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giovedì 30 agosto 2012

L'albero della vita di Lucignano

 
L'ALBERO DELLA VITA, detto anche "Albero d'oro" o "Albero di Lucignano" o "Albero dell'amore"; esempio unico al mondo di reliquiario a foggia d’albero, realizzato tra il 1438 e il 1479, la sua realizzazione ha richiesto oltre centoventi anni di lavorazione.
Iniziato nel 1350 è stato terminato nel 1471 dal noto orafo senese Gabriello d’Antonio.
La sua composizione di rame dorato e argento, le sue decorazioni con smalti, cristalli di rocca e coralli e miniature lo rendono un oggetto artistico di raro pregio e di straordinaria bellezza. Una grande base sorregge un tempietto gotico sul quale si innesta l’albero vero e proprio formato da dodici rami (sei per parte) decorati con foglie di vite, piccole teche e medaglioni, su cui sono incastonati dei rametti di corallo. Sulla sommità dell’albero sono collocati un Cristo crocifisso e sopra di esso un pellicano che si becca il petto, a rappresentare l’animale che si ferisce per sfamare i propri piccoli, così come Cristo ha versato il proprio sangue - simboleggiato dal corallo - per poter generare una nuova vita.. Anticamente gli sposi si promettavano fedelta' al suo cospetto, dopo innuverevoli disavventure quali il furto e il ritrovamento in condizioni critiche a causa dell'essere stato sotterrato e' tornato al suo antico splendore
 
Per informazioni, orari di aperture e/o prenotazioni tel. al n. 0575/838001 (Museo) e/o al n. 0575/838035/6/3, (Ufficio Cultura)
e-mail:
museo@comune.lucignano.ar.it - www.comune.lucignano.ar.it

domenica 26 agosto 2012

Apertura straordinaria del pavimento della Cattedrale di Siena

 
 

 
Dal 18 agosto al 24 ottobre è possibile tornare ad ammirare le splendide tarsie del pavimento della Cattedrale, straordinariamente scoperte dalla loro usuale protezione.
Si tratta di un'opera unica al mondo, un percorso tracciato nel marmo sui passi della storia della salvezza, attraverso la sapienza pagana e la rivelazione dell'Antico Testamento che i più grandi artisti, senesi e non, dal XV al XIX secolo, hanno ideato per comprendere il senso teologico degli spazi liturgici.
Il pavimento è visitabile nei giorni feriali dalle 10.30 alle 19.30, nei giorni festivi dalle 9.30 alle 18.00.
Per ulteriori info: www.operaduomo.siena.it

mercoledì 22 agosto 2012

 
 
Divenute ormai un appuntamento tradizionale della programmazione estiva della Villa, anche quest’anno, a partire dal 6 luglio fino al 15 settembre, tutti i venerdì e sabato Villa d’Este apre i battenti anche la sera, dalle ore 20,30 alle 24,00 (ultimo ingresso alle ore 23,00).
Un’occasione unica per visitare o rivisitare la villa, nella particolare atmosfera creata dall’illuminazione che, con i suggestivi effetti della luce riflessa sull’acqua, aggiunge ulteriori elementi di fascino ad uno dei giardini più belli del Rinascimento italiano.
In aggiunta alla suggestione della visita notturna al palazzo ed alle celebri fontane del giardino, tutti i venerdì sera, andrà in scena “Notturno rinascimentale”: dieci serate, a partire dal 13 luglio fino al venerdì 14 settembre, dedicate alla cultura ed alla musica del Rinascimento, con possibilità di visitare la mostra “Magnificenze a Tavola. Le arti del banchetto rinascimentale”.
Tra damigelle e gentiluomini in preziosi abiti rinascimentali, presenti grazie alla collaborazione dell’Associazione del Palio di Castel Madama, i visitatori potranno godere dei concerti organizzati nell’ambito della Rassegna musicale "Il Rinascimento Suona Giovane", il primo Festival di Musica Antica dedicato agli studenti dei dipartimenti di musica antica dei Conservatori Statali di Musica, con la direzione artistica del M° Maurizio Lopa; una occasione per parlare del fondamentale e appassionato impegno dei giovani nella salvaguardia del nostro patrimonio musicale, per parlare delle istituzioni che ne curano la crescita e delle istituzioni che ne dovrebbero favorire la sopravvivenza.
L’iniziativa, promossa dalla Soprintendenza per i Beni e Architettonici e Paesaggistici per le province di Roma, Frosinone, Latina Rieti e Viterbo è organizzata dalla Direzione di Villa d’Este, arch. Marina Cogotti, e realizzata in collaborazione con la De Luca Editori d’Arte, con il coinvolgimento di tutto il personale della Villa.

