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domenica 9 novembre 2014

Leonardo e i Tesori del Re

Leonardo e i Tesori del Re

La mostra, che ha aperto i battenti il 30 ottobre, fino al 15 gennaio 2015 presso la Biblioteca Reale di Torino  offre un importante esposizione di un centinaio capolavori assoluti tra le opere di Leonardo da Vinci, disegni Raffaello, Carracci, Perugino, Van Dyck e Rembrandt, codici miniati, carte nautiche ed altre opere grafiche dalle preziose collezioni della Biblioteca.
Per per rendere fruibile il patrimoniostorico-artistico della Biblioteca, sono stati integralmente ristrutturati i deposit iinterrati per consentire il raddoppio degli spazi espositivi.
Le opere - il celeberrimo Autoritratto, il Ritratto di fanciulla,  il Codice sul volo degli uccelli e altri dieci fogli di Leonardo da Vinci, disegni di Raffaello, Carracci, Perugino, Van Dyck, Rembrandt, Tiepolo, il Theatrum Sabaudiae, codici miniati,  carte nautiche ed altre opere grafiche ed oggetti dalle preziose collezioni della Biblioteca - sono allestite sia nello straordinario Salone realizzato nel 1837 dall’architetto di corte Pelagio Palagi, sia nei due spazi espositivi del piano interrato. Si tratta della Sala Leonardo - realizzata nel 1998 dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino - e del nuovo spazio espositivo che oggi si inaugura e che la mostra intende valorizzare.
La realizzazione del nuovo spazio è stata finanziata in maniera paritetica da Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e da Consulta. Si inquadra nel più vasto progetto del Polo Reale di Torino, promosso dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che riunisce in un unico complesso architettonico cinque musei precedentemente divisi (Palazzo Reale, Armeria Reale, Galleria Sabauda, Museo Archeologico, Biblioteca Reale), per consentire di ripercorrere l’intera storia della città e dell’Italia, dagli insediamenti romani all’Unità d’Italia. La Biblioteca Reale di Torino è il luogo della memoria del Polo Reale e della storia d’Europa; conserva 200.000 volumi, 4.500 manoscritti, 5.000 cinquecentine, 1.500 pergamene, 1.112 periodici, oltre 3.000 disegni, 187 incunaboli – testi del XVI secolo - , 400 album fotografici  e carte geografiche, incisioni e stampe.
Per migliorare la conservazione delle collezioni e per rendere fruibile il patrimonio storico-artistico della Biblioteca, sono stati integralmente ristrutturati i depositi interrati per consentire il raddoppio degli spazi espositivi, rispondendo alla vocazione museale della Biblioteca, vera Wunderkammer, voluta da Carlo Alberto, instancabile collezionista, artefice di acquisizioni importantissime.
I due spazi espositivi sono stati allestiti e attrezzati secondo le più moderne tecnologie di conservazione e di esposizione. 
La mostra, gestita dalla Città di Torino e Turismo Torino e Provincia, è aperta dal lunedì alla domenica dalle 9 alle 18; il costo del biglietto è di 12,00 €, ridotto a 8,00 € per i possessori della Torino+Piemonte Card, Abbonamento Musei, ragazzi dai 6 ai 12 anni. Gratuità per i disabili, gli accompagnatori, i bambini sino ai 5 anni, guide turistiche patentate (non sono previste tariffe nette per operatori, tariffe speciali per gruppi e famiglie).
L’ingresso alla mostra è esclusivamente su prenotazione (25 persone massimo ogni 30 minuti) acquistabile con carta di credito su www.turismotorino.org o presso la Biglietteria della mostra alla Biblioteca Reale, con pagamento in contanti, pos e carte di credito, secondo disponibilità.

Per maggiori informazioni è possibile chiamare lo 011.535181 attivo dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18 o mandare una mail a biglietteria@turismotorino.org

giovedì 6 novembre 2014

Centro Interuniversitario per la Storia e l’Archeologia dell’Alto Medioevo


Il Centro è nato nel 2005 per iniziativa di Riccardo Francovich, Stefano Gasparri e Cristina La Rocca, con lo scopo di riunire il vasto gruppo di studiosi attivo in Italia nel campo degli studi sull’alto medioevo. 
L’obiettivo fondante era, ed è tuttora, quello di colmare la frattura – culturale e metodologica – tra storia, intesa come studio delle fonti scritte, e archeologia, ossia studio delle testimonianze materiali. Un obiettivo ancora più attuale oggi del momento in cui fu fondato il Centro, alla luce dell’evoluzione generale degli studi sull’alto medioevo in campo internazionale.
A partire dal suo inizio, il Centro è stato costituito dai Dipartimenti di Storia e di Archeologia delle Università di Siena, Padova e Venezia. 
L’attività del Centro, dopo due anni iniziali nei quali è stato attivato un master di II livello per operatori nel campo dei Beni Culturali, si è in seguito concentrata nell’organizzazione di seminari internazionali con cadenza annuale/biennale. 
Tuttavia l’attività di formazione rimane uno degli obiettivi del Centro, unitamente a quello di costituire un punto di aggregazione dei giovani ricercatori del settore.

mercoledì 29 ottobre 2014

Doppio evento all'Archeodromo di Poggibonsi


Domenica 2 Novembre 2014  all'Archeodromo di Poggibonsi Doppio evento: mattina e pomeriggio!
- La mattina, dalle 10 alle 13, siete tutti invitati a "Come una freccia!", una rassegna di tutte le principali armi da guerra e da caccia in uso nel villaggio carolingio di Poggio Imperiale.
Impareremo insieme come si costruisce una freccia, come si lancia un giavellotto e come si usa un angone... Potrete ammirare, conoscere e provare una vasta selezione di armi e strumenti ideati e perfezionati nei secoli dall'uomo per prevalere sui nemici e sulle prede.
- E nel pomeriggio, dalle 15 alle 18, la giornata proseguirà con "Prima del Malleus Maleficarum", una rassegna sui culti pagani e sulla stregoneria, centinaia d'anni prima della pubblicazione del famoso Malleus Maleficarum.
All’interno della longhouse, seduti intorno al focolare arrostendo castagne, potrete ascoltare una serie di racconti, storie e leggende dall'antichità all'altomedioevo tramandatisi attraverso i secoli...
Unni, Sassoni, la regina Fredegonda, Carlo Magno e tanti altri ci accompagnarenno in un avvincente viaggio nella magia e nelle superstizioni medievali.
TUTTI GLI EVENTI SONO GRATUITI
PER L'EVENTO DEL POMERIGGIO I BAMBINI POTRANNO ASCOLTARE ALL'ESTERNO DELLA LONGHOUSE, DI FRONTE AD UN FOCOLARE, FIABE NARRATE DA UN'OPERATRICE.
INFO:

tel. 338 7390950 - 3473746360

venerdì 10 ottobre 2014

NONANTOLA E IL TERRITORIO MODENESE IN ETÀ CAROLINGIA

Convegno di studi per il XII centenario della morte di Carlo Magno (814-2014)

Nonantola, 24-25 ottobre 2014

Venerdì 24 ottobre – Nonantola, Cinema Teatro Troisi Ore 9.30

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PROGRAMMA

Alessandro Barbero, Discorso di apertura: IL MITO DI CARLO MAGNO DAL MEDIOEVO AD OGGI

