Francesco Mochi, nato a Montevarchi vicino Firenze nel 1580, inizia la sua formazione presso il pittore fiorentino Santi di Tito prima di seguire gli insegnamenti di Camillo Mariani a Roma. L'inquieta fase di trapasso tra preziosismo manieristico e dinamismo barocco è già espressa nelle due affascinanti figure dell’Angelo annunciante e della Vergine annunziata per il Duomo di Orvieto (1603-08).
A Piacenza, dove è attivo dal 1612 al 1630, realizza i monumenti equestri di Ranuccio e Alessandro Farnese che creano un nuovo modello barocco di questo genere di statua.
Nel 1620 viene inaugurato solennemente il monumento a Ranuccio, raffigurato in costume da condottiero romano; la fusione della statua comporta qualche problema al Mochi, che mette a frutto l’acquisita esperienza in quello che è ritenuto il suo capolavoro, il monumento equestre di Alessandro Farnese inaugurato nel 1625.
Sul basamento ornato da putti della statua del celebre condottiero sono raffigurate alcune scene delle guerre combattute da lui nelle Fiandre, tra cui quella con il celebre ponte sul Scheda, presso Anversa.
Nel 1620 viene inaugurato solennemente il monumento a Ranuccio, raffigurato in costume da condottiero romano; la fusione della statua comporta qualche problema al Mochi, che mette a frutto l’acquisita esperienza in quello che è ritenuto il suo capolavoro, il monumento equestre di Alessandro Farnese inaugurato nel 1625.
Sul basamento ornato da putti della statua del celebre condottiero sono raffigurate alcune scene delle guerre combattute da lui nelle Fiandre, tra cui quella con il celebre ponte sul Scheda, presso Anversa.
La sua Santa Veronica nella crociera di San Pietro (1630 circa), realizzata con numerosi blocchi di marmo a causa delle grandi dimensioni, sembra volare fuori dalla nicchia con un movimento irruente mentre la sua veste si gonfia, conferendo alla figura una leggerezza quasi fluttuante. Il moto violento della Veronica solleva il malcontento degli accademici, ma ormai si è aperta una nuova era e il Bernini sta già mettendo il suo genio innovatore al servizio del cardinal Borghese.
Alcuni anni dopo l’artista procede a una revisione del proprio stile, accentuando il dinamismo e le ombre drammatiche. Da annoverare tra i predecessori del Bernini appartenenti al primo Barocco, Mochi riesce a resistere per qualche tempo accanto al grande artista; ma poi si allontana progressivamente dalla “storia della scultura che si svolge nell’opera di Bernini”, come scrive Norbert Huse, secondo il quale “alla fine la particolarità della sua scultura scade nel capriccio di una personalità stravagante”. Da ciò possiamo comprendere quanto l’arte di Bernini sia riuscita a determinare il gusto del Barocco romano. Francesco Mochi muore a Roma nel 1654.