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mercoledì 31 agosto 2011

IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI

Giovedì 15 Settembre 2011 dalle ore 17,00 alle 19,00

Fondazione La Rocca di Staggia - Associazione OttOvolante
Laboratorio di scrittura creativa per ragazzi e adulti

Ispirato all’opera e al metodo adottato da Italo Calvino, il laboratorio utilizza
i tarocchi marsigliesi, propri del medioevo, come elemento suggestivo personale,
nella creazione, combinazione di racconti per immagini e parole.
Ciascun partecipante, giocando dipanerà nello spazio un filo di senso, incrociando
i percorsi e le vite degli altri, attribuendo alle carte “comuni” infiniti significati,
che andranno moltiplicandosi nel tempo e nello spazio. La scrittura si fa così
installazione, viaggio, allestimento metaforico del pellegrinaggio della Francigena,
contaminando l’elemento storico con la componente fantastica e misteriosa del noir.
Il laboratorio diventa anche occasione per i bambini piccoli per poter partecipare
al gioco, essendo le immagini guida del racconto. Utile strumento per le insegnanti
e per le classi per creare un’azione interattiva con il castello, che dà vita
ad un allestimento permanente.
Obbligatoria la prenotazione - telefono +39 366 4792092info@laroccadistaggia.it

martedì 30 agosto 2011

Atene

Eccomi a segnalare Atene! Tornato da lì pochi giorni fà vi garantisco che merita una visita