Bruno Andreolli, Morfologie contrattuali e strutture produttive a Nonantola fra tradizioni italiche e dirigismo carolingio

Patrizia Cremonini, I vinti di re Carlo su terre di confine. Famiglie modenesi di tradizioni longobarde (secc. X-XI) Ore 15 : Sala Verde dell’Abbazia: Nicola Mancassola,, Il patrimonio fondiario del monastero di San Silvestro di Nonantola in età carolingia: insediamenti e comunità nella bassa pianura lungo il corso del Po

S. Gelichi, M. Librenti, A. Cianciosi, L’abbazia di Nonantola in età carolingia alla luce dell’evidenza archeologica

Paolo Peri, I tessuti di Nonantola. La diffusione dei loro soggetti animali e vegetalfloreali nelle arti figurative

Leonardo Quaquarelli, La figura di Carlo nelle fonti cronachistiche, storiografiche e letterarie fra tardo medioevo e prima età moderna

Gloria Serrazanetti,, Carlo Magno nella documentazione nonantolana dal IX al XVII secolo

Sabato 25 ottobre. Nonantola, Sala Verde del Palazzo abbaziale – ore 9,30

Rossella Rinaldi, Carlo nel Modenese. Tracce documentate

Filippo Terrasi, Falso o autentico? La datazione radiocarbonica del sigillo del diploma di Carlo Magno dell’8 giugno 781

Riccardo Fangarezzi, I diplomi carolingi dell’Archivio Abbaziale di Nonantola Antonio Ciaralli, Sui rapporti tra la scrittura nonantolana e quella beneventanA

Paolo Golinelli, La tradizione imperiale a Nonantola: dal culto di san Silvestro alla falsa donazione di Costantino

mercoledì 8 ottobre 2014

Domenica 12 ottobre 2014: ILMEDIOEVO A LOMELLO


Programma:
Ore 15.00: visita guidata al borgo medievale
Ore 16.30: merenda con i nostri dolcetti
Ore 17:00: (per chi lo desidera) Messa in latino nella basilica di Santa Maria Maggiore.

COSA VISITO:
Resti delle mura romane, Basilica di Santa Maria Maggiore (protoromanico), Battistero Longobardo, Museo degli stucchi, Castello Crivelli e affreschi, San Michele (romanico).

DA DOVE SI PARTE:
Sede della Pro Loco Lomello - di fronte al castello
Piazza Repubblica 1
Lomello (Pv)

COSTO DELLA VISITA:
- 8 euro (comprensivo dei 3 euro per l'ingresso in basilica e al museo degli stucchi richiesti dalla Parrocchia)
- 3 euro solo castello (altrimenti compreso nella quota 8 euro della visita completa).

DURATA
90 minuti

SCONTI:
Bambini fino ai dieci anni (visita gratis)
Studenti sconto 1 euro (universitari presentando il tesserino)
Iscritti UNPLI, FAI, ITALIA NOSTRA, TOURING CLUB, LEGAMBIENTE sconto 1 euro

Non sei iscritto a nessuna associazione? Stampa il buono allegato a questo post e mostralo ai nostri incaricati. Avrai un euro di sconto sulla visita guidata.

CONTATTI:
tel. 327 108 5241

DA PROVARE PRIMA DI SALUTARCI:
Le PALLE DI AGILULFO (dolce tipico locale) e i nostri prodotti gastronomici.

venerdì 19 settembre 2014

GIORNATA EUROPEA DEL PATRIMONIO: Sabato Musei ad 1 euro e aperti fino a mezzanotte

Logo GEP

Sabato 20 settembre, in occasione della 31a edizione delle Giornate Europee del Patrimonio, i principali musei, monumenti e aree archeologiche statali e comunali saranno aperti al pubblico fino alle 24.00 al costo simbolico di 1 euro.
La manifestazione, ideata nel 1991 dal Consiglio d'Europa e dalla Commissione Europea, coinvolge gli Stati membri della Convenzione culturale europea, ed è nata con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini del nostro continente, alla ricchezza e alla diversità culturale. 

Franceschini: sabato musei statali e comunali ad 1 euro e aperti fino a mezzanotte. 'Sarà festa per la cultura italiana'
“Le giornate europee del patrimonio – dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – si svolgono quest’anno nel pieno del Semestre italiano di presidenza UE, a significare ancora di più la convinzione con la quale il nostro Paese aderisce al progetto europeo. Questa importante iniziativa, a cui hanno aderito con convinzione il MiBACT e l’Anci, serve a far conoscere i musei statali e comunali ad un pubblico più vasto: non solo ai turisti, ma anche ai tanti cittadini che non sono mai entrati nei musei delle proprie città. Sabato sarà una bella giornata di festa per la cultura italiana”.

venerdì 12 settembre 2014

A Bologna i capolavori della miniatura


Quest’anno bibliofili e appassionati di libri antichi hanno due motivi in più per visitareArtelibro – Festival del Libro e della Storia dell’Arte (Bologna, 18-21 settembre 2014): oltre ai tanti incontri e appuntamenti sul tema dell’editoria d’arte, sono in programma due mostre dedicate a codici miniati veramente notevoli.
Presso la Sala dello Stabat Mater (Biblioteca dell’Archiginnasio, visitabile fino al 25 settembre) è allestita la mostra “La scrittura splendente. Tesori manoscritti dalle biblioteche italiane”, organizzata da Artelibro e dalla Biblioteca dell’Archiginnasio in collaborazione con Franco Cosimo Panini Editore (sì, ci siamo anche noi).
Per l’occasione saranno esposti alcuni capolavori della miniatura: la Bibbia di Borso d’Este, eccezionalmente concessa dalla Biblioteca Estense Universitaria di Modena; la Bibbia di Marco Polo, proveniente dalla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze; e infine la Vita Christi di Ludolfo di Sassonia, il più bello tra i codici conservati nella Biblioteca dell’Archiginnasio.
Per permettere una fruizione completa e integrale dei volumi in mostra, sarà a disposizione del pubblico un tavolo multi-touch appositamente realizzato da Franco Cosimo Panini Editore. Grazie ad esso è possibile ammirare integralmente le tre opere e osservare nei minimi dettagli le pagine con lo zoom interattivo. I più tradizionalisti potranno invece sfogliare il facsimile della Bibbia di Borso d’Este, esposto in sala accanto all’originale.
La seconda mostra, dal titolo “Il Leggendario Sforza-Savoia. Un racconto per immagini del Rinascimento italiano” si trova nel Salone del Podestà di Palazzo Re Enzo ed è visitabile fino al 21 settembre. Protagonista dell’esposizione è il prezioso Leggendario Sforza-Savoia, codice realizzato nel 1476 per il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza e la consorte Bona di Savoia, e attualmente conservato presso la Biblioteca Reale di Torino. A rendere il Leggendario un’opera così eccezionale è il ricchissimo apparato illustrativo: più di trecento grandi scene miniate accompagnano il testo – che comprende i Vangeli Apocrifi e il Nuovo Testamento –  dando vita a uno spettacolare racconto per immagini.
La mostra, curata da Franco Cosimo Panini Editore, permette al pubblico di approfondire la storia e i segreti del codice e soprattutto di ammirarne le miniature, grazie alla presenza di oltre settanta pagine miniate riprodotte con la tecnica facsimilare, commentate e descritte. Accanto alle pagine esposte sarà presente anche in questo caso il grande tavolo interattivo e multi-touch sviluppato da Panini, che consente di sfogliare l’opera in altissima risoluzione, eseguire ricerche per similarità visuale e semantica, visualizzare la trascrizione del testo in volgare  e attivare la traduzione del testo in italiano moderno, riga per riga. Completa l’esposizionel’edizione in facsimile integrale del Leggendario Sforza-Savoia, nuovo titolo della collana “La Biblioteca Impossibile” (info: www.leggendariosforzasavoia.it / numero verde 800 019698).


