituto per l’ambiente marino costiero, e Mauro Marini, Istituto di scienze marine, entrambi con Pasquale Torrente, del ristorante ‘Il Convento’ di Cetara (Sa) e de ‘Il Cuoppo’ di ‘Eataly’, Pietro Pesce, presidente dell’associazione ‘Amici delle alici’ e coordinatore del presidio Slow Food di Cetara. Modera Marco Ferrazzoli. Sono previsti inoltre: un’esibizione del Consorzio pescatori di Fiumicino e un omaggio per i ragazzi della tradizionale colatura di alici di Cetara.
L’11 aprile ‘Dall’erba al formaggio’ trae spunto dai quadri: ‘Paesaggio con Rinaldo e Armida’ di Gaspard Dughet (1615-1675), ‘Paesaggio con zampognaro’ di anonimo del XVII secolo; ‘Pastori e armenti presso un rudere’ di Cornelis van Poelenburgh, (1594-1667). Gli argomenti: la pratica della transumanza, la figura del pastore oggi, la conservazione dell’ambiente mediterraneo. Relatori: Edoardo Micati, ricercatore, Nunzio Marcelli, imprenditore e ideatore dell’iniziativa ‘Adotta una pecora’, Antonio Porqueddu, dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente Mediterraneo del Cnr; modera Sandra Fiore. Concerto di zampogna e ciaramella a cura del Circolo della zampogna di Scapoli (Isernia) e degustazione di formaggi.
‘Dall’orto del nonno agli ortaggi probiotici’: il 12 aprile il focus è su agricoltura sostenibile, ricerca scientifica e nuove tecnologie, a partire dalle opere ‘Natura morta con mascherone’ e ‘Preparativi per un convito’ di Christian Berentz (1658–1722). Intervengono: Federica Rossi, Istituto di biometeorologia del Cnr, Paola Lavermicocca, Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Cnr, Toni De Amicis, direttore generale della Fondazione Campagna Amica, modera il giornalista Federico Fazzuoli. Al termine lezione di composizione ornamentale con ortaggi di Anna Maria Ratto, Presidente ‘Ikebana Ohara Chapter Roma’, ed exhibit su una filiera di produzione sostenibile a cura dell’Ibimet–Cnr.
‘Ad ogni stagione il suo frutto’ è l’ultimo appuntamento (13 aprile). Alla disamina dei dipinti ‘Fiori e frutta (La primavera e l'estate)’ di Abraham Brueghel (1631-1697) e ‘Natura morta con pesche’ di Maximilian Pfeiler (attivo 1694-1721), seguiranno gli interventi sul ‘sommelier della frutta’ di Stefano Predieri, Istituto di biometeorologia del Cnr, e sulla banca dei semi delle specie arboree in estinzione di Claudio Cantini, Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr. Camilla Monteduro di Gambero Rosso Channel propone ricette a base di fragole. Modera Clara Montesanto, redattrice del mensile ‘Quanto basta’, sommelier e docente della scuola di cucina ‘Mediterraneum’. In chiusura: degustazione e analisi sensoriale di frutta a cura dell’Ibimet-Cnr.
L’evento è organizzato per la seconda edizione del progetto educativo ‘Dentro l’arte con la scienza’, a cura di Sandra Fiore dell’Ufficio stampa del Cnr, con il supporto del Servizio Educativo della Soprintendenza e di Gebart S.p.A., con il sostegno del Dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Cnr. Hanno aderito all’iniziativa: Pastificio Divella, ‘La tradizione’ di Roma, Consorzio pescatori di Fiumicino, Associazione ‘Amici delle alici’ e Presidio Slow Food di Cetara (Sa), Bioagriturismo ‘La porta dei parchi’ di Nunzio Marcelli, Circolo della Zampogna di ‘Scapoli’ (Isernia), Fondazione Campagna Amica, Azienda Agricola ‘Gabriella Nardoni’.

domenica 7 aprile 2013

Ridateci Passepartout: je dois apprendre aux curieux...