Non esiste un posto migliore di Atene per conoscere la Grecia, anche se a volte a prima vista la capitale greca disorienta il visitatore, carico di ricordi e "pregiudizi" scolastici. Atene è una città vivace e dotata di grande richiamo turistico ed è inoltre una tra le grandi capitali meno costose d'Europa, Atene low cost diremo oggi, cosa fondamentale per un giovane turista. Di recente, si nota forse quanto la città non venga più tanto coccolata dalle riviste viaggio in circolazione; sarà forse perché non c'è ne bisogno, o per gli ultimi recenti 'cambiamenti economici' che il Paese sta vivendo? O forse perché le isole della Grecia si stanno oramai prendendo tutto il merito turistico? Siamo sempre in molti a ricordare che Atene, tra le vene, conserva il prestigio di una delle più grandi città che la storia abbia mai conosciuto e che se ciò è potuto accadere è anche grazie ai cambiamenti che le si sono succeduti nel tempo. Con questo in mente è facile comprendere come Atene non sia solo una città di 'passaggio' verso le spiagge e il mare più azzurro di isole come Santorini, Rodi o Mykonos.
Iniziare a raccontare di Atene significa anche percepire un sottile sentimento di condivisione: è quello che ci rende orgogliosi di averla visitata, di aver conosciuto la grande antica Athēnai, che di anni ne ha più di 3400. Ritornano alla mente le parole di Jean CocteauAd Atene tutto è attirato verso l'alto, [la città] palpita alata e occorre tagliare le ali alle statue, come i Greci lo fecero alla Vittoria, per impedire che prendano il volo”, perché davanti a noi si presenta una città che si propende al cielo e che non smette mai d'osservare il suo popolo che scorre frenetico al di sotto. Non si immagini una città stanca di tanti onori, Atene rimane il luogo delle meraviglie elleniche per antonomasia. Durante il periodo classico era la più importante e potente città della Grecia, la prima delle città-stato greche ad aver introdotto e sviluppato il concetto di 'democrazia', e sempre la prima a promuovere per gli ateniesi un ruolo attivo nella gestione del governo (come nel passato più antico, anche oggi gli abitanti non stanno a guardare). Intorno all'Acropoli, con il Partenone che lo domina d'alto, sono state trovate evidenze di un primo insediamento preistorico già dal 3000 a.C. e secondo la tradizione la città attuale è frutto dell'unione di dieci tribù del posto, voluta dal re degli ateniesi, Teseo, nel 1230 a.C. Costui, secondo la mitologia greca, discendeva da Cecrope, il primo leggendario re di Atene scelto dalla divinità Atena, la fondatrice della città, figlia di Zeus e dea della sapienza, della saggezza, delle arti. Leggende a parte, la storia di Atene racconta di un piccolo centro miceneo sviluppatosi nel periodo conosciuto come medioevo ellenico (XII-VIII secolo a.C.) dalla congregazione di più villaggi. La città ben presto diventò la più grande e ricca della Grecia continentale. Nel VII secolo a.C. diversi disordini sociali portarono uno dei nove arconti in carica, Dracone, a prendere i dovuti comandi ed a redigere un duro codice di legge, che ben presto tuttavia si rivelò insufficiente. A Solone spettò il compito di creare una nuova Costituzione (594 a.C.) dando inizio ad una delle più grandi rivoluzioni sociali dell'antichità e che andò ad esprimersi nel primo modello di Stato democratico della storia, sotto il governo di Clistene (508 a.C.). L'Età d'Oro di Atene arrivò con il regno di Pericle, a lui si devono molti dei monumenti dell'Acropoli, l'istituzione dell'Assemblea cittadina e della Lega Delio-Attica, una confederazione marittima di città-stato nata per contrastare i Persiani. Il tributo dato dalla confederazione alle Guerre Persiane portò virtualmente alla formazione di un vero e proprio impero, quello ateniese. Successivi conflitti con altre città greche portarono alla Guerra del Peloponneso che vide la sconfitta di Atene alla fine del V secolo a.C. Nei decenni successivi il sorgere della potenza macedone, con Filippo II, culminata con la salita al trono di Alessandro Magno, portò la città alla lenta decadenza politica e questo nonostante continuasse ad ospitare importanti scuole filosofiche. Il Medioevo confermò il declino della città, risollevatasi brevemente durante il dominio bizantino e successivamente durante le Crociate. Il periodo fecondo della città e di tutta la Grecia terminò con l'avanzare dei turchi dell'Impero Ottomano. All'indomani dell'ottenuta indipendenza della Grecia, nel XIX secolo, Atene divenne capitale della nuova nazione.
Certo conoscere la storia di Atene è importante, ci aiuta a spiegare le emozioni che si provano a guardare la città antica. Atene è una città che risveglia lo spirito, così come solo la culla della civiltà occidentale è autorizzata a fare. Il caldo estivo, ed è tanto, passa inosservato davanti ad un tale patrimonio umano, patria di divinità, di alcuni dei più grandi filosofi che il mondo abbia conosciuto, di templi come l'Acropoli (sito UNESCO insieme al Monastero di Dafhni), di caratteristici quartieri e di un popolo, gli ateniesi, ospitale come pochi. Si tenga conto che questa è una città molto grande (la sola area urbana conta oltre 3,5 milioni di abitanti) ed è circondata da tre monti, Ymettos, Parnitha e Pendeli, mentre il centro urbano è caratterizzato da una decina di colline, tra cui le storiche Acropoli, Areopagus, Parnitha (a nord-ovest) e si espande fino a comprendere l'antico porto del Pireo, uno dei più grandi e frequentati del Mediterraneo.