Orari e biglietti


Il Leggendario Sforza-Savoia. Un racconto per immagini del Rinascimento italiano
Dal 19 al 21 settembre 2014
Salone del Podestà – Palazzo Re Enzo e del Podestà
Piazza Nettuno, 1 – Bologna
Inaugurazione: 18 settembre, ore 19
Venerdì e sabato: ore 10 – 20 / Domenica: ore 10 – 19
Biglietto per l’ingresso a Palazzo Re Enzo e del Podestà: € 5,00


La scrittura splendente. Tesori manoscritti dalle biblioteche italiane
Dal 19 al 25 settembre 2014
Sala dello Stabat Mater – Biblioteca dell’Archiginnasio
Piazza Galvani, 1 – Bologna
Inaugurazione: 18 settembre, ore 12
Da lunedì a domenica: ore 10 – 19
Biglietto per l’ingresso a Biblioteca dell’Archiginnasio: € 4,00

Biglietto cumulativo
Palazzo Re Enzo e del Podestà + Biblioteca dell’Archiginnasio € 7,00

Bronzi, Expo e bufale

Sistema di movimentazione del Riace B quanto fu portato a Palazzo Campanella, progettato da Roberto Ciabattoni, Iscr. Foto Ciabattoni
Diciamolo subito: con i sofisticati sistemi oggi esistenti, di opere materialmente intrasportabili per il loro delicato stato conservativo ce ne sono davvero pochissime. 
E a dirlo sono quegli stessi tecnici che nelle loro relazioni esprimono parere negativo su tali operazioni, ma che, poi, messi all’angolo dal pressing d’interessi politici  che nulla hanno a che vedere con la tutela e la valorizzazione del patrimonio, sono costretti a pianificarle in modo almeno da garantire il minor impatto possibile.
I Bronzi di Riace esibiscono muscoli, ma non godono affatto di buona salute, fisicamente vulnerabili tra «microcricche» (fratture) e rilevanti fenomeni di corrosione. 
Ma per Vittorio Sgarbi «sarebbero meno fragili di quanto vogliono farci credere», e quando lo scorso 28 luglio è stato ufficialmente nominato da Roberto Maroni ambasciatore di Expo per la Regione, accarezzando l’idea di riuscire laddove si è fallito in occasione di G8 e di più di un’Olimpiade, sua prima idea è stata proprio quella di portare i Guerrieri nel capoluogo lombardo, con tanto di richiesta ufficializzata al ministro Dario Franceschini. La polemica è deflagrata: con la Soprintendente per i Beni archeologici della Calabria, Simonetta Bonomi, che difende l’intrasportabilità «pareri tecnici dell’Iscr» alla mano; con il Comitato per la valorizzazione dei Bronzi, che definiva una «sceneggiata» la commissione d’esperti «indipendenti» per stabilire la fattibilità o meno del viaggio, annunciata in agosto da Franceschini, ed effettivamente istituita nella giornata di ieri;  non è mancato nemmeno un botta e risposta tra il critico ferrarese e Salvatore Settis, contrario allo spostamento, e per ciò pure accusato di aver chiesto a sua volta i Guerrieri nel 2008, per la sua mostra a Mantova, circostanza dallo stesso sconfessata, e anche la Bonomi conferma non esserci stata alcuna richiesta ufficiale di prestito. Se non che Antonio Siracusano su «La Gazzetta del Sud» è andato a pescare un certo Chicco Voceri, «un commercialista che allora amministrava Palazzo Te (sede della mostra)», che andò «personalmente a parlare con l’allora sindaco di Reggio, Scopelliti, per avere il suo sostegno all’operazione»: alla domanda secca del giornalista se il prof. Settis fosse d’accordo risponde «per forza, lui curava la mostra».
In ogni modo, Sgarbi cita il caso di un altro celebre bronzo, pure estremamente fragile, il Satiro danzante di Mazara: in barba al parere contrario dell’Iscr, ha subito ben 14 viaggi (tra andata e ritorno), amorevolmente accompagnato dagli stessi tecnici dell’Istituto romano. Eppure è tornato sempre incolume. In ogni modo, dall’anno scorso è rientrato nel blindatissimo elenco di opere di cui la Regione Sicilia vieta l’esportazione.
Ma ogni opera è un caso a sé e il punto è che quella dell’inamovibilità o meno dei Bronzi non è la questione vera, se anche Gisella Capponi, direttrice dell’Iscr, in un’intervista al «Corriere», ha messo sì in guardia dai rischi derivati da una loro movimentazione e da un’esposizione che non garantisca le stesse condizioni termo igrometriche (umidità relativa del  45% e temperatura di 22 gradi) riprodotte nella nuova sala del museo in riva allo Stretto, ma ha anche assicurato «la massima collaborazione tecnica nel caso si stabilisse la fattibilità del viaggio».
Da ricordare poi che nel 2009 i Bronzi stavano davvero per prendere il via, e diretti proprio all’Istituto romano, salvo la solita levata di scudi da Reggio Calabria che fece sì che il laboratorio di restauro (2010–2011) fosse invece allestito in città. E quello stesso anno, qualche mese prima, quando si profilò l’ipotesi di portarli alla Maddalena per il G8 (poi all’Aquila), sempre l’Iscr, che da 40 anni esprime parere negativo sulla loro trasportabilità, insieme all’Enea stilò un dossier di un centinaio di pagine (cfr. n. 316, gen. ’12, p. 36) in cui, pur non cambiando parere,  predisponeva un sistema di movimentazione e trasporto in sicurezza che teneva conto di tutta una serie di variabili (mezzi di trasporto, destinazione espositiva ecc.). Lo ricorda Roberto Ciabattoni (Laboratorio di Fisica Iscr), che ha progettato, sulla base di quello dallo stesso già testato sul Satiro, il sistema di imbracatura utilizzato per lo spostamento delle due statue durante l’ultimo restauro a Reggio.
La questione, dunque, è piuttosto un’altra: se anche la commissione Franceschini (cfr. box qui sotto) dovesse ribaltare il veto romano, ci si dovrebbe chiedere se la validità del contesto espositivo sia  all’altezza del rischioso spostamento. Lo fanno lo stesso Ciabattoni, che teme, peraltro, «i cambiamenti microclimatici repentini durante il trasporto», e Caterina Greco, a capo della Soprintendenza archeologica calabrese all’epoca del G8 2009 (oggi soprintendente di Agrigento), che ritorna sull’esempio di Sgarbi per distinguere il prestito del Satiro per la mostra, dall’alto profilo scientifico, su Prassitele al Louvre nel 2007 o quella alla Royal Academy di Londra nel 2012, dallo svilimento dello stesso capolavoro a «feticcio» all’Expo di Aichi del 2005.
La Greco s’interroga anche sull’opportunità di mettere in piedi la commissione, dal momento che «esiste già un organo consultivo del Ministero, che ha tra i suoi scopi istituzionali quello di trattare problematiche di così particolare rilevanza: il Consiglio Nazionale per i Beni culturali».
E c’è dell’altro. Se Brera può permettersi di prestare pure il Cristo di Mantegna (l’esempio è ancora di Sgarbi), il museo reggino privato per sei mesi dei Bronzi si farebbe prima a richiuderlo: l’allestimento dovrebbe, infatti, essere completato in febbraio (la firma del contratto è del 3 settembre scorso), dopo di che ci si ritroverebbe a brindare, a ben sette anni dall’inizio del restyling dell’edificio, all’inaugurazione totale del museo (e alla chiusura di uno dei più controversi capitoli degli appalti nei Beni culturali), dovendo rinunciare proprio ai due capolavori identitari. Almeno, quando nel novembre scorso, Benito Benedini, presidente del Sole 24ore e numero 1 della Fondazione Fiera di Milano, lanciò per primo l’idea dei Bronzi all’Expo (cfr. n. 337, dic. ’13, p. 4), questi si trovavano ancora a Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale.
Poi, se anche l’assessore siciliano al Turismo, Michela Stancheris, sente di dire la sua sul «caso dei Bronzi che fotografa il fallimento di un Sistema Italia che muove le sue opere d’arte perché non sa far muovere i turisti», che dire dell’insolito silenzio della Regione Calabria, in questi anni sempre in prima fila quando c’è stato da difendere i Bronzi o il loro museo, con l’ex presidente Peppe Scopelliti (il Consiglio regionale è ancora in piedi sei mesi dopo le dimissioni del Governatore condannato per abuso d’ufficio, e si andrà al voto a novembre) che trovò i fondi per allestire il laboratorio di restauro dei primi nel palazzo regionale, fino a riuscire nell’impossibile: far annullare il bando Mibact di ampliamento del secondo? Raggiunto telefonicamente (era il 22 agosto), l’assessore ai Beni culturali calabrese Mario Caligiuri è stato perentorio: «non rilascio dichiarazioni in merito». Poi è stata solo pantomima. Appena qualche giorno dopo,  un comunicato di Sgarbi annuncia: «L’assessore Caligiuri per il bene della Calabria e per la gloria dell’Italia,  turbato da troppe cattive informazioni su quello che è il vero pensiero del popolo calabrese, nel pieno delle sue funzioni, preso atto dell'articolo 117 della Costituzione e nel rispetto dei poteri attribuiti al presidente, oggi vacante, della Regione, ha deciso di concedere il prestito dei Bronzi di Riace per l'Expo 2015 di Milano», aggiungendo che «Caligiuri ha prontamente avviato le pratiche per condurre a un sereno giudizio la soprintendente Bonomi, indicandole i limiti dei suoi poteri», e «predisposto l’atto deliberativo» affinché «il trasferimento avvenga il 15 ottobre, con una sosta preliminare presso i laboratori di restauro di Brera». Salvo l’immediata smentita dell’assessore, costretto a interrompere il silenzio stampa: «non ho mai fatto alcuna dichiarazione sull’eventuale trasferimento dei Bronzi di Riace. È una bufala di fine estate». Con Sgarbi, quindi, che corre ai ripari liquidando il tutto come un «equivoco» innescato dal riferimento a una sentenza del Consiglio di Stato del 30 luglio 2009 (da ricollegare, evidentemente, al dibattuto trasferimento al G8 alla Maddalena), «secondo cui, spiega il critico, la competenza sullo spostamento di opere d’arte non apparterrebbe allo Stato, ma alle istituzioni locali». Un assist insperato, di colpo sarebbero usciti di scena Franceschini con la sua commissione e la Bonomi  col suo veto perentorio: «avendo sottoposto il documento a Caligiuri, spiega ancora Sgarbi, abbiamo convenuto sul fatto che, se fosse stato come riportato nella lettera, sul trasferimento dei Bronzi avrebbe potuto decidere la Regione Calabria». Il che sarebbe equivalso (ma essendo il museo nazionale potestà decisionale ha lo Stato, e quindi il Ministero, e non la Regione) a incassare un bel sì all’Expo, come lasciano intendere i contenuti fin troppo circostanziati del comunicato con cui il critico si affrettava a annunciare il trasferimento a Milano. Altro che bufala o equivoco! Più che altro un noioso incidente per l’assessore che, docente di comunicazione e curatore in prima persona dei propri comunicati stampa, stava, probabilmente, calibrando bene il suo debutto con una dichiarazione ufficiale pro Bronzi a Expo. A meno di nuovi colpi di scena, infatti, la sua posizione non è troppo arduo intuirla: a Sgarbi l’anno scorso ha affidato l’organizzazione dei 400 anni dalla nascita di Mattia Preti e in un pamphlet,  dello stesso 2013, sugli obiettivi raggiunti dal suo Assessorato si legge persino: «coinvolto il critico d’arte Vittorio Sgarbi che ha visitato per noi tanti centri, da Taverna a Morano Calabro, da Altomonte a Lungro, da Nocera Terinese a Curinga (…)». Nella querelle è intervenuto anche il premier Matteo Renzi, per il quale «non ha senso spostare i Bronzi all’Expo 2015», quando invece «bisognerebbe portare i visitatori dell’Expo da Milano a Reggio Calabria». Ma si tratta di una dichiarazione ai microfoni di Rtl 102.5, accompagnata anche da un chiaro: «comunque decideranno gli organi competenti».