Pubblichiamo un articolo di Aldo Grasso comparso sul Corriere della sera il 24 settembre 2011 al quale ci associamo unendo la nostra voce alle molte che già hanno invocato il ritorno di Passepartout.
 
Hanno chiuso «Passepartout», l' unica trasmissione culturale della Rai.
Hanno dato il benservito a Philippe Daverio, come fosse una «badante» del sapere, ma nessuno è sceso in piazza a gridare contro l' oscurantismo, la censura, la libertà di pensiero.
Nessuno ha evocato editti bulgari, ha parlato di «funerale del Servizio pubblico» o di «Italia del bavaglio», come a suo tempo era stato fatto per Michele Santoro e Serena Dandini.   
A questo atto di ottusità della Rai, Daverio ha risposto con ironia, componendo un elogio funebre della sua trasmissione: «È improvvisamente mancato "Passepartout", nel pieno della sua salute.
Lo compiangono la redazione tutta e centinaia di migliaia di affezionati suoi seguaci.
La causa del decesso è da ascriversi probabilmente ad una pallottola vagante sparata durante il riordino amministrativo recente della Rai, che si è trovata costretta a passare dall' ordinamento privato della sua gestione a quello pubblico più consono alle risorse erariali che la alimentano».
Poi una stilettata all' ex direttore di Raitre, Paolo Ruffini, passato a La7: «Le truppe di "Passepartout" sono state incoraggiate nel loro impegno dal direttore che le esortava a tenere puliti i ponti e lucidi gli ottoni mentre egli stesso, affezionato capitano, era già sulla scialuppa di salvataggio che lo portava verso un altro bastimento».   
Il motivo della chiusura è di ordine burocratico: dopo che è stato stabilito che i programmi devono essere realizzati con personale interno della Rai, si è scoperto che «Passepartout» è prodotto da Vittoria Cappelli e utilizza risorse esterne all' azienda.
Necessariamente esterne, verrebbe da aggiungere, perché per una piccola produzione del genere, sempre vagante, ci vogliono tecnici che si adattino a tempi e modi non proprio industriali. E poi i costi sono più che sopportabili per Viale Mazzini.
Intanto, però, i contratti sono stati bloccati e il programma è sparito dai palinsesti.    
La burocrazia Rai avrà le sue ragioni e magari un giorno ci spiegherà perché paga format esterni per trasmissioni di interviste e promozioni.
Resta il fatto che sparisce il solo vero programma culturale del Servizio pubblico.
Non basta parlare di cultura per disseminare qualità.
Non è nemmeno essenziale inventare nuovi linguaggi.
È necessario, però, avere competenza, passione e gusto per essere credibili su temi così non comuni. Speriamo che la Rai ci ripensi.
 
Ad oggi la Rai non ci ha ripensato ed evidentemente: je dois apprendre aux curieux...

sabato 6 aprile 2013

L'Italia è il Paese al mondo con più siti Unesco, un triste primato...

 
L'Italia, con i suoi 47 "luoghi protetti", è il Paese con più siti ritenuti essere patrimonio dell'umanità. Oltre a quelli nell'elenco ve ne sono altri 41 in attesa di potere entrare a fare parte della già nutrita lista: gli ultimi inseriti in ordine temporale tra questi sono la "Palermo araba e normanna", ovvero una serie di dieci tra palazzi e chiese (2010), le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene (2010), l'Etna (2011), il Parco Nazionale della Sila e il Borgo Olivetti di Ivrea (entrambe nominate nel 2012).
L'Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) si prefigge lo scopo di avvantaggiare lo scambio in materia di istruzione, scienza e cultura tra nazioni diverse. I dati 2011 segnalano 194 Paesi membri a tutti gli effetti, oltre a 7 nazioni associate.
Uno dei compiti dell'Unesco (alla cui testa vi è stato – nel quadriennio tra il 1958 e il 1961 – l'italiano Vittorino Veronese) è di mantenere la lista dei patrimoni dell'umanità, un elenco di luoghi o siti da preservare nell'interesse della comunità.
Per essere annoverati in tale elenco i siti devono essere ritenuti universali, insostituibili e unici. Ossia non avere eguali nel caso andassero persi o venissero compromessi in modo irrimediabile. Oltre a ciò devono rispondere almeno a uno di dieci parametri che vanno dalla necessità di rappresentare un capolavoro del genio dell'uomo fino ad essere habitat ideale per la conservazione della biodiversità, passando per la bellezza naturale o la particolarità dell'estetica.
Peccato che a questo primato corrisponda, in  maniera proporzionale, un sistematico ed endemico disimpegno dell'Italia nella tutela di quei siti considerati patrimonio dell'umanità.
Lo sono per l'umanità, ma per l'Italia e gli italiani?

