Angelo Poliziano e Pico della Mirandola, due principi della cultura del Rinascimento, furono avvelenati con l'arsenico dallo stesso killer, a poche settimane l'uno dall'altro, negli ultimi mesi del 1494.
E il killer ora ha un nome: quello del segretario personale di Pico della Mirandola, Cristoforo da Casalmaggiore, che forse agi' in complicita' con il fratello Martino.
Citati nel testamento di Pico con forti lasciti, i due fratelli erano legati a Piero de' Medici; entrambi erano papisti ed avevano in forte odio il frate Girolamo Savonarola.
E tra i mandanti del duplice assassinio i sospettati soni Piero de' Medici, Papa Alessandro VI e il filosofo Marsilio Ficino.
La tesi e' sostenuta da Silvano Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici culturali e ambientali, che oggi a Firenze, a Palazzo Medici Riccardi, ha presentato i risultati di una ricerca storica-documentaria riguardante l'omicidio di Poliziano e Pico della Mirandola.
Vinceti basa la sua ipotesi, tra l'altro, sulla rilettura dei dimenticati diari di Marino Sanuto, un cronista fiorentino della fine del '400. Nella stessa occasione, Vinceti ha presentato la ricostruzione fisiognomica del volto di Poliziano in iper-realismo, realizzata da Chantal Milani.
La ricerca storica-documentaria di Vinceti e' scaturita dall'accertamento scientifico compiuto nel 2008 che ha fatto emergere la presenza nei resti ossei di Pico della Mirandola e Poliziano di ''una elevatissima quantita' di arsenico non riconducibile al normale uso medico dei tempi''.
Finora si riteneva che Poliziano fosse morto il 29 settembre 1494 a causa di una sifilide e che anche Pico fosse deceduto per la stessa malattia il successivo 17 novembre di quell'anno.