APERTURE STRAORDINARIE:
tutti i venerdì e sabato dal 6 luglio al 15 settembre
dalle 20,30 alle 24,00; (ultimo ingresso ore 23,00)

COSTO DEL BIGLIETTO:
biglietto intero: 11 euro (Villa, mostra e spettacolo, ove previsto)
biglietto ridotto: 8 euro, (dai 14 ai 18 anni e sopra i 65), gratuito: 0-13 anni.

INFORMAZIONI:
http://www.villadestetivoli.info

Ufficio Pubbliche Relazioni di Villa d’Este: 0774/312070

venerdì 17 agosto 2012

WEEK END: San Quirico d'Orcia e Bagno Vignoni

San Quirico d’Orcia è un antico borgo murato posto nel medioevo sul percorso della Via Francigena. Sigerio, arcivescovo di Canterbury, lo cita nel suo "Itinerario" compiuto negli anni 990-994. Nel XII secolo divenne sede di un vicario imperiale. Nel 1256 passò a Siena che fortificò le sue difese murarie che vennero ulteriormente modificate nel corso del ’400.
L’abitato appare ancora articolato sui due nuclei del castello, che ha come fulcro l’antica pieve, e del borgo di Santa Maria, riuniti dai senesi all’interno della comune cinta muraria.