La commissione di esperti
La commissione, che dovrà esprimersi entro metà ottobre, è presieduta da Giuliano Volpe, ordinario di archeologia all’Università di Foggia, ed è composta da Simonetta Bonomi, soprintendente per i beni archeologici della Calabria, Gisella Capponi, direttrice dell’Istituto Superiore per la conservazione e il restauro, Gerardo De Canio, responsabile del laboratorio dell’unità tecnica Tecnologia dei materiali dell’Enea e progettista delle nuove basi antisismiche dei Bronzi, Stefano De Caro, direttore dell’Iccrom, Daniele Malfitata, direttore dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr, e Bruno Zanardi, associato di teoria e tecnica del restauro presso l’Università di Urbino.

lunedì 8 settembre 2014

Riapre le porte al pubblico la Villa Reale di Monza

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Riapre le porte al pubblico uno dei più affascinanti tesori dell’arte e della storia del nostro territorio: la Villa Reale di Monza, dopo due anni di restauro, si presenta in tutta la sua originaria bellezza e per l’occasione, per 10 giorni, sarà visitabile ad ingresso libero. Oggi Philippe Daverio, brand ambassador della Villa Reale e responsabile area cultura del comitato scientifico Nuova Villa Reale Monza Spa, Roberto Scanagatti, Sindaco di Monza e Presidente del Consorzio Parco e Villa Reale di Monza e Attilio Maria Navarra, Amministratore Delegato di Italiana Costruzioni Spa, hanno dato il “via” al nuovo corso del Monumento.
I lavori di restauro, curati da Nuova Villa Reale Monza Spa (società controllata da Italiana Costruzioni Spa), hanno riportato in vita:

- il piano terra, con i suoi mosaici Liberty, sarà adibito alla ristorazione (sede de Le Cucine Villa reale un progetto complesso e ambizioso ideato e gestito da F&De Group, che colloca il lounge bar e il ristornate in un’idea di accoglienza e ristoro più ampia, contaminata da design e moda, accessibile a tutti, dalle ore 9 alle ore 24, 7 giorni su 7) e all’accoglienza dei visitatori. Fungerà da nuovo ingresso e ambiente polifunzionale, ospitando il bookshop della Villa oltre a spazi ludici e formativi.

