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venerdì 24 febbraio 2012

Michelangelo in mutande...


Non è una metafora parlare delle braghe di Michelangelo, tutto iniziò da uno scontro, riferito dal Vasari nella Vita di Michelangelo, tra l’artista e Biagio Martinelli, detto il “montianese”, che lo accusò apertamente di indecenza per le “nudità” dipinte nel “Giudizio universale” della Cappella Sistina e ne chiese la scomunica per “l’indecenza degli ignudi”.
L’artista, forte della sua arte, si vendicò di tale diffamazione dipingendo il profilo di Minosse utilizzando le sembianze del volto di Biagio Martinelli, immortalato con orecchie d’asino.
Il contenzioso durò 30 anni e nel frattempo i due morirono, ma vinse la linea del montianese. Così nel 1564, un anno dopo la fine del Concilio di Trento, quando Michelangelo era già morto, viene deciso la censura dei nudi del Giudizio Universale nella Cappella Sistina.
È stato un collaboratore ed amico di Michelangelo, Daniele da Volterra, a coprire la nudità delle figure con le famose “braghe”, cosicché da allora è stato soprannominato il Braghettone (anche se non è stato l’unico a mettere le mutande ai santi, e la censura è continuata anche nei secoli successivi).
La maggior parte delle braghe è dipinta a tempera sopra l’affresco originale, che quindi si è conservato al di sotto delle ridipinture. Solo 20 anni fa, con il grande restauro, che ha ridato smalto e lucentezza al grande capolavoro, e grazie due copie dell’affresco fatte da Marcello Venusti (1549) e da Giulio Giovio alcune di quelle braghe sono state tolte ai personaggi, ritornati nudi come Michelangelo li aveva dipinti.

Il post è preso tout court da http://profartevanvitelli.wordpress.com/ ottimo sito che raccomando.