San Quirico d’Orcia - La Collegiata vista dal fianco destro
La cinta muraria, con le sue quattordici torri, è per buona parta ancora ben conservata.
L’edificio senz’altro più rilevante del borgo è la collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, costruita in forme romaniche nei sec. XII-XIII sul luogo dell’antica pieve di Osenna della quale si hanno notizie fin dall’anno 714. L’attuale edificio venne modificato, nella parte absidale, nel secolo XVII per costruirvi il coro.
Da segnalare, per la loro importanza, i tre bei portali. Particolarmente pregevole quello maggiore che si apre nella facciata, di stile lombardo, preceduto da un elegante protiro con arco e sostenuto da due coppie di eleganti colonne che poggiano su leoni di pietra. Nell’architrave del portale, è raffigurata una "lotta di mostri". Nel centro della lunetta è scolpita una figura in trono da identificare con San Damaso o San Quirico. Della fine del sec. XIII sono gli altri due portali. Quello che si apre nel fianco destro della Collegiata, fra due bifore, presenta anch’esso un protiro le cui colonne sono sostituite da due cariatidi che poggiano su due leoni. Costruito probabilmente negli anni attorno al 1288, è stato attribuito a Giovanni Pisano (che in quel periodo stava lavorando al Duomo di Siena) o a un suo allievo di notevole livello. Un terzo portale gotico, del 1298 si trova nello stesso lato, sulla parete del transetto.
L’interno dell’edificio sacro è a croce latina, con tre absidi e un soffitto a travi dipinte. Nella terza arcata, lastra tombale quattrocentesca, del conte Enrico di Nassau. Nel braccio sinistro del transetto, vi è un notevole trittico attribuito a Sano di Pietro raffigurante la "Madonna col Bambino in trono e quattro santi" (sec. XV). Nell’abside è collocato un coro ligneo di intagliato e intarsiato di Antonio Barili (1482-1502) proveniente dal Duomo di Siena.
A sinistra della collegiata è l’Oratorio della Misericordia, semplice edificio precedutod da un portico coperto. All’altar maggiore conserva una grande tavola cinquecentesca di Bartolomeo Neroni detto "Il Riccio", raffigurante la "Madonna col Bambino e Santi".
Sul retro della Collegiata, sorge il severo profilo di palazzzo Chigi Zondadori, costruito da Carlo Fontana per il cardinale Flavio Chigi (sec. XVIII), arricchito da affreschi di artisti romani, molto danneggiati durante la guerra mondiale.
A destra è il rinascimentale palazzo Pretorio, affiancato da costruzioni medievali.
Dalla piazza si sviluppa via Poliziano che, affiancata da case medievali raggiunge la Porta dei Cappuccini, baluardo a forma poligonale inserito nella cerchia muraria cittadina.
San Quirico d’Orcia - Particolare degli Horti LeoniniSu piazza della Libertà si trova la chiesa della Madonna di Vitaleta, santuario ottocentesco edificato sui resti di un convento intitolato a San Francesco. All’altare maggiore conserva una "Madonna Annunciata" attribuita ad Andrea della Robbia (inizi sec. XVI). Fra le altre opere, due statue lignee policrome ("Angelo annunciante" e "Vergine Annunciata") di Francesco di Valdambrino (sec. XV). Inoltre, una seicentesca "Visitazione" di Ventura Salimbeni, un "Crocifisso" di area senese (sec. XV), una "Immacolata Concezione" e una "Predica di San Giovanni Battista" (1597) dell’Empoli.
Accanto a piazza Libertà, accanto alla semplice Porta Nuova, si trova l’ingresso per gli Horti Leonini, parco che occupa una vasta area compresa negli antichi baluardi cittadini. Essi prendono il nome dal loro antico proprietario, Diomede Leoni che li fece costruire attorno al 1581 su un terreno donato da Francesco I De’ Medici. Essi rappresentano ancora oggi un esempio perfettamente conservato di giardino all’italiana. Gli Horti Leonini si sviluppano in due zone: quella inferiore, più artificiale e recintata da muri e da lecci potati, e quella superiore più naturale. La parte più in basso conserva al centro una statua di Cosimo III de’ Medici di Bartolomeo Mazzuoli". Diverse sono le sculture presenti nel giardino, due teste di leone e una testa di "Giano bifronte" collocata al confine fra le due sezione del parco. Nella parte alte, sono visibili i resti della Torre del Cassero distrutta dai tedeschi nel corso dell’ultima guerra.
Continando per via Dante Alighieri si costeggia una casa del ’300 dove avrebbe abitato Santa Caterina da Siena. Quasi in fondo è la chiesa di Santa Maria Assunta, detta anche di Santa Maria ad Hortos perché situata in prossimità degli Horti Leonini. Il semplice e suggestivo edificio venne edificata molto probabilmente nei secoli XI-XII in pietre squadrate di travertino. Si presenta a navata unica, con abside, coronamento ad archetti e mensole decorate da motivi a testa di animali. Interessante è il portale, edificato con materiale proveniente dall’abbazia di Sant’Antimo.

San Quirico d’Orcia - Bagno Vignoni di notte

Bagno Vignoni è un antico e particolare borgo sorto nel medioevo attorno alla fonte delle acque solforose note già in età romana per le loro virtù curative. Il nome deriva dal castello di Vignoni le cui tracce si possono ancora vedere sull’altura che domina l’abitato. Feudo dei Tignosi, signori della vicina Tentennano, ai primi del sec. XIV, Bagno Vignoni divenne feudo della famiglia senese dei Salimbeni cui rimase fino al al 1417, quando Attendolo Sforza, marito di Antonia Salimbeni, lo cedette alla repubblica Senese.
L’abitato, molto ben conservato, si sviluppa, attorno alla grande vasca rettangolare che costituiva l’antica struttura delle terme. Su un lato vi si apre il loggiato di Santa Caterina con una cappella dedicata alla santa che qui venne più volte, spinta dalla sua famiglia nella speranza che l’ambiente spensierato dei bagni potesse distoglierla dai suoi propositi di farsi monaca. Fra gli altri personaggi illustri che utilizzarono le acque che sgorgano alla temperatura di 52 gradi, vi fu anche Lorenzo il Magnifico che qui venne nel 1490 nel tentativo di curare la gotta, il male che tormentò la sua famiglia.
Attorno alla vasca che costituisce una specie di piazza, si dispongono gli edifici, in gran parte medievali e di aspetto dimesso, che costituiscono l’antico borgo ma a cui lavorarono anche architetti importanti (come il Rossellino, per quanto riguarda l’abitazione utilizzata dai Piccolomini, la famiglia di papa Pio II).
Sulla grande vasca si specchia anche la romanica chiesa di San Biagio, a navata unica e con resti di affreschi dei sec. XIV e XV.
Accanto alla piazza sorge lo stabilimento termale. Un tempo, l’acqua proveniente dalle terme finiva nel fiume, alimentando una serie di mulini che hanno funzionato fino a pochi decenni or sono. Una recente opera di recupero ha permesso il ripristino di questa parte di Bagno Vignoni, inserendola nel progetto del Parco dei Mulini.

