Nel 2012 ricorre il Millenario della fondazione dell’Ordine dei Camaldolesi e si celebrano gli Ottocento anni dalla fondazione del cenobio camaldolese veneziano di San Michele in Isola, centro di fervida vita religiosa e d’intensa attività culturale che ha esercitato una forte influenza e svolto un ruolo di primo piano nell’ambito della cultura umanistica di Venezia.
Per ricordare questo straordinario capitolo della vita culturale della Città, il Museo Correr, il Museo Archeologico Nazionale e le Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana ospitano una mostra organizzata in stretta collaborazione tra Fondazione Musei Civici di Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana e Soprintendenza speciale per il patrimonio artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, con il contributo della Regione del Veneto, che illustra i molteplici aspetti della secolare presenza camaldolese a Venezia, a partire dalla ricostruzione della sede, delle collezioni e della prestigiosa biblioteca del monastero di San Michele in Isola e di quella degli altri non meno importanti monasteri camaldolesi veneziani di San Mattia di Murano, San Giovanni Battista della Giudecca e San Clemente in Isola.
A cura di Paolo Eleuteri, Gianfranco Fiaccadori e Maria Letizia Sebastiani, con la collaborazione di Marcello Brusegan, Matteo Ceriana e Camillo Tonini, la mostra consente di ammirare materiale storico, artistico e documentario di grandissimo pregio e per lo più inedito, in parte conservato a Venezia e in parte presso l’Eremo di Camaldoli (Arezzo), dove fu raccolto per salvarlo dalle dispersioni ottocentesche.
Tra le opere esposte, di maggior pregio e interesse, si segnalano in primis lo straordinario Mappamondo di fra’ Mauro, “monumento” geografico prodotto a San Michele nella metà del sec. XV, e ora alla Biblioteca Nazionale Marciana, restituito per l’occasione al pubblico dopo un recente e complesso intervento di restauro.
Ma saranno molte le rarità che si potranno ammirare in mostra, come le grandi portelle d’organo di Bernardino d’Asola, già nel coro della chiesa di San Michele e ora al Museo Correr e i preziosissimi codici miniati provenienti dalle biblioteche dei monasteri camaldolesi veneziani.
Ma saranno molte le rarità che si potranno ammirare in mostra, come le grandi portelle d’organo di Bernardino d’Asola, già nel coro della chiesa di San Michele e ora al Museo Correr e i preziosissimi codici miniati provenienti dalle biblioteche dei monasteri camaldolesi veneziani.
Dall’Eremo di Camaldoli giungeranno e, per certi aspetti, “ritorneranno” a Venezia, numerosi oggetti liturgici di alto valore artistico – già a San Michele – oltre a una serie straordinaria di parati ecclesiastici appartenuti al camaldolese Mauro Cappellari, al secolo Papa Gregorio XVI, cui si unisce la preziosa “Stauroteca” bizantina, già a San Michele e ora al monastero camaldolese di Fonte Avellana (PU).
E’ presente anche una predella con la storia di Pietro Orseolo, unico residuo di un grande polittico di scuola belliniana, già nella demolita chiesa di San Giovanni Battista alla Giudecca, della quale saranno esposte anche due ante d’organo della scuola di Cima da Conegliano, appartenenti alle raccolte delle Gallerie dell’Accademia.
Dal patrimonio artistico di San Clemente giunge anche una bella pala con San Michele di Antonio Zanchi e la statua lignea seicentesca di san Romualdo, fondatore dell’ordine camaldolese, già nella sacrestia della medesima chiesa.
Dal Museo Archeologico di Ravenna giungono inoltre straordinari avori bizantini con incise immagini sacre che facevano parte del patrimonio artistico e di devozione del monastero di San Michele.
E’ presente anche una predella con la storia di Pietro Orseolo, unico residuo di un grande polittico di scuola belliniana, già nella demolita chiesa di San Giovanni Battista alla Giudecca, della quale saranno esposte anche due ante d’organo della scuola di Cima da Conegliano, appartenenti alle raccolte delle Gallerie dell’Accademia.
Dal patrimonio artistico di San Clemente giunge anche una bella pala con San Michele di Antonio Zanchi e la statua lignea seicentesca di san Romualdo, fondatore dell’ordine camaldolese, già nella sacrestia della medesima chiesa.
Dal Museo Archeologico di Ravenna giungono inoltre straordinari avori bizantini con incise immagini sacre che facevano parte del patrimonio artistico e di devozione del monastero di San Michele.
L’iniziativa costituisce l’occasione per ripercorrere la storia e l’evoluzione dell’Isola di San Michele fino ai suoi esiti ottocenteschi quando, diventata proprietà municipale, venne trasformata nel Cimitero Monumentale di Venezia.
Un catalogo di circa 400 pagine, a cura di Marcello Brusegan, Paolo Eleuteri e Gianfranco Fiaccadori, completo di un esauriente apparato illustrativo, delle schede dei materiali esposti e di testi redatti dai migliori specialisti della materia, è stato realizzato e diffuso dalla casa editrice UTET.
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