I viaggiatori concentrano la visita all'interno di una zona relativamente piccola, intorno alla piazza Syntagma (Plateia Syntagmatos). Questo epicentro è circondata dai quartieri della Plaka a sud, Monastiraki a ovest, Kolonaki a est e Omonia a nord. Il vecchio quartiere di Plaka, ai piedi dell'Acropoli, è il posto migliore per iniziare una visita alla città. Immaginate il glorioso passato di questi luoghi e ammirate la città sotto i vostri piedi, una distesa a perdita d'occhio sotto la collina, con lo sfondo dal lato opposto, delle isole e dei monti del Peloponneso. L'accesso all'Acropoli è situato nella via Theorias (fermata metro Akropoli) ed una volta all'interno non spaventatevi della miriade di turisti che è possibile trovare; fatte come loro, prendetevi del tempo per ammirare le colonne del Partenone cambiare colore, prima beige, poi oro, poi rosa, a seconda della luce del sole e del cielo. Ammirate la vista su Atene e pensate a tutti coloro che sono stati qui prima di voi. Un consiglio in più, in estate non visitate l'Acropoli prima delle 17.00, al tramonto lo spettacolo è suggestivo, il caldo meno intenso e la folla diradata.  Gli antichi edifici da non perdere sono il Partenone (V secolo a.C., originariamente dedicato alla dea Atena, ma convertito nel tempo anche in una chiesa e pure in una moschea), il Tempio di Atena Nike, il Teatro di Dionisio, il Teatro di Erode Attico, ed altri templi come i Propilei, l'Eleusionion e diversi altri santuari. Datevi del tempo e assicuratevi di vedere le Cariatidi originali nel nuovo Museo dell'Acropoli, quelle che attualmente sostengono il portico del Tempio di Eretteo sono state messe per prevenire che le originale andassero danneggiate dallo smog. Durante l'occupazione Ottomana, nel XIX secolo, un inglese, Lord Elgin, portò a Londra molte sculture dall'Acropoli, compresa una Cariatide, per decorare la propria casa; quando cadde in bancarotta, vendete il suo tesoro al governo britannico che lo donò in mostra al British Museum nel 1816. A tutt'oggi questo tesoro è conosciuto con il nome di Elgin Marbles, i Marmi di Elgin.
Se ritenete l'Acropoli troppo affollata, potete ottenere una vista più rilassante dei suoi monumenti da una delle tre colline circostanti: il Colle della Pnice, a strapiombo sull'antica Agorà e luogo storico dell'assemblea ateniese (l'Ecclesia); la Collina dei Areopago, dove si riuniva il collegio delle supreme magistrature; il Colle di Filopappos (noto anche come Collina delle Muse), dal nome del  monumento funerario nella sua cima. Ai piedi delle colline giace il mercato o Agorá, dove è possibile percorrere le pittoresche stradine dell'antica Atene. I venditori ambulanti propongono vestiti realizzati in tessuto intrecciato e ricami coloratissimi, difficile scegliere quale comprare... sono tutti bellissimi. La piazzetta alla fine della via Adhrianou è stata completamente invasa da ristoranti per turisti e viaggiatori. La zona più vivace del quartiere è la Piazza Avisynia, in cui si tengono spettacoli musicali e danze all'aperto, specie nel tardo pomeriggio; anche qui i negozi interessanti non mancano, ideali per il vostro shopping ad Atene.  I negozi della città spaziano dalle boutique di lusso degli stilisti internazionali ai negozi di souvenir con i tipici prodotti della Grecia, abbigliamento, oggetti per l'arredamento e piccole cianfrusaglierie. Il mercatino nella piazza Monastiraki lo abbiamo preferito una domenica mattina e vi abbiamo trovato di tutto, dall'antiquariato ai souvenir più strani. Se dopo la visita agli incredibili edifici dell'antichità non siete ancora "sazi", potrete continuare il vostro viaggio culturale nei numerosi e magnifici musei di Atene, tra tutti spicca il Museo Archeologico Nazionale, uno dei dieci musei più importanti del mondo. Da non perdere è anche il Nuovo Museo dell'Acropoli, inaugurato nell'estate del 2009, progettato dall'architetto Bernard Tschumi: la collezione ospitata al suo interno lascia letteralmente senza parole! Il Museo Goulandris di arte cicladica e il Museo dell'Arte della Grecia Antica di Colon sono altri due musei importanti che meritano una visita.
Se volete visitare i dintorni di Atene, sappiate che a circa un'ora di macchina dal centro urbano della città si trova Voulgiameni, un ricco sobborgo balneare. Lo troviamo immerso in una spettacolare costa di spiagge pulite e mare limpido, pittoresche casette, ristoranti, hotel e resort (non abbiamo bisogno di altre ragioni per andarci, se non quella che la località è anche facile da raggiungere). E non è tutto, l'area ospita anche il Lago di Voulgiameni, con acque di tipo termale, ad una temperatura costante di circa 20°C e con proprietà terapeutiche. Milioni di anni fa era una caverna, poi la parete superiore è crollata a causa del calore e dei cambiamenti geologici e l'umidità generata dalle sorgenti termali ha creato un lago al suo interno.
La vita notturna di Atene è sempre molto vivace e varia: taverne, ristoranti, locali notturni, bar, sale da concerto e teatri all'aperto. Non si manchi per esempio il Teatro di Erode Attico. Tra i tanti, abbiamo anche preferito un locale pieno di decorazioni d'epoca e tanta musica jazz, probabilmente anche voi rimarrete qui fino a quando non vi buttano fuori, e questo anche se non vi piace il tipo di musica. Il locale è sempre molto affollato dai giovani più alla moda di Atene ed è spesso frequentato da nomi famosi della musica internazionale (dove? Jazz 'n Jazz, Deinokratous 4, area: Kolonaki). Qualunque cosa farete ad Atene, sicuramente non avrete tempo di annoiarvi. Negli anni scorsi la città si è rifatta il trucco per le Olimpiadi di Atene 2004, così che i visitatori sono stati accolti in una città migliore e più organizzata. Al termine del grande evento sportivo si è detto che quelle greche sono state le Olimpiadi più belle di sempre, dopo tutto sono nate qui, migliaia e migliaia di anni fa. Atene è una cornice unica e preziosa, antica capitale del mondo occidentale in grado di mescolare sapientemente il fascino del passato con la modernità.