martedì 7 agosto 2012

Arriva a Prato la Bibbia di Marco Polo



Ha una storia antica, oltre 700 anni, e affascinante perché narra i primi rapporti tra l’Europa di Dante e la Cina di Kublai Khan. È la Bibbia di Marco Polo, antico manoscritto del 1235 scritto in latino che alla fine del XIII secolo partì per le terre dell’Impero Celeste e vi rimase più di 400 anni. La custodì una nobile famiglia cinese e poi nel 1685 è stata riportata in Europa, a Firenze, da un gesuita, padre Couplet che la donò a Cosimo III de’ Medici. Poi il testo è rimasto all’interno della biblioteca Laurenziana fino ai giorni nostri.
Oggi, dopo un sapiente restauro che ne ha ricostruito l’intero volume pagina per pagina, la Bibbia è stata studiata dalla Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII, prestigiosa istituzione fondata negli anni ’50 da Giuseppe Dossetti, ed è la protagonista di una mostra che avrà la sua prima nazionale a Prato.
Allestita negli spazi del Museo dell’Opera del Duomo, sotto le Volte della cattedrale, la mostra si intitola «La Parola, la Via, i Secoli. Il viaggio della Bibbia di Marco Polo» ed è promossa dalla Diocesi di Prato, dalla Regione Toscana, dalla Fondazione Scienze Religiose e dalla Biblioteca Laurenziana.
L’inaugurazione è in programma martedì 4 settembre, alle 18. Saranno presenti il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il segretario della Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII Alberto Melloni, che ha diretto l’intero progetto.
Oltre all’opera, già ammirata nei mesi scorsi dal presidente Giorgio Napolitano, la mostra è composta da pannelli che aiutano a inquadrare storicamente le vicende della Bibbia di Marco Polo e da un documentario che ne ripercorre la storia.
«I pannelli con la storia del manoscritto e del suo viaggio sono bilingue, in italiano e cinese – spiega Riccardo Saccenti, ricercatore della Fondazione e curatore della mostra - proprio perché l’intenzione è quella di far conoscere alle due culture, quella occidentale e orientale, quali sono stati i primissimi punti di contatto tra loro». La Bibbia di Marco Polo oggi la chiameremmo «tascabile», proprio perché «era uno strumento di evangelizzazione da portarsi dietro in un lungo viaggio di oltre 9000 chilometri», sottolinea Saccenti. Perché viene detta «di Marco Polo»? «La definisce così padre Couplet quando la riporta in Italia. In questo modo il gesuita attesta il manoscritto al periodo della dominazione mongola, nel periodo in cui arrivò la spedizione di Marco Polo e di altri europei», spiega il ricercatore.
Quel che è molto probabile è che la Bibbia sia appartenuta a un francescano molto dotto, «sappiamo per certo che i seguaci di San Francesco sono stati tra i primi a evangelizzare nel XIII secolo la Cina». «Le pagine sono segnate da "glosse" - afferma Saccenti - note a margine che dimostrano come il testo sia stato studiato o meditato per poi essere spiegato e predicato». Poi è stato conservato addirittura per 400 anni da una famiglia cinese, di mandarini, a Zeitun. «Questa lunga custodia dimostra come questa famiglia fosse legata al manoscritto, potrebbe trattarsi di convertiti oppure non escludiamo il caso di una "cineseria all’incontrario"». Cioè? «Come noi occidentali abbiamo in casa oggetti esotici anche in Cina potrebbero aver tenuta cara un’opera di foggia e provenienza occidentale», sostiene lo studioso.
«Ci piacerebbe davvero che studenti italiani e cinesi di Prato venissero a visitare la mostra - conclude Saccenti - attraverso di essa avranno l’opportunità di conoscere e approfondire i punti di contatto e le divergenze non solo tra il cristianesimo e l’oriente ma anche tra l’Europa e la Cina».
Programma, orari e contatti
La mostra «La Parola, la Via, i Secoli», intende celebrare i 700 anni dei primi contatti tra l’Europa e la Cina. Protagonista è la Bibbia di Marco Polo, manoscritto del 1235 che insieme ad un francescano partì dalla Francia come strumento di evangelizzazione dell’Impero Celeste. L’allestimento è in programma dal 4 al 16 settembre nelle «Volte» della Cattedrale. L’iniziativa è realizzata dalla Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII, dalla Diocesi di Prato, dalla Regione Toscana e dalla Biblioteca Medicea Laurenziana. Ha il patrocinio di Comune e Provincia di Prato, è inserita all’interno dell’anno del dialogo interculturale Ue-Cina 2012 e vede la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Trenitalia, Lottomatica e Manutencoop.
Questi gli orari: da mercoledì a lunedì (tranne il martedì), 10-13, 15-18. Sono previste visite guidate gratuite il 6, 8, 11 e 16 settembre alle 17.
L’ingresso è libero.
Per informazioni:  eventi@diocesiprato.it.

