«Non fu ucciso, è sepolto a Porto Ercole»
Silvano Vinceti non ci sta. Il presidente del comitato che nel 2010, in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Caravaggio (1571-1610) annunciò l'identificazione delle ossa del pittore lombardo in un cimitero di Porto Ercole (Grosseto), ribadisce la validità di tale scoperta, messa in dubbio dallo studioso napoletano Vincenzo Pacelli in un saggio di prossima uscita, Michelangelo Merisi detto Caravaggio tra arte e scienza (Paparo Editore). Il libro sostiene che Caravaggio non morì a Porto Ercole per cause naturali, ma venne assassinato a Palo, nei pressi di Civitavecchia, in seguito a una congiura tramata dai Cavalieri di Malta in combutta con ambienti della Curia pontificia. Vinceti ribatte che il ritrovamento delle ossa dell'artista a Porto Ercole è confermato non solo da documenti d'epoca, ma da «tutta una serie di esami, che vanno dal carbonio 14 a quello dei metalli pesanti ritrovati tra i diversi resti mortali» analizzati da illustri specialisti. E sottolinea «la compatibilità del Dna con quello di decine di prelievi eseguiti a Caravaggio in provincia di Bergamo», città natale del pittore.