- il primo piano nobile (con le sale di rappresentanza: la sala delle feste; quella degli arazzi, del trono e degli uccelli; la sala da pranzo ufficiale e di famiglia e la sala bianca) manterranno una vocazione legata agli eventi.

- il secondo piano nobile (con gli appartamenti privati per gli ospiti, caratterizzati da ori e stucchi realizzati da Umberto e Margherita per la breve visita degli imperatori di Germania e gli appartamenti contigui del Principe di Napoli – il futuro Vittorio Emanuele III – e della Duchessa di Genova, mamma della Regina Margherita) sarà museo di se stesso e sede di grandi mostre.

-il Belvedere (con le sale rivisitate dall’Arch. Michele De Lucchi in cui ammirare i graffiti lasciati sui muri dai tempi della Biennale d’Arti decorative a quelli delle famigli istriane che in queste sale hanno vissuto, incorniciati dalle travi in legno del Piermarini) in cui troverà sede la Triennale di Milano, che organizzerà sia workshop sia attività espositive temporanee e permanenti.

“Abbiamo voluto restituire gratuitamente per alcuni giorni la Villa alla cittadinanza permettendo a tutti di poter vedere liberamente i lavori di restauro che abbiamo compiuto negli ultimo 2 anni. Oggi i cittadini monzesi possono riappropriarsi di uno dei più importanti simboli della propria città” ha dichiarato Attilio Maria Navarra, Amministratore Delegato di Italiana Costruzioni Spa.

“Abbiamo voluto promuovere una apertura straordinaria, libera e gratuita per permettere a tutti i cittadini di godere di un bene di straordinario valore che grazie ai lavori di restauro e’ finalmente tornato al suo antico splendore. Un patrimonio non solo di Monza e del nostro territorio ma di tutto il Paese, che sarà sede di rappresentanza durante Expo 2015 e che, insieme agli altri valori storico artistici e ambientali che custodiamo, ci aiuterà a costruire un pezzo importante del nostro futuro” ha dichiarato Roberto Scanagatti Sindaco di Monza e Presidente del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza.

In occasione della riapertura sarà possibile visitare in anteprima la mostra fotografica di Piero Pozzi “Memoria e Splendore: una storia per immagini”, che inaugurerà alle ore 19: un racconto che, attraverso 90 scatti fotografici, ripercorre la storia di Villa Reale dal 1993 ad oggi .

E’ stato inoltre presentato alla stampa il calendario di iniziative previste per settembre

SABATO 13 SETTEMBRE:
ore 11-13 e 16-18 performance teatrale “Le relazioni pericolose in Villa Reale” (a cura della compagnia La Danza Immobile, Teatro Binario 7 di Monza);
ore 18-19 performance jazz con Felice Clemente e Javier Perez Forte, in collaborazione con Blue Note Milano

DOMENICA 14 SETTEMBRE:
ore 10-19 gruppo di rievocazione storica “le Feste Galanti”, comparse in maschera animeranno i nuovi spazi della Villa
ore 11-13 e 16-18 performance teatrale “Le relazioni pericolose in Villa Reale” (a cura della compagnia La Danza Immobile, Teatro Binario 7 di Monza);
ore 16-17 esibizione dell’Ensemble d’ottoni dell’Accademia Teatro alla Scala
ore 18-19 esibizione dei solisti di canto dell’Accademia Teatro alla Scala, con celebri arie d’opera di repertorio italiano

domenica 7 settembre 2014

Riforma beni culturali: ecco cosa cambia con la riforma Franceschini


“Puntiamo a fare in modo, correndo ancora come abbiamo fatto in questi mesi, che entri tutto in vigore dal 1 gennaio 2015” ha affermato il ministro dei beni e delle attività culturali e turismo, Dario Franceschini, presentando la riforma del Mibact, da poco approvata dal Consiglio dei Ministri.

Il provvedimento rivoluzionerà il modello organizzativo dei beni culturali italiani, mirando a rendere l’amministrazione dei beni culturali più snella, efficiente ed economica attraverso l’ammodernamento della struttura centrale e la semplificazione di quella periferica; l’integrazione definitiva tra cultura e turismo; la valorizzazione dei musei italiani, con 20 musei e siti archeologici di interesse nazionale dotati di piena autonomia gestionale e finanziaria con direttori altamente specializzati; ma anche il rilancio delle politiche di innovazione e formazione; la valorizzazione delle arti contemporanee; la revisione delle linee di comando tra centro e periferia ed il taglio delle figure dirigenziali.

“La riforma del Mibact – ha commentato il ministro Franceschini – e’ un cambiamento profondo, in linea con le importanti riforme che gli italiani si aspettano da questo Governo. Una importante e necessaria riorganizzazione che supera la contrapposizione ideologica tra tutela e valorizzazione e permette di investire nel settore della cultura e del turismo come fattore trainante della ripresa economica del paese“.

Una riforma che trae origine dalle politiche di spending review che hanno chiesto ad ogni Ministero di dotarsi di un nuovo regolamento di organizzazione che recepisse le riduzioni di pianta organica. Adempiendo così, finalmente, a tale obbligo il MIBACT (che sovrintende settori fondamentali della cultura, dallo spettacolo dal vivo al cinema, dalle biblioteche agli archivi, dalle belle arti al paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanea) ha colto l’opportunità di ridisegnare se stesso in in maniera del tutto innovativa ed intervenendo su quei problemi che da decenni segnano l’amministrazione dei beni culturali e del turismo in Italia come:
la mancanza di integrazione tra i due ambiti di intervento del Ministero: la cultura e il turismo;
l’eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e le numerose duplicazioni tra centro e periferia;
il congestionamento dell’amministrazione centrale, ingessata anche dai tagli operati negli ultimi anni;
la carenza di autonomia dei musei italiani, che ne limitano grandemente le potenzialità;
il ritardo del Ministero nelle politiche di innovazione e di formazione.

Nello specifico, le nuove norme conferiscono a 2 Soprintendenze speciali e 18 musei, maggiore “autonomia e responsabilizzazione” attraverso la qualifica di “ufficio dirigenziale, riconoscendo così il massimo status amministrativo ai musei di rilevante interesse nazionale“. Tra questi figurano la Soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Romano e l’area archeologica di Roma; la Galleria Borghese; la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e la Galleria Nazionale d’arte antica. “Venti enti museali saranno guidati da un dirigente e avranno la stessa autonomia contabile, gestionale e amministrativa” ha spiegato Franceschini. I direttori potranno essere scelti, tramite selezione pubblica, tra interni o esterni all’amministrazione, anche stranieri: 
“La procedura di selezione pubblica aperta ci consentirà di chiamare a dirigere una parte dei musei della lista da persone che hanno esperienza o una formazione specifica nella gestione dei musei“.

Maggiore attenzione sarà rivolta anche all’educazione, la formazione e la ricerca, attraverso convenzioni da realizzarsi con il MIUR, il CNR, le Università ed altri centri di ricerca. Introdotta infine – per la prima volta in Italia – una politica di defiscalizzazione per imprenditori o privati cittadini che vogliano investire su restauri e tutela del patrimonio artistico italiano, con una detrazione che prevede il credito d’imposta del 65% per il biennio 2014-2015 e del 50% per il 2016.

