Mercoledì 5 febbraio, prima distrattamente e poi con apprensione sempre crescente,
abbiamo visto circolare in rete la notizia che la storia dell’arte è stata cancellata definitivamente dai programmi scolastici: “La Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati dice no alla reintegrazione delle materie artistiche nelle scuole italiane. Il Paese, spiega, non è in grado di sostenerne la spesa”.
La notizia non stupisce nessuno, perché ormai se ne parla (sempre e quasi esclusivamente solo in rete) da mesi; indigna semmai, e tanto. Nessuno o quasi pensa di verificarla, tanto è verosimile. Spuntano articoli sui vari blog, si recuperano contributi di Salvatore Settis e di Montanari sull’argomento, e il recente articolo di Tina Lepri sul Giornale dell’arte e,
soprattutto, parte velocissima una serie di iniziative sui social network. Viene lanciato un nuovo (e, temiamo, di nuovo inutile) appello per preservare l’insegnamento della materia nelle scuole, la pagina Facebook per il ripristino della storia dell’arte nelle scuole vola, nelle copertine Facebook si affacciano quadri famosissimi con inquietanti didascalie: la Dama con l’ermellino di Leonardo diventa la “sciura con il cane in braccio”, le Tre Grazie di Canova “ragazze che fanno cose sozze”. Insomma, una mobilitazione che scalda il cuore, e che conferma quello che tocchiamo con mano ogni giorno, cioè l’amore, l’interesse, la passione di tantissimi per la nostra disciplina e la fortissima volontà di preservare il nostro patrimonio e la nostra cultura.
Per la notizia completa: http://storiedellarte.com