martedì 23 agosto 2011

Spalato

Quasi al termine dell'estate vi informo su un luogo che merita davvero una visita:

La Spalato romana è rappresentata dallo sfarzoso palazzo dell'imperatore Diocleziano, fatto costruire nel 295-304 d.C.


Ricostruzione del palazzo di Diocleziano
Nei secoli successivi, gli abitanti della vicina Salona, già porto illirico e in seguito popolosa città romana, per sfuggire alle incursioni degli Avari e degli Slavi, si rifugiarono fra le sue mura, fondando così la città di Spalatum: forse il nome della nuova città-palazzo deriva proprio dal latino palatium. In alcune carte medievali la città è anche chiamata Spalatro. Successivamente si susseguirono vari domini: l'Impero Bizantino, nel quale la città riuscì man mano a ritagliarsi una certa autonomia, quindi il Regno Croato, del quale era formalmente la capitale. Successivamente fu nel Regno Magiaro-Croato, nel contesto del quale la città mantenne la sua autonomia comunale, ebbe pochi anni d'indipendenza, quindi fece parte per quasi quattro secoli dei domini della Repubblica di Venezia, lasciando in eredità numerose vestigia; dal crollo della Serenissima nel 1797 si susseguirono le dominazioni dell'Impero di Francia, e dell'Impero Asburgico. L'Impero Ottomano invece mai riuscì a conquistarla.
L'influenza italiana (latina, dalmatoromanza, veneta) persiste nei secoli grazie agli scambi commerciali; forte è l'influsso del mondo veneziano, che comporterà il graduale passaggio dalla lingua dalmatica romanza, derivata direttamente dal latino, al veneto, divenuto una vera e propria lingua franca nel Mar Mediterraneo orientale, accanto ad un costante accrescimento della componente croata della popolazione (i nomi croati apparvero già nel secolo X). La comunità italiana conobbe anche apporti immigratori dalla penisola e quella croata dall'entroterra. Nei secoli XV-XVI Spalato fu centro della nascente letteratura croata con Marco Marulo o Marco Marulich. Fino al periodo austriaco la situazione linguistica di Spalato, così come di molte altre città dalmate, fu assai complessa, dividendosi per nazionalità e per classi sociali. Lingua ufficiale e della cultura rimase l'italiano, utilizzato dall'aristocrazia e dalla più ricca ed influente borghesia, mentre la piccola borghesia e gli artigiani si esprimevano prevalentemente in lingua veneta. La popolazione croata era invece sostanzialmente bilingue, utilizzando il croato - nella variante ciakava ikava - nell'ambito familiare e del piccolo commercio, e il veneto (o l'italiano, a seconda del grado di istruzione) come lingua franca di comunicazione. Come testimoniò l'ultimo podestà italiano di Spalato - Antonio Bajamonti - l'italiano era capito da tutta la popolazione della città.


Spalato nel 1912, dove si notano i quartieri con nomi italiani: Borgo Grande, Borgo Pozzobon, Borgo Luca, Botticelle
Nella seconda metà del 1800 il forte sentimento di appartenenza nazionale che invase tutta l'Europa giunse anche a Spalato; vennero fondati giornali, circoli e movimenti irredentisti italiani e, in misura minore, croati. A partire dal 1882, dopo la sconfitta elettorale della Giunta retta dal Partito Autonomista dell'italiano Antonio Bajamonti, Spalato venne governata da partiti filocroati - detti puntari - che avevano raggiunto ormai la maggioranza, relegando i partiti filoitaliani - detti tolomaši - a una minoranza, che vide diminuire progressivamente la propria influenza in città. La progressiva presa di coscienza dell'identità croata e il crescente afflusso di croati dalle zone circostanti fece regredire gradualmente anche l'uso dell'italiano, che pur conservò notevole prestigio per tutto il periodo austriaco ed ebbe un certo suo rilievo fino alla fine della Seconda guerra mondiale.
Con la dissoluzione dell'Impero asburgico in seguito alla Prima guerra mondiale, Spalato - nonostante la lotta di una parte della popolazione che ne voleva l'incorporazione nel Regno d'Italia - entrò a far parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, che nel 1929 divenne Regno di Jugoslavia. Ciò comportò l'esodo di una parte della popolazione italiana. Le istituzioni scolastiche italiane vennero ulteriormente ridotte, ma la comunità italiana residua riuscì a sopravvivere. Nel censimento austriaco del 1910 a Spalato vi erano 2.082 italiani (cioè il 7,6% della popolazione totale di 27.492 abitanti), ma nel 1941 (quando l'Italia annesse Spalato) ve ne restavano meno di un migliaio su un totale di quasi 40.000.
A seguito della vittoriosa campagna militare di Jugoslavia ed ai Patti di Roma del 18 maggio 1941 conclusi col neonato Stato Indipendente di Croazia sorto dal disfacimento della Jugoslavia, il Regno d'Italia comprese sotto la propria sovranità sia i territori del Patto di Londra del 1915, sia Spalato e Cattaro, erette a nuove province italiane che, con quella di Zara, costituirono il Governatorato della Dalmazia.