“Questa riforma, insieme alla legge sull’Art bonus, è una base di partenza per tornare a investire su cultura e turismo”  ed entrerà in vigore già dal 1 gennaio 2015. In Italia, ha concluso il ministro, «ci sono più di 400 musei dello Stato e più di 4.000 musei tra comuni, Stato, privati e Chiesa: un patrimonio che nessuno ha e che va tutelato e valorizzato per diventare uno dei fattori trainanti della crescita».

sabato 6 settembre 2014

Perché Arezzo è così poco nota e visitata? Chi non conosce Arezzo è un italiano a metà!

Perché Arezzo è così poco nota e visitata? Chi non conosce Arezzo è un italiano a metà!

Perché Arezzo è così poco nota e visitata? Strano paese, l'Italia. 
Grida alla scoperta miracolosa per i tanti Michelangelo e Leonardo che non sono, per ossa e tombe di mortacci diversi dagli illustri a cui certi begli ingegni le riferiscono, e quando viene fuori un Piero della Francesca lampante, quasi non batte ciglio.
Alcune studiose si accorgono che un affresco nella chiesa della Pieve di San Polo, appena fuori Arezzo, raffigurante Sant'Antonio Abate, ha tutti i crismi per essere opera di Piero, e non di un suo seguace, il limitato Lorentino, Lo rivelano con prudenza che spiazza la stampa, incapace di distinguere una cosa seria da una "bufala".
Potrebbe trattarsi di un ritratto in vesti sacre di un Bacci, i titolari della cappella, nell'altra chiesa aretina di San Francesco, dove Piero ha lasciato il suo massimo capolavoro.
 L'affresco capolavoro, il ciclo attribuito a Piero, della Leggenda Vera Croce, che chi non l'ha mai visto può ritenersi italiano solo a metà. Non sono affatto rari, del resto, i lavori che gli artisti in trasferta svolgevano parallelamente alle opere maggiori; lo stesso Piero aveva eseguito, ad Arezzo, anche l'affresco in Duomo della Maddalena, vicino nell'impostazione al l'Antonio Abate.
Con questa scoperta, Arezzo merita di essere considerata luogo di Piero come neanche la nativa Sansepolcro potrebbe più essere.
Arezzo che non è solo Piero, ma anche etruschi e romani, Mecenate, a cui è dedicato il museo archeologico, Guido e Guittone, Spinello e Giorgio Vasari, la Pieve e il Duomo, le torri e i palazzi medievali, e uno dei più bei crocifissi di Cimabue... perché è così ignota agli italiani?

(di Vittorio Sgarbi sul settimanale OGGI)

LA PRIMA DOMENICA DEL MESE, MUSEI GRATIS PER TUTTI

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Torna il 7 settembre #DomenicaalMuseo, dove tutti i musei e le aree archeologiche statali saranno visitabili gratuitamente. E’ la prima applicazione della norma del decreto Franceschini, in vigore dal primo luglio, che stabilisce che ogni prima domenica del mese non si pagherà il biglietto per visitare monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali dello Stato. 

venerdì 5 settembre 2014

Scavi Telcha scoprono resti Aosta romana


Un'importante rinvenimento archeologico è dovuto agli scavatori della società che sta realizzando la rete del teleriscaldamento cittadino. “Non è l'unica vestigia che abbiamo portato alla luce, ma certamente è una delle più rilevanti”.

E' il commento dell'ingenere Michele Manunta, direttore dei cantieri Telcha ad Aosta, al ritrovamento avvenuto nei giorni scorsi in via Torino, dove gli scavi del teleriscaldamento hanno scoperto, proprio in un tratto dove dovranno passare i tubi della rete, un muro romano e una breccia risalente alla fondazione di Augusta Praetoria, utilizzata per il passaggio delle acque di scolo.

“Stiamo lavorando a stretto contatto con la Sovrintendenza regionale ai Beni culturali - spiega Manunta - e posso assicurare che i resti romani rimarranno intatti: ridurremo il diametro dei tubi e della coibentazione li faremo passare nella breccia”. L'ingegnere conferma la riapertura, in queste ore “del tratto di viale Conseil des Commis dove l'impianto è già stato coperto” e assicura che “Telcha sta lavorando giorno e notte, sabati e domeniche comprese, per chiudere l'asse dei cantieri e ripristinare la circolazione nelle vie entro il 12 settembre, data della riapertura delle scuole”.

Il ritrovamento del muro romano ha rallentato i lavori del teleriscaldamento lungo le principali arterie di traffico cittadino e giovedì 4 settembre alcuni commercianti delle vie Torino, Vevey e Garibaldi hanno incontrato il presidente dell'Ascom di Aosta, Giuseppe Sagaria per un ennesimo confronto sui disagi. Sagaria ha invitato alla riunione anche il responsabile commerciale di Telcha, l'ingegner Alessio Ciocca, che ha spiegato la natura dei ritardi, ovvero il ritrovamento dei resti archeologici e ha assicurato massimo impegno per ripristinare la viabilità nel più breve tempo possibile.

mercoledì 3 settembre 2014

Certosa di Pavia, cinquemila turisti in visita al museo


Quasi cinquemila turisti hanno visitato il museo della Certosa in soli 9 week end. 
E i numeri sono in crescita, visto che lo scorso anno ad agosto erano stati solo 1600 i visitatori del museo, invece quest’estate hanno superato quota 2600. Ovviamente il picco è stato toccato il giorno di Ferragosto con 265 visitatori, ma non sono stati da meno i due giorni successivi che hanno totalizzato 428 presenze. Tra i turisti del museo gli italiani fanno la parte del leone, ma gli stranieri non mancano e arrivano da tutto il mondo: 
«I francesi sono il gruppo più numeroso, seguito da spagnoli e latino-americani – dice Stefania Greggio della cooperativa Dedalo che si occupa delle visite guidate al museo – Aumentano sempre più i russi, molti ospiti in Italia di amici e parenti. Non mancano inglesi e americani, come pure gli asiatici, soprattutto cinesi e giapponesi. Arrivano anche da Paesi lontani come Nuova Zelanda e Australia». Molte le giovani coppie e le famiglie, molti meno i visitatori in età che si vedono numerosi solo tra le comitive di asiatici.
«Per la maggior parte di loro – dice ancora Greggio – la visita al museo della Certosa è una breve escursione dalla loro base milanese. Alcuni fanno tappa al museo prima di raggiungere il lago di Como o la Liguria. Più ristretto il numero di coloro che scelgono di fermarsi qualche giorno per visitare il territorio pavese». C’è chi dal museo gestito dalla Soprintendenza non ci passa neppure, per dedicarsi alla sola Certosa, ma accade spesso anche il contrario: «Molti già conoscono il complesso monumentale – dice la Soprintendente Letizia Lodi –e vengono apposta per visitare solo le opere del museo che non hanno mai visto dato che è stato aperto nel 2008 ed è in continuo rinnovamento». 
Il museo è obbligato a seguire gli orari della Certosa che per i frati sono intoccabili: 
«La pausa tra alle 11.30 e le 14.30 è un problema – dice l’assessore provinciale Milena D’imperio – ma c’è stata una chiusura da parte sia dei frati sia del Demanio hanno accettato di far tenere aperto il museo con le sue pregevoli opere e il giardino con orario continuato. Alla fine la questione centrale resta quella del modello di gestione del monumento che è inattuale».

