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mercoledì 22 novembre 2017

La Biblioteca Reale di Torino


La Biblioteca Reale viene fondata nel 1831 da Carlo Alberto di Savoia-Carignano, salito al trono quello stesso anno, che ambisce a dare un impulso allo sviluppo del Piemonte attraverso la promozione di riforme amministrative e politiche e rivalutando le arti e le istituzioni culturali.
Il progetto di promozione di Carlo Alberto prevede l’ampliamento della biblioteca di corte, alla quale il sovrano decide di unire gli innumerevoli volumi che vengono acquistati presso gli antiquari di tutta Europa, oltre alla sua raccolta personale, ricca di volumi appartenuti alla nonna paterna Giuseppina di Lorena-Carignano, donna colta e aperta alle nuove idee del Settecento. Tale ampliamento è reso necessario dalla decurtazione delle collezioni reali in seguito alla donazione di Vittorio Amedeo II di gran parte della sua biblioteca alla Regia Università di Torino nel 1723 (l’attuale Biblioteca Nazionale Universitaria).
Per questo progetto di sviluppo della Biblioteca il re si avvale della collaborazione di una ristretta ed efficiente cerchia di collaboratori, ai quali sovvenziona viaggi di ricerca all’estero che permettono di venire a contatto con i progressi delle lettere, delle scienze e delle istituzioni culturali, consentendo anche di reperire documenti utili sulla storia dei domini di Casa Savoia, e altre opere che – per rarità o bellezza – meritino di essere acquisite. La biblioteca si arricchisce così di preziosi volumi, libri antichi e codici miniati.
Carlo Alberto sceglie come sede della nuova biblioteca palatina il piano terreno dell’ala di levante del Palazzo Reale; il locale – prima adibito ad ambiente di servizio – viene convertito in biblioteca su progetto di Pelagio Palagi, artista che in qualità di pittore, architetto, nonché arredatore di corte, realizzò e diresse tutte le trasformazioni delle residenze sabaude nel periodo carloalbertino.
Entrati all’interno del salone monumentale della Biblioteca Reale ci si trova di fronte a un ambiente maestoso, realizzato in stile neoclassico – con una volta affrescata a monocromo con scene allegoriche sulle arti e sulle scienze – caratterizzato da un doppio ordine di librerie in noce con una balconata dalla caratteristica ringhiera in ferro battuto. In origine la Biblioteca Reale è destinata, oltre che al servizio della corte, agli ufficiali e ai dotti interessati allo studio della storia patria e delle belle arti.
Nel 1839 Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato – un collezionista autodidatta originario di Chieri, che viaggiando per l’Europa aveva messo insieme un’interessante collezione personale – una raccolta di disegni dal Quattrocento al Settecento, opera di grandi maestri italiani e stranieri, tra i quali Michelangelo, Raffaello, Rembrandt e Leonardo da Vinci.
Di Leonardo da Vinci, in particolare, la biblioteca possiede il famoso Autoritratto a sanguigna, il Ritratto di Fanciulla – studio per il volto dell’angelo nel quadro La Vergine delle Rocce (conservato al Louvre) – e il Codice sul volo degli uccelli, un quaderno cartaceo di 18 carte nel quale Leonardo annotò le sue considerazioni sul volo. Il prezioso manoscritto giunge alla Biblioteca Reale alla fine dell’Ottocento, come dono al re Umberto I da parte di Teodoro Sabachnikoff, mecenate russo innamorato del Rinascimento italiano.
Dopo la seconda guerra mondiale – con il passaggio allo Stato dei beni di Casa Savoia (perfezionato nel caso della Biblioteca Reale solo nel 1970) – la Biblioteca Reale diviene una biblioteca pubblica statale e attualmente fa parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
La biblioteca conserva circa 200.000 volumi, 4.500 manoscritti, 3.055 disegni, 187 incunaboli, 5.019 cinquecentine, 1.500 pergamene, 1.112 periodici, 400 album fotografici, carte geografiche, incisioni e stampe.

Info: Tel. +39.011543855Fax.+39.0115178259