Restauro Colosseo, Della Valle: "L'abbiamo fatto con grande piacere"


“Il nostro è un gruppo italiano che vive di made in Italy, in primis arte e cultura.
Quando ci hanno segnalato che serviva un intervento forte per restaurare uno dei simboli dell’Italia nel mondo abbiamo riflettuto pochissimo e l’abbiamo fatto con grandissimo piacere, come gruppo e come famiglia.
Ci siamo seduti e abbiamo reso disponibile il budget necessario, chiedendo come unica condizione che non ci fosse alcuna contropartita commerciale, perché il nostro messaggio avrebbe perso di forza”.
Lo ha detto il presidente del gruppo Tod’s, Diego Della Valle, durante la conferenza stampa al Mibac per la presentazione dei tempi e le fasi del restauro del Colosseo, a cui partecipano anche il ministro per i Beni e le Attività culturali, Lorenzo Ornaghi, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il sovrintendente per i Beni archeologici di Roma, Mariarosaria Barbera
Abbiamo preteso dal ministero - ha aggiunto Della Valle - senza fatica, di fare una ‘operazione Paese’ senza avere un ritorno aziendale.
Crediamo che questo monumento appartenga agli italiani, anzi ai cittadini del mondo, ed è assurdo che qualcuno possa invadere e imbrattare un oggetto così importante al di sopra delle supposizioni commerciali”.
Il patron di Tod’s ha spiegato come ci sia stato un “accordo immediato, il ministero ha lavorato bene e in fretta nonostante tutte le polemiche, spero solo siano elemento di riflessione, perché a volte possono lasciare un segnale negativo verso il mecenatismo dall’estero. Sono convinto che altri imprenditori italiani faranno operazioni analoghe in altre città, spingo molto per questo perché sarebbe un segnale forte che le persone non saranno lasciate sole e della responsabilità sociale delle imprese, oltre a essere segnali all’estero per chi vuole venire a investire in Italia”.

Che dire?
Nulla se non rendere merito a questo grande imprenditore che, uscendo dagli schemi, ripropone di nuovo il mecenatismo.
Grazie davvero signor Della Valle e ci auguriamo che altri la seguano su questa strada così nobilmente tracciata!

lunedì 6 agosto 2012

FERRAGOSTO: APERTI I LUOGHI DELLA CULTURA


Anche quest'anno, nel giorno di Ferragosto, il Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali aprira' ai visitatori il suo ricco patrimonio di musei, gallerie, monumenti, palazzi, ville, castelli, templi, parchi, giardini, aree e siti archeologici, necropoli e scavi. In molti dei luoghi d'arte coinvolti sono previsti eventi, concerti, mostre tematiche e suggestivi percorsi guidati.
Per informazioni su orari di apertura e' attivo un call center nazionale che risponde al numero verde 800991199, gratuito per chiamate da telefonia fissa effettuate dal territorio italiano.
Il servizio e' accessibile tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:45.