martedì 2 settembre 2014

LA RIORGANIZZAZIONE DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO

MIBACT - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

La riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) trae origine, come è noto, dalle politiche di spending review attuate da ultimo con il decreto legge n. 66 del 2014, convertito nella legge n. 89 del 2014. In base ai tagli operati nel 2012-2013, infatti, ogni Ministero era tenuto a dotarsi di un nuovo regolamento di organizzazione che recepisse le riduzioni di pianta organica. Il MIBACT adempie, finalmente, a tale obbligo e ridisegna se stesso in modo fortemente innovativo, in linea con le misure già adottate con il d.l. n. 83 del 2014, convertito nella legge n. 106 del 2014 (c.d. decreto ArtBonus).
L’adeguamento ai numeri della spending review è divenuto l’opportunità per intervenire sull’organizzazione del Ministero e porre rimedio ad alcuni problemi che da decenni segnano l’amministrazione dei beni culturali e del turismo in Italia. Si tratta di disfunzioni e lacune riconosciute ed evidenziate molte volte e da più parti:
1) la assoluta mancanza di integrazione tra i due ambiti di intervento del Ministero, la cultura e il turismo;
2) la eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e le numerose duplicazioni tra centro e periferia;
3) il congestionamento dell’amministrazione centrale, ingessata anche dai tagli operati negli ultimi anni;
4) la cronica carenza di autonomia dei musei italiani, che ne limita grandemente le potenzialità;
5) la scarsa attenzione del Ministero verso il contemporaneo e verso la promozione della creatività;
6) il ritardo del Ministero nelle politiche di innovazione e di formazione.
La riforma è stata costruita innanzitutto per risolvere questi sei “nodi” e può essere quindi descritta lungo sei linee di azione: 1) la piena integrazione tra cultura e turismo; 2) la semplificazione dell’amministrazione periferica; 3) l’ammodernamento della struttura centrale; 4) la valorizzazione dei musei italiani; 5) la valorizzazione delle arti contemporanee; 6) il rilancio delle politiche di innovazione e di formazione e valorizzazione del personale MIBACT.
Nel complesso, la riorganizzazione prevede, secondo quanto stabilito dal d.P.C.M. 22 gennaio 2013 sulle piante organiche dei Ministeri, il taglio di 37 dirigenti (6 di I fascia, 31 di II fascia). 

1.    VERSO UN VERO MINISTERO PER LA CULTURA E IL TURISMO
È divenuto prioritario e improrogabile per il Paese assicurare la piena integrazione tra i due ambiti strategici di intervento del Ministero, cultura e turismo. A tale scopo, in linea con quanto previsto con il recente decreto legge n. 83 del 2014, convertito nella legge n. 106 del 2014, vengono potenziati i collegamenti tra gli uffici operanti nei due settori:

1)    le competenze della Direzione generale Turismo sono aggiornate per assicurare la massima integrazione tra i due settori;
2)    le Direzioni generali centrali competenti per i beni culturali sono arricchite di funzioni rilevanti anche per il turismo, come ad esempio la realizzazione di itinerari e percorsi culturali e paesaggistici di valenza turistica;
3)    le Direzioni regionali, trasformate in uffici di coordinamento amministrativo, sono dotate di specifiche competenze in materia di turismo, rafforzando l’interazione con Regioni ed enti locali, nonché di promozione delle attività culturali.

2.    VERSO UN MIBACT PIÙ SNELLO MA PIÙ FORTE SUL TERRITORIO
Allo scopo di risolvere il vero e proprio “ingorgo” burocratico venutosi a creare negli anni a causa della moltiplicazione delle linee di comando e dei frequenti conflitti tra Direzioni regionali e Soprintendenze, l’amministrazione periferica è stata ripensata, mantenendo, secondo quanto previsto dalla ipotesi di riforma dell’amministrazione centrale, il livello regionale quale ambito ottimale di riferimento.
Fermo rimanendo che sarà un successivo decreto ministeriale a identificare in concreto il numero e la sede degli uffici periferici del Ministero aventi natura dirigenziale non generale (in particolare, soprintendenze, archivi di stato e biblioteche), sono state perciò adottate le seguenti misure:

1)    le Direzioni regionali sono trasformate in Segretariati regionali del MIBACT, con il compito di coordinare tutti gli uffici periferici del Ministero operanti nella Regione. Viene così pienamente riconosciuto il ruolo amministrativo di tali uffici, tutti dirigenziali di II fascia, senza però sovrapporsi alle competenze tecnico-scientifiche delle Soprintendenze;
2)    la linea di comando tra amministrazione centrale e Soprintendenze è ridefinita e semplificata: le Soprintendenze archeologiche sono articolazioni periferiche della relativa Direzione centrale; quelle miste, belle arti e paesaggio, lo sono della relativa Direzione. Nel rispetto della distribuzione territoriale, sono quindi accorpate le Soprintendenze per i beni storico-artistici con quelle per i beni architettonici, come già avveniva in diversi casi e come già era e rimarrà al centro, con una sola Direzione generale. Con successivo decreto ministeriale, comunque, saranno definite le sedi delle Soprintendenze, sulla base delle dotazioni organiche e delle effettive esigenze organizzative;
3)    l’amministrazione dei beni archivistici è razionalizzata: sono meglio definite e arricchite le funzioni della Direzione generale Archivi, nonché quelle delle soprintendenze archivistiche e degli archivi di Stato; resta l’Istituto centrale per gli archivi;
4)    l’amministrazione delle biblioteche è razionalizzata, da un lato, mantenendo l’autonomia scientifica degli istituti indipendente dalla loro natura dirigenziale; dall’altro, prevedendo che sia la Biblioteca nazionale centrale di Roma, sia la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, uffici dirigenziali di II fascia, svolgano anche le funzioni di poli bibliotecari comprendenti le biblioteche operanti nel territorio comunale, ferma restando la vigilanza della Direzione generale centrale Biblioteche e istituti culturali;
5)    la collegialità delle decisioni sul territorio è rafforzata, in quanto il comitato di coordinamento regionale, presieduto dal segretario regionale e composto dai soprintendenti, diviene il luogo in cui sono assunte le decisioni un tempo adottate dalla direzione regionale, come la dichiarazione e la verifica di interesse culturale.

3.    VERSO UN MIBACT PIÙ EFFICIENTE E PIÙ MODERNO AL CENTRO E PIÙ AUTOREVOLE A LIVELLO INTERNAZIONALE
Le riforme operate negli anni hanno progressivamente accorpato le Direzioni generali del Ministero, portando però a sacrifici eccessivi nei confronti sia del buon andamento dell’amministrazione, sia di settori di grande importanza per il Paese. La struttura centrale è stata quindi ripensata allo scopo di:

1)    rafforzare i poteri di indirizzo, di impulso e di coordinamento del Segretariato generale, affidando a tale ufficio i compiti di natura trasversale e rilevanti per l’intero Ministero, come ad esempio il coordinamento della programmazione dei fondi comunitari diretti e indiretti;
2)    costituire due Direzioni trasversali di supporto, una per l’organizzazione e il personale e una per il bilancio, così da rendere più efficiente la gestione e il funzionamento del Ministero, nonché assicurare l’attuazione e il monitoraggio delle norme sulle agevolazioni fiscali (il c.d. ArtBonus);
3)    dare maggior importanza alle politiche di promozione, valorizzazione e formazione;
4)    riconoscere la valenza internazionale degli istituti d’eccellenza del MIBACT e rafforzare le politiche di cooperazione culturale all’estero.