Spalato italiana in una mappa del Governatorato della Dalmazia (1941-1943). Il verde scuro indica le aree appartenenti al Regno d'Italia, l'area rossa indica il Regno di Croazia di Pavelic

La situazione etnica nel Governatorato era la seguente: nel 1941 a Zara (passata dai 18.623 abitanti nel 1921 ai 25.302 nel 1936), vi erano 20.000 italiani e 2.000 croati. Nel resto della Dalmazia, secondo i censimenti jugoslavi, vi erano oltre 4 000 italiani, con i nuclei più consistenti a Spalato (circa 3000), Ragusa, Sebenico, Curzola e Cattaro.
I croati di Spalato furono sostanzialmente favorevoli al movimento partigiano di Josip Broz Tito.
Con il 25 luglio 1943, sfollò il personale del "Governatorato della Dalmazia" e delle organizzazioni politiche giunto dalla Penisola nel 1941.
Il 10 settembre, mentre Zara veniva presidiata dai tedeschi, a Spalato entravano i partigiani. Vi rimasero sino al 26 settembre, sostenendo una battaglia difensiva per impedire la presa della città da parte dei tedeschi. La Divisione italiana Bergamo, di stanza proprio a Spalato e precedentemente impegnata per anni proprio nella lotta antipartigiana, in quel frangente appoggiò in massima parte i partigiani e combatté in condizioni psicologiche e materiali difficilissime contro le truppe germaniche, fra le quali la famigerata Divisione della Waffen SS Prinz Eugen. Mentre si svolgevano quei 16 giorni di lotta, fra Spalato e Traù i partigiani soppressero 134 italiani, compresi agenti di pubblica sicurezza, carabinieri, guardie carcerarie ed alcuni civili. Spezzata la resistenza dei partigiani e della Bergamo, i tedeschi sottoposero il corpo ufficiali della Divisione ad una decimazione sotto l'accusa di alto tradimento. Dopo un procedimento sommario, tre generali e quarantotto ufficiali italiani vennero trasportati nella vicina località di Treglia (in croato Trilj) e fucilati. I loro corpi vennero recuperati in seguito, ed oggi riposano nella cripta del Tempio Votivo del Lido di Venezia.
Spalato passò quindi sotto il controllo degli Ustascia. Durante questo periodo vennero sistematicamente distrutti tutti i simboli che in qualche modo collegassero Spalato all'Italia, compresi parecchi "Leoni di San Marco" del periodo veneziano.
Al termine della guerra la comunità italiana si dissolse con un triste e drammatico esodo verso l'Italia. Attualmente si contano in città circa una novantina di italiani, riuniti nella Comunità Italiana di Spalato.

Spalato nella Croazia jugoslava (1945-1991)

Nel dopoguerra Spalato fu assegnata alla Jugoslavia ossia alla Repubblica Socialista di Croazia nel periodo 1944-1991. Dalla dissoluzione jugoslava del giugno 1991 fa parte della Croazia indipenden

Spalato nella Croazia indipendente (dal 1991)

Attualmente Spalato fa parte della Croazia indipendente, avendo subito danni nella guerra degli anni novanta. Negli ultimi anni la città sta godendo di un periodo di notevole espansione economica, legato anche al prossimo ingresso della Croazia nella Unione Europea.
In città, nonostante tutte le vicende storiche, è sopravvissuta una piccolissima ma radicata minoranza autoctona italiana che dai primi anni novanta, subito dopo la dissoluzione della Jugoslavia e le guerre Jugoslave, si è costituita ufficialmente in Comunità degli Italiani. Spalato è inoltre sede di un Consolato Italiano molto attivo nella tutela e valorizzazione della cultura e del patrimonio latini, veneti e italiani del territorio. È stata aperta pure una sede della Società Dante Alighieri, anch'essa molto attiva in ambito culturale.

Attrazioni


Il campanile della cattedrale è il simbolo principale della città
Spalato è famosa soprattutto per il Palazzo di Diocleziano, la porta Aurea e la cattedrale con il suo celebre campanile. È inoltre sede arcivescovile. Nelle vicinanze sono notevoli le rovine romane di Salona e gli scavi archeologici andrebbero ampliati, ma il paesaggio circostante è stato occupato, nel secolo scorso, da una vasta zona industriale. Sono comunque in studio piani di recupero e tutela. Subito ad Ovest si trovano le storiche località turistiche dei Sette Castelli e lo specchio di mare che da essi prende nome: la Baia dei Castelli, che la Penisola di Spalato insieme all'Isola di Bua separano dal Mar Adriatico.