venerdì 5 aprile 2013

Alla ricerca di Corsignano

 
Corsignano è il nome dell'antico borgo medievale che Enea Silvio Piccolomini, divenuto papa col nome di Pio II, decise di trasformare nella cittadina rinascimentale di Pienza. Con l'iniziativa "Alla ricerca di Corsignano" i Museum's Angels della Fondazione Musei Senesi, in servizio presso Palazzo Borgia Museo Diocesano, vogliono valorizzare un lato nascosto della storia architettonica e paesaggistica di Pienza, concentrata sui resti e le testimonianze architettoniche della Corsignano medievale, attraverso un trekking dolce di due km circa.
La passeggiata, in collaborazione con il Comune di Pienza e il Gruppo fotografico pientino, prevede un inedito itinerario che tocca luoghi trascurati dai tradizionali percorsi turistici, sempre attenti a valorizzare l'immagine quattrocentesca di Pienza.
Difatti, grazie alla disponibilità e cortesia dei due rispettivi proprietari (Moricciani Carlo e Bai Linda), è possibile accedere a due luoghi privati e normalmente chiusi al pubblico: il Romitorio e il locale che ospita uno dei più antichi pozzi di Corsignano.
Il punto di ritrovo è in Piazza Dante Alighieri il 1° maggio alle 15:30 e da lì il pubblico di camminatori convenuto si dirige, guidato dal Prof. Fabio Pellegrini, in direzione del Viale di Santa Caterina da cui si accede al Romitorio: una sorta di caverna affascinante e misteriosa, scavata nel tufo, decorata da pitture e sculture rupestri di grande suggestione e abitata fin dai tempi antichi da eremiti, custodi dell'edicola della Madonna, posta nel luogo in cui attualmente sorge la Chiesa di Santa Caterina.
All'interno dei cunicoli della struttura è stata rinvenuta una pietra tombale di un certo Frate Luca, conservata nel Museo Diocesano. Terminata la visita, si proseguirà in direzione della Pieve romanica di Corsignano e le sue fonti coeve, sfruttando l'antico sentiero che costeggia la cava Barbieri, dove è stato rinvenuto un insediamento preistorico.
Tornando verso il centro abitato si percorre via delle Fonti lungo la quale è possibile ammirare una delle  torri di avvistamento dislocate al di fuori della cerchia muraria del borgo.
Attraversata Porta al Prato il gruppo si dirige verso Via Gozzante e Piazza Galletti che costituiscono la parte di Pienza che è stata toccata in maniera minore dall'opera di trasformazione del Rossellino e dunque conserva con maggiore evidenza i tratti medievali. Non a caso qui si trovano i resti del vecchio pozzo, rinvenuto durante il restauro di un locale che ospita un laboratorio di ceramiche artistiche.
Altra tappa fondamentale è la Chiesa di San Francesco, che costituisce l'unico edificio integralmente riconducibile al medioevo pientino, dato che il contiguo convento è stato rimaneggiato successivamente.
Di origine duecentesca, essa conserva l'impianto tipico delle chiese francescane a navata unica, una facciata improntata all'austerità mendicante e un ciclo di affreschi raffiguranti le storie della vita di San Francesco.
La terza chiesa di cui usufruivano gli abitanti di Corsignano era la chiesa di Santa Maria, risalente probabilmente alla fine del duecento e ubicata esattamente dove fu edificato il Duomo e per questo completamente demolita.
I suoi resti sono stati rinvenuti durante i lavori di restauro della Cattedrale compiuti all'inizio del '900 e sono al momento conservati all'interno del Battistero di San Giovanni (Cripta del Duomo).
Durante lo svolgimento del trekking, grazie alle conoscenze e agli studi in materia del Prof. Pellegrini, non mancheranno momenti di approfondimento e riflessione nel tentativo di ricostruire la storia e la struttura del paese medievale, ipotizzando la conformazione dell'antico tessuto urbanistico.
Caso esemplare è il palazzo che ospita il Museo Diocesano, ultima tappa della nostra passeggiata, che pare fosse adibito ad ospedale del Santa Maria della Scala, giacché Corsignano era intersecata da antichi raccordi tra le vie romee.
Si conclude così nell'odierno Palazzo Borgia  questo percorso inedito alla scoperta di Pienza prima di Pienza.
La partecipazione è gratuita.  
La visita facoltativa al Museo Diocesano, in quanto fuori dal percorso del trekking, prevede il costo del biglietto di 4.50 € l'intero e 3.00 € il ridotto.
 
