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martedì 28 aprile 2015

Altro che "secoli bui"!

Arte

Una società "immobile" quella del Medioevo? No: una società "in viaggio". Si muovevano, nel Mediterraneo "mare nostrum", lungo le stazioni della Via Francigena, seguendo i più svariati percorsi, tra mille ostacoli, pericoli, imboscate; si muovevano per terra o per mare, ostinati e allarmati, inquieti e pieni di speranza, pellegrini e crociati, mercanti, commercianti e banchieri, preti e principi, cavalieri erranti e cercatori di ogni possibile Graal, navigatori ansiosi di "seguir virtute e conoscenza" come l'Ulisse dantesco, artisti girovaghi, goliardi affamati di scambi culturali e di avventure goderecce e, di corte in corte, schiere di poeti a celebrar l'Amore.
Bene, la Mostra «Il Medioevo in viaggio» (Firenze, Museo del Bargello, fino al 21 giugno, Catalogo Giunti, pp. 240, euro 32), viene a raccontare la Storia (quella con la maiuscola) e le mille storie di questo Medioevo che, contrariamente ai "beat" girovaganti "on the road", dove "vuole" andare: e spesso lo sa perché "deve" farlo.
Così, nelle cinque sezioni tematiche in cui la rassegna è strutturata, possiamo davvero "vivere" il viaggio nella pluralità dei suoi significati.
Si parte dalla "rappresentazione del mondo". È vero che è tondo, che si divide in tre parti - Europa, Asia e Africa - e che è circondato da un Oceano circolare?
La rassegna fiorentina offre, come primo documento di quel che a quei tempi si sapeva o si immaginava, un prezioso globo in bronzo, argento e rame, che illustrava le costellazioni e serviva da strumento didattico e di calcolo astronomico; ci sono, poi, mappe, pergamene con cronache di viaggi per mare, portolani, astrolabi utilizzati per conoscere l'ora attraverso la misurazione dell'altezza del sole o di una stella sopra l'orizzonte.
Ma, al centro di tutto il medioevale "cercare", c'è la tensione verso la salvezza dell'anima, nell'imitazione di Cristo, "archetipo stesso del viaggiatore", come scrive Herbert L. Kessler. E, potremmo aggiungere, un "viaggiatore" carico di "messaggi".
Cristo è il primo pellegrino: attraversa la Palestina, predicando il Vangelo, entra in Gerusalemme e, dopo la Risurrezione, fa visita ai suoi discepoli ad Emmaus e a Betania. Nel suo nome, il Medioevo peregrinante muove verso la Terra Santa e, quando le conquiste musulmane rendono pericolosi i viaggi in quelle zone, cerca "luoghi sostitutivi" come Roma, Santiago di Compostella, Boulogne-sur-Mer. Nella seconda sezione si può vedere il corredo da viaggio di chi intraprende il cammino di pentimento e di redenzione: da rari esemplari di calzature, alle insegne che distinguevano i pellegrini, cioè le placchette che venivano cucite sul cappello o sulle vesti, diverse a seconda delle mète raggiunte, alle borse fatte apposta per i souvenir/reliquie. Infatti non si poteva tornare dai luoghi santi senza portarsi dietro un pio ricordo. In ogni caso, si partiva e si tornava ben organizzati. Ad esempio, gli uomini di chiesa che, durante i loro spostamenti, dovevano continuare a dire messa, celebravano le funzioni liturgiche grazie ad altari portatili di tutte le dimensioni e contenenti quello che era necessario.
Crociati, cavalieri e militari sono i protagonisti della sezione dedicata alla guerra. A quei tempi, l'Occidente scendeva in armi senza paura e con tanto di viatico ecclesiale: dunque si possono ammirare spade, scotte, pomi di daga, nonché tutto quel che serve alla cavalleria, arma risolutiva sui campi di battaglia, dai morsi alle staffe, dagli sproni ai ferri di cavallo. D'altra parte le guerresche imprese hanno bisogno di essere eternate: a farlo, miniature evocative e antichi codici che narrano gesta reali o immaginarie.
Ovvio che non si viaggiasse solo per purificare l'anima o per difendere la Cristianità. Lo si faceva anche, molto profanamente, in nome degli affari. E mercanti, banchieri e messaggeri hanno i loro "visibil segni" nella quarta sezione: scarselle, custodie per documenti, lettere di cambio, tessere mercantili, scatole da messaggero, che, a forma di cuore e di scudo e spesso contrassegnate con lo stemma del mittente, custodivano segrete epistole ed erano fornite di passanti per agganciarle alla cintura.
In viaggio, poi, com'è illustrato nella quinta sezione, bisognava esibire il proprio "status": ragion per cui, re, principi, signori, belle fanciulle dirette alla loro dimora nuziale ecc. ci tenevano a ostentare la loro "visibilità" attraverso sontuose selle intarsiate, cofanetti per trucchi o monili, cassoni per il vestiario o per i libri, candelieri portatili, reliquari, altarini personali a forma di libro. Ma, di tanto in tanto, bisognava pur rilassare lo spirito: ed ecco, a conferma, tra i tanti oggetti in mostra, una scatola da gioco portatile, in legno e osso, che, sulle due facce, permetteva di giocare sia agli scacchi che a dadi. Insomma, il "vissuto" medioevale è carico di colori e di stimoli. Altro che "secoli bui"!

Mario Bernardi Guardi