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lunedì 30 aprile 2012

Pietro da Cortona


Pietro Berrettini, conosciuto come Pietro da Cortona, nasce nell'omonima città nel 1596, da un famiglia che porta dentro di sé una lunga tradizione artistica. Il padre, accorgendosi ben presto delle grandi doti di Pietro, lo affida ad uno o più componenti della sua grande famiglia: alcune fonti sostengono che abbia frequentato gli ambienti del cugino architetto Filippo, altre invece, gli studi dello zio Francesco e di Boccio Bonetti (ottimo riproduttore di opere pittoriche antiche). Di certo si sa che all'età di tredici anni è sotto la guida di Andrea Commodi, un pittore fiorentino, che lo porta con sé fuori dagli ambienti locali, spingendosi fino a Roma per l'evasione di alcune committenze.
Nel 1612, Commodi lo affida a Boccio Ciarpi, un altro pittore fiorentino.
È questo il periodo dei grandi cambiamenti, dove l'arte si trova ad un importante bivio, di fronte ad una scelta molto sofferta tra la scuola carraccesca del nord, e la caravaggesca del sud. Pietro, assetato di nuove esperienze, ben presto si stacca dagli ambienti fiorentini, che in questi anni sono chiusi ai nuovi linguaggi. Conosce quindi Il marchese Marcello Sacchetti, che frequentando il mondo dell'arte, lo inserisce negli ambienti giusti, diventando anche suo protettore. Nello stesso periodo conosce Cassiano dal Pozzo ed altri artisti che si preoccupano soprattutto di diffondere un'arte ispirata all'antichità, stimolando Cortona ad intraprendere una severa ricerca sui disegni delle grandi opere dell'antichità classica.
Sacchetti gli commissiona il Trionfo di Bacco ed il Sacrificio di Polissena (entrambi alla Pinacoteca Capitolina), e in seguito alla soddisfazione ottenuta per questi due grandi capolavori, lo presenta al papa Urbano VIII (nato Maffeo Barberini), che gli commissiona importanti opere d'affresco (parete sinistra della chiesa di Santa Bibiana).
Per Pietro, inizia da questo momento una straordinaria carriera artistica, che lo vede pittore ufficiale della corte Pontificia ed artista più ricercato dalle nobili famiglie del suo tempo.
Nel 1626 Marcella Sacchetti gli richiede la decorazione della sua villa a Castelfusano; la realizzazione di questo meraviglioso ciclo d'affreschi dura quattro anni. Più tardi gli viene affidata da papa Urbano VIII, la decorazione della volta e della cappella di palazzo Barberini, uno fra i suoi grandi capolavori, che viene portato a termine nel 1639. Nel frattempo Cortona si reca in tre città per realizzare alcune opere: a Firenze (due delle "Quattro età dell'uomo" nella sala della stufa a Palazzo Pitti, che porterà a compimento in un secondo tempo), a Bologna (incaricato dal cardinale Giulio Sacchetti per suggerimenti relativi Studio delle Belle Arti bolognese) e a Venezia per un breve soggiorno.
Nel 1640, Pietro ritorna a Firenze per terminale le altre "due età" e per altri lavori di affresco nelle sale di Palazzo Pitti , che porterà a termine nel 1647.
La fama di Cortona è ormai consolidata , neanche le morti di Urbano VIII e di Commodi riescono a scalfirla minimamente, tanto che continua la strada pontificia con i successori di Papa Urbano VIII. Il nuovo pontefice, Innocenzo X (nato Giovanni Battista Pamphili), gli dà l'incarico di dipingere la Galleria del Palazzo Pamphili (1651).
Oltre che pittore, Pietro da Cortona è anche un ottimo architetto, come ci testimoniano le chiese romane dove lui lavorò: San Carlo al Corso, Santa Maria della Pace e Santi Luca e Martina dove verrà sepolto (1669), e che l'artista stesso chiama la "mia figlia diletta" ed "erede di tutte le mie sostanze".