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mercoledì 9 settembre 2015

Il Dio ritrovato. Lo straordinario recupero di un Vasari nel complesso di Santa Maria Novella.



Testo e foto di Marco Turini

Questa storia comincia a Santa Maria Novella, esattamente nel convento adiacente alla Basilica.  
Convento, Basilica, Chiostri e Refettorio appartengono allo stesso complesso storico-artistico.  Fondata dai padri Domenicani Santa Maria Novella è tutt’ora co-gestita da un’attiva comunità di frati che coordina l’attività religiosa del complesso e non solo. Punto di riferimento di numerosi artisti del Medioevo e del Rinascimento Santa Maria Novella ha accolto fino ad ora centinaia di opere inestimabili. 
Alcune di queste sono esposte nella Basilica, altre sono in restauro o in esposizione in importanti musei. Alcune giacciono nei magazzini del convento in attesa della giusta sede espositiva o di un intervento di recupero. 
Le opere di proprietà del convento sono sotto la tutela delle Soprintendenze e delle Istituzioni. Purtroppo non sempre i fondi a disposizione riescono a coprire i costi di restauro dei capolavori presenti.
Non è questo il caso del tondo del XVI secolo raffigurante “Padre Eterno” ed attribuito a Giorgio Vasari. 
Quest’opera prima del restauro si trovava in uno stato di conservazione compromesso dal tempo, dagli agenti atmosferici e da interventi antropici di varia natura (alcuni non sempre andati a buon fine). 
Quando Claudia Reichold, restauratrice di origine tedesca, è stata incaricata di occuparsi di quest’opera sapeva che il lavoro di recupero sarebbe stato tutt’altro che facile.
Con scarse risorse (e molta pazienza) è stato possibile portare a termine il faticoso restauro.
Claudia è una restauratrice esperta con anni di studi e di pratica alle spalle (di cui molti trascorsi a Firenze). 
Si è occupata della manutenzione di tutti i dipinti del Quattrocento italiano esposti alla Galleria degli Uffizi (Mantegna, Bellini, Carpaccio, Foppa, Melozzo da Forlì, etc.). 
Ha contribuito alla manutenzione della “Primavera” di Botticelli, al restauro della “Medusa” di Caravaggio e di due quadri del Canaletto (sono tutti esposti alla Galleria degli Uffizi). 
Ha gli occhi che si illuminano quando descrive l’opera che ha davanti. 
Con le braccia imita la figura del padre eterno che si torce con forza sovrannaturale fra le nubi di cui sembra fatto.  “Senti come muove l’aria intorno al quadro!” mi dice, come se il movimento della figura si propagasse nell’ambiente circostante. 
Mi faccio trasportare anch’io dal suo entusiasmo e dall’atmosfera magica che aleggia in questo remoto angolo del convento.