Per informazioni:
Palazzo Borgia Museo Diocesano Pienza
Corso Il Rossellino, 30 Pienza
Tel. 0578/749905
Email info.turismo@comune.pienza.si.it ; scr.pienza@museisenesi.org

giovedì 4 aprile 2013

Il trionfo degli Orsini

 
 
Un nuovo specchio sul passato si è aperto nel Palazzo Orsini di Pitigliano, grazie al restauro del ciclo pittorico affiorato sulla volta della sala d’ingresso del Museo Diocesano.
 Il restauro rientra all’interno di un programma più ampio volto al recupero e alla valorizzazione dell’originale decoro del Palazzo Orsini.
I restauri, iniziati nel febbraio del 2011, hanno riportato alla luce i dipinti della sala dello Zodiaco, sala d’Arme e sala del Trionfo per un intervento che ha interessato circa 300 mq dell’edificio, nel cuore del Palazzo Comitale.
Il ciclo di affreschi, eseguito tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, in seguito ai lavori di ristrutturazione della rocca trecentesca, in occasione del matrimonio tra Niccolò III Orsini ed Elena Conti, intorno al 1465, è il risultato di un programma iconografico intento a celebrare la gloria della famiglia Orsini attraverso le imprese militari segnate dal motto “PRIUS MORI QUAM FALLERE”.
Molti i temi trattati intorno all’autocelebrazione della Famiglia Orsini, di particolare interesse il ciclo delle costellazioni presente in due delle sale restaurate, in linea con le tendenze ornamentali presso le residenze delle famiglie signorili. Il calendario perpetuo, in stretto legame con le attività mensili scandisce i momenti della vita umana, dal lavoro nei campi alle virtù cristiane, attraverso la rappresentazione di chiari segni comprensibili dal popolo, il quale basava la propria cultura sui riferimenti visivi offerti dalle arti figurative.
Già inaugurate nel gennaio 2012 la sala dello Zodiaco e d’Arme, sabato 6 aprile 2013 sarà la volta della Sala del Trionfo ad essere ammirata. La presentazione avrà inizio alle ore 10.30 all’interno del Palazzo Orsini a Pitigliano. Siete invitati a riscoprire il sapore di un antico linguaggio in continuo divenire che si è fissato nella storia attraverso l’arte cinquecentesca.
L’incontro si aprirà con il saluto di S.E. Mons. Guglielmo Borghetti Vescovo della Diocesi di Pitigliano – Sovana – Orbetello. Interverranno il Prof. Mario Scalini Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Siena e Grosseto, Don Carlo Prezzolini Direttore del Museo Diocesano Palazzo Orsini, la dott.sa Maria Mangiavacchi Ispettore della Soprintendenza, il Dott. Mariano Marziali restauratore, il quale ha operato in questi due anni per riportare alla luce l’originario splendore del ciclo pittorico commissionato da Niccolò III Orsini.