4.    VERSO UN “SISTEMA MUSEALE ITALIANO”
Un punto dolente dell’amministrazione dei beni culturali in Italia è sempre stata la sotto-valutazione dei musei: privi di effettiva autonomia, essi sono tutti, salvo casi sporadici e non legati a un disegno unitario, articolazioni delle soprintendenze e dunque privi di qualifica dirigenziale.
La riforma intende mutare radicalmente questo aspetto, assicurando al contempo che sia mantenuto il legame dei musei con il territorio e con le Soprintendenze e fatte salve le prioritarie esigenze di tutela e dell’unitarietà del patrimonio culturale della Nazione. I musei archeologici e le aree archeologiche, ad esempio, fatta eccezione delle due Soprintendenze speciali per Roma e per Pompei, sono articolazioni dei poli museali regionali, ma dipendono funzionalmente anche dalla Direzione generale Archeologia, che definisce le modalità di collaborazione con le Soprintendenze archeologia anche ai fini delle attività di ricovero, deposito, catalogazione e restauro dei reperti. 
Sono state quindi previste le seguenti misure:
1)    è istituita una nuova Direzione generale musei, cui affidare il compito di attuare politiche e strategie di fruizione a livello nazionale, favorire la costituzione di poli museali anche con Regioni ed enti locali, svolgere i compiti di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura, dettare le linee guida per le tariffe, gli ingressi e i servizi museali, favorire la costituzione di fondazioni museali aperte alla partecipazione di soggetti pubblici e privati, favorire la partecipazione del Ministero ad associazioni, fondazioni, consorzi o società per la gestione e la valorizzazione dei beni culturali;
2)    è conferita a 2 Soprintendenze speciali e a 18 musei (si veda lista allegata) la qualifica di ufficio dirigenziale, riconoscendo così il massimo status amministrativo ai musei di rilevante interesse nazionale, i cui direttori potranno essere scelti tramite selezione pubblica tra interni o esterni all’amministrazione, anche stranieri; con successivo decreto ministeriale saranno definiti gli istituti afferenti ai 20 musei, potendo prevedere ulteriori accorpamenti; inoltre, in futuro sarà possibile individuare ulteriori musei cui conferire tale qualifica;
3)    sono creati i poli museali regionali, articolazioni periferiche della Direzione generale musei, incaricati di promuovere gli accordi di valorizzazione previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e di favorire la creazione di un sistema museale tra musei statali e non statali, sia pubblici, sia privati; la sede dei poli sarà definita con successivo decreto ministeriale sulla base della presenza dei musei sul territorio, delle dotazioni organiche e delle effettive esigenze organizzative, e potrà quindi anche non essere il capoluogo della Regione;
4)    tutti i musei sono dotati di autonomia tecnico-scientifica e di un proprio statuto, in linea con i più elevati standard internazionali; le 2 Soprintendenze speciali e i 18 musei dirigenziali di rilevanza nazionale hanno anche autonomia contabile;
5)    sono individuati i musei e i luoghi della cultura la cui gestione può essere affidata a soggetti privati ai sensi dell’artt. 115 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

5.    VERSO UN MIBACT PIÙ ATTENTO ALLE ARTI CONTEMPORANEE
Per riconoscere piena dignità all’arte e all’architettura contemporanea e alla riqualificazione delle periferie urbane è prevista un’apposita direzione generale.
La direzione generale ‘Arte e architettura contemporanee e periferie urbane’ promuove la qualità dell’arte e dell’architettura contemporanee e partecipa direttamente all’ideazione di opere pubbliche, anche fornendo indicazioni per la loro progettazione. La direzione promuove anche la riqualificazione ed il recupero delle periferie urbane.

6.    VERSO UN MIBACT PIÙ TRASPARENTE E PIÙ ATTENTO ALL’EDUCAZIONE, ALLA FORMAZIONE E ALLA RICERCA
È sempre stato lamentato il ritardo del Ministero nei settori della innovazione e della formazione. La riforma intende colmare questa lacuna mediante le seguenti azioni, tutte finalizzate a valorizzare le professionalità del personale MIBACT:
1)    creare una apposita direzione generale per l’educazione e la ricerca, cui affidare il compito di lavorare con il MIUR, il CNR e altri enti di ricerca, le università e le scuole per assicurare la realizzazione di adeguati percorsi formativi, anche d’intesa con le Regioni;
2)    rafforzare l’attività di studio, formazione e ricerca delle strutture periferiche del Ministero, in particolare delle Soprintendenze, anche mediante convenzioni con le università, le scuole e gli istituti di formazione;
3)    attivare risorse straordinarie per la crescita professionale del personale MIBACT e il rafforzamento organizzativo delle strutture;
4)    aggiornare le competenze di tutte le strutture centrali e periferiche del Ministero, al fine di potenziare la digitalizzazione, la raccolta delle informazioni e, soprattutto, la pubblicità e la trasparenza dell’azione amministrativa;
5)    potenziare le misure di pubblicità e trasparenza, così da assicurare la pubblicazione sul sito del Ministero dei provvedimenti adottati dalle soprintendenze.

7.         SONO ALTRESI DOTATI DI AUTONOMIA SPECIALE I SEGUENTI ISTITUTI E MUSEI DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE:

MUSEI
1)  Soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area archeologica di Roma;
2)  Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia
3)  la Galleria Borghese;
4)  la Galleria degli Uffizi;
5)  la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma
6)  le Gallerie dell’Accademia di Venezia;
7)  il Museo di Capodimonte;
8)  la Pinacoteca di Brera;
9)  la Reggia di Caserta.
10) la Galleria dell’Accademia di Firenze;
11) la Galleria Estense di Modena;
12) la Galleria Nazionale d’arte antica di Roma;
13)  il Polo Reale di Torino;
14) il Museo Nazionale del Bargello;
15) il Museo Archeologico Nazionale di Napoli;
16) il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria;
17) il Museo Archeologico Nazionale di Taranto;
18) Paestum;
19) il Palazzo Ducale di Mantova;
20) il Palazzo Reale di Genova.

17 Poli museali regionali

NUOVA ORGANIZZAZIONE MiBACT

Uffici centrali 
Segretariato generale 
Direzione generale “Educazione e ricerca”; 
Direzione generale “Archeologia” 
Direzione generale “Belle arti e paesaggio” 
Direzione generale “Arte e architettura contemporanee e periferie urbane” 
Direzione generale “Spettacolo” 
Direzione generale “Cinema” 
Direzione generale “Turismo” 
Direzione generale “Musei” 
Direzione generale “Archivi” 
Direzione generale “Biblioteche e istituti culturali” 
Direzione generale “Organizzazione” 
Direzione generale “Bilancio”

Uffici periferici  
Segretariati regionali 
Soprintendenze ‘archeologia’ 
Soprintendenze ‘belle arti e paesaggio’ 
Poli museali regionali 
Musei 
Soprintendenze archivistiche
Archivi di Stato